“Questo eterno bugiardo che (…) si smentisce ogni cinque secondi. Fa sempre il doppio gioco, mente perfino se gli chiedi che ora è, sicché di lui non puoi fidarti mai”. Chi è? No, non è l’indovinello del giorno. E la compianta Oriana Fallaci non si riferiva a nessuno qui a San Marino, ma a Yasser Arafat. Certo è che questa descrizione si attaglia perfettamente a diversi personaggi che calcano le cronache attuali e non brillano certo per meriti. Oramai la distorsione della realtà sta diventando una pratica quotidiana, una strategia evidentemente studiata a tavolino per generare confusione nella gente che in questo modo non sa più a chi e a che cosa credere. Le accuse che lecitamente vengono mosse sono ribaltate ed utilizzate contro chi – anche fatti alla mano – le muove, come da “manuale” del perfetto bugiardo. Eppure la realtà è difficile da modellare a proprio piacimento e al contrario dei pensieri che sono effimeri e aleatori, essa è concreta e attende tutti quanti al varco. A giocare con il fuoco tuttavia ci si scotta. E la grande, grandissima pazienza dei sammarinesi siamo certi sia giunta al limite. Prendiamo la vicenda del blocco dei pagamenti del Cis, che a sentire qualcuno non doveva neppure materializzarsi. Ora si vocifera perfino di cambiamenti di legge per consentire blocchi più lunghi. E ormai cambiare le leggi a San Marino sta diventando un abuso particolarmente dannoso per la tenuta democratica. Prendi ancora la vicenda delle subordinate di Asset. Tralasciando – si fa per dire – i due pesi e due misure, la questione rischia di assumere contorni pericolosissimi per l’immagine del Titano, già peraltro ai minimi termini. Se all’esterno dovesse passare il messaggio che qui i risparmiatori non vengono tutelati, e ancora che le leggi cambiano a seconda delle esigenze, qui i soldi non li porterà più nessuno (come sta già accadendo fra l’altro). Si rischia altresì che l’emorragia di soldi portati fuori dal Titano non si arresti, anzi prosegua in maniera ancora più massiccia. D’altra parte come si può avere fiducia in persone che hanno dimostrato di non sapere gestire la cosa pubblica? E come si possono biasimare coloro che per difendere i propri sudati quattrini decidono di affidarli alle banche fuori confine? Due anni e mezzo passano in fretta. Francamente ci vengono i brividi nel pensare a che cosa succederà il giorno dopo le prossime elezioni, alla luce dei disastri causati e delle tensioni provocate da rancori personali e ripicche, che hanno ingenerato ed ingenerano tuttora un sentimento di rivalsa in più di una persona.
Repubblica Sm