Il tema è sicuramente caldo e attualissimo, tanto che sono numerosissime le istanze che arrivano a San Marino Innovation, tutte con oggetto l’IA (l’intelligenza artificiale). Di qui l’idea di dedicare a quest’argomento un apposito workshop, con un taglio pratico, a beneficio di tutte le startup che si lanciano sul mercato.
“Scenari applicativi e Gen AI” è appunto il titolo scelto per un evento che ha visto come relatori il dottor Valerio Grassi, CEO di Atlas Advanced Technologies Srl azienda specializzata in Industria 4.0; IoT, Intelligenza Artificiale e cybersicurezza, nonché membro onorario del Comitato Scientifico di San Marino Innovation. Ricopre anche il ruolo di Innovation Manager presso Unilock srl s.a.s, dove ha sviluppato brevetti innovativi per il settore manifatturiero. È inoltre professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano per il corso di Laboratorio di ottica, elettronica e fisica moderna. Accanto a lui, Giulio Ancilli, CEO e Co-founder di Prometeo, per parlare del ruolo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nel processo di innovazione per le aziende.
Primo concetto per spiegare quanto sta avvenendo è quello della digital disruption, ovvero la forza catalizzatrice che spinge le aziende a trasformarsi, rovesciando i modelli di business consolidati e aprendo nuove opportunità di mercato. È un processo disordinato e a volte imprevedibile, che può mettere in crisi le imprese tradizionali. Insomma, chi dice: abbiamo sempre fatto così, come giustificazione per non cambiare, è destinato a fallire. La parola chiave per ogni azienda è infatti: “Essere attori del cambiamento”.
Prendiamo ad esempio il World Wide Web, la famosa “ragnatela mondiale”, ovvero il sistema di collegamento ipertestuale che consente di accedere a pagine web e contenuti multimediali tramite Internet. Il World Wide Web è stato sviluppato da Tim Berners-Lee nel 1989 ed è diventato uno degli strumenti più importanti per la condivisione di informazioni e la comunicazione globale. Potremmo oggi farne a meno? Basti solo pensare che in un solo minuto vengono attivate 4 milioni di ricerche. Ma ci sono anche i contatti sui social, transazioni di ogni genere e 208 milioni di e-mail. I relatori sono stati categorici: chi usa i dati ha un vantaggio incolmabile e può avviare nuovi modelli di business. È stato fatto l’esempio di Booking, una delle aziende di e-commerce più grandi del mondo attiva nel settore dei viaggi, e non ha neanche un albergo di sua proprietà.
Con l’avvento dell’IA, che non è esattamente una novità in quanto è nata nel 1956, chiunque voglia fare business deve capire come usare i dati, perché l’IA ne mette a disposizione una massa enorme. I famosi Big Data, capaci d generare valore per le loro caratteristiche di velocità, accuratezza, diversità di tipologia e affidabilità. È da qui che nascono le nuove leadership, non dallo status quo. E quando certe modalità operative diventano anacronistiche, ovviamente cambiano le professionalità e l’organizzazione aziendale. Il risultato è avere maggiori opportunità, poter prevedere decisioni strategiche, poter creare nuovi prodotti e avere un’analisi immediata dei risultati. È questo il senso dell’evoluzione verso l’industria 4.0 e 5.0, scoprendo come l’IA stia trasformando il futuro delle imprese. In sostanza è proprio qui che sta il segreto del successo: nel fare la differenza con i concorrenti.