San Marino. “Com’è possibile che siano stati controllati dall’Italia tutti i cittadini sammarinesi?” Il presidente dei Commercialisti Albani chiede più determinazione al governo

Marino AlbaniDalla richiesta al governo di una posizione più decisa, in particolare alla segreteria alle Finanze, nei confronti dell’Italia sulla vicenda dell’indagine della GdF all’eventualità di un esposto per le inefficienze nella Pa per la gestione dell’applicativo per la dichiarazione dei redditi.

Il presidente dell’ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili, Marino Albani, si aspettava “un intervento più determinato dal nostro governo nei confronti di quello italiano. Com’è possibile – dichiara alla Serenissima – che siano controllati dall’Italia tutti i cittadini sammarinesi?”.

Presidente Albani come giudica quindi questa vicenda?

“Quello che ci è stato rivolto come Paese è un colpo basso per la nostra economia. A questo punto arrivo quasi a chiedermi a cosa sia valso fare tutti i sacrifici che abbiamo fatto e a dare seguito ai diktat di Italia ed Europa, anche perché siamo in white list con i complimenti di Roma e degli organismi internazionali e poi questo è il risultato? Questa è una coltellata alle spalle. Come si sente oggi il segretario Capicchioni a scoprire un’indagine della GdF aperta dal 2009, dopo la sua visita dei giorni scorsi al quartier generale della Finanza a Roma, dove i padroni di casa si sono profusi in riconoscimenti per la collaborazione di San Marino in questi anni?”.

Questa è di sicuro una estate calda, non solo dal punto di vista meteorologico. Prima della GdF c’è stata infatti la questione della proroga della dichiarazione dei redditi …

“Beh, la rivendicazione di una proroga era più che giustificata dagli ingiustificabili e gravi ritardi accumulati dalla Pubblica Amministrazione nel fornire l’applicativo software per le dichiarazioni fiscali”.

Nella richiesta di proroga vi siete trovati a fianco dei sindacati, con i quali però avete avuto duri scontri durante il varo della riforma IGR.

“Sicuramente la situazione era ed è molto più grave per i sindacati, data l’enorme mole di dichiarazioni che hanno raccolto, ma non abbiamo voluto fare facili speculazioni su questo. Io sono abituato a guardarmi in casa per i problemi che devo affrontare come categoria, senza fare speculazioni strumentali: è un comportamento di correttezza e rispetto, anche verso chi a suo tempo strumentalmente ci ha aizzato contro la piazza, chiedendo una riforma punitiva contro i lavoratori autonomi”.

Ci risulta che i suoi colleghi siano piuttosto arrabbiati con le Finanze per la questione dell’applicativo online per fare le dichiarazioni dei redditi.

“Ho registrato fortissime lamentele per la scarsa considerazione che le Finanze hanno avuto per il lavoro dei commercialisti e del loro dipendenti. Ci siamo sentiti poco rispettati sia come professionisti che come cittadini, in quanto lo Stato, con una programmazione molto approssimativa, non ha fornito uno strumento di lavoro indispensabile come l’applicativo in tempi utili per rispettare la scadenza ordinaria di legge del 30/6, ben sapendo che la riforma è entrata in vigore il 1/1/2014. In questo noi e i nostri dipendenti siamo stati costretti a marce forzate per rispettare anche le proroghe. In molti, il mio studio compreso, hanno chiesto ai propri dipendenti di rinviare ferie già programmate a luglio, per rispettare le nuove scadenze stabilite dalle proroghe. Hanno anche loro purtroppo subito sulla propria pelle le inefficienze e i ritardi di uffici e strutture dello Stato”.

È vero che dei suoi colleghi abbiano invocato un esposto alla Magistratura per l’inefficienza e i ritardi nella consegna dell’applicativo?

“Confermo. Ma avremmo alimentato solo una guerra degli stracci. Certo che a molti commercialisti sarebbe bastata una parola di scuse da parte del segretario delle Finanze… Non vorrei alimentare qui un’altra inutile polemica, spero solo che ora, l’esperienza di quest’anno valga almeno per il futuro, perché non si ripeta più una situazione così critica. E perché ci sia più rispetto per la nostra categoria e per i dipendenti degli studi professionali”.

Mi pare di capire che rivendica una mancanza di par condicio tra dipendenti pubblici e privati?

“Le pare che ci sia mai stata? Già nel 2010 in una conferenza stampa noi Commercialisti abbiamo sostenuto che il settore privato non è più in grado di sostenere il settore pubblico e abbiamo auspicato una riduzione della forbice tra i due settori… ma questa è un’altra storia. In questo frangente agli uffici dello Stato dovevano essere imposte delle scadenze precise e ben programmate per consegnare il software online delle dichiarazioni in tempo utile per rispettare la scadenza di legge del 30 giugno”.

Lei crede che l’Ordine abbia fatto la sua parte?
“Per quel che mi riguarda, non ho problemi a dire che come presidente dei Commercialisti ho dovuto subire contestazioni e pressioni da diversi colleghi che avrebbero voluto un Consiglio dell’Ordine più aggressivo e battagliero. In realtà l’Ordine è sempre stato attivo e presente, sia partecipando alle riunioni tecniche alle Finanze per trovare soluzioni ai problemi, sia effettuando un pressing continuo sulla Segreteria stessa. Se non siamo andati sui giornali ad alzare i toni, ciò non significa assolutamente che fossimo assenti. Al contrario l’Ordine ha fatto la sua parte, anzi di più. Abbiamo fatto anche un corso interno per interpretare le leggi e le circolari ritardatarie, fornendo agli iscritti anche strumenti operativi, come la tabella del calcolo del credito d’imposta, che lo Stato non era stato in grado di fornire in sede di applicativo online”.

Cambiamo argomento, lei recentemente ha lasciato la presidenza della Commissione Nazionale delle Libere Professioni.

“In realtà ho completato il mio triennio di presidenza e credo sia giusto lasciare il posto a un altro presidente, al quale ho offerto il mio aiuto e la mia esperienza almeno fino ad ottobre, quando lascerò anche la presidenza dell’Ordine dei Commercialisti, al termine qui del mio secondo mandato consecutivo”.

Che consuntivo si sente di tracciare della sua presidenza alla Cnlp?

“Sicuramente è stato un triennio impegnativo, nel corso del quale abbiamo dovuto affrontare questioni pesanti come la riforma fiscale, con tutti i suoi risvolti anche conflittuali. Sono comunque soddisfatto perché ho trovato un gruppo di presidenti degli ordini professionali molto capace e motivato con cui ho fatto subito squadra. Come Cnlp abbiamo affrontato anche delle battaglie come quella della riforma dei fondi pensionistici, sostenendo con forza il ritorno all’autonomia del nostro fondo pensioni: e negli ultimi mesi abbiamo visto che la politica ha recepito l’istanza dei professionisti. Tra le tante altre attività, vorrei citare anche il confronto con il governo su tanti e svariati temi, dalla SMAC fino all’accordo di associazione all’Unione Europea. Ultimamente stiamo dialogando con l’Ufficio del Lavoro per fare chiarezza e fissare dei paletti trasparenti all’iscrizione di professionisti al di fuori degli albi professionali costituiti, per evitare abusi e furbizie a danno dei cittadini e degli operatori economici”.

Franco Cavalli, La Serenissima