San Marino. Comma Comunicazioni. Intervento Sds Andrea Belluzzi: ”Ok per l’assoluzione ma tocca aspettare le motivazioni”

Segretario di Stato Andrea Belluzzi
Il dibattito di oggi si sta sviluppando per fortuna in una direzione che forse si sarebbe dovuto sviluppare prima.
Io, quando sono uscite le notizie relative alle sentenze della settimana scorsa, a un certo punto mi sono chiesto se stavo sulla Luna o se stavo nella Repubblica di San Marino.
Di fronte a un fatto storico di una portata assoluta, correggetemi se mi sbaglio, ma io non ho mai sentito notizia di un magistrato condannato in primo grado, per carità, ma condannato per aver commesso dei reati nell’esercizio delle sue funzioni.
Eppure sui media non è passato nulla di questo, non è passato nella misura della portata storica che ha un fatto di questo genere, dell’approfondimento che dovrebbe essere doveroso, della riflessione al netto del fatto che le sentenze non si criticano ma se ne prende atto, ma quella sentenza racconta dei fatti storici.
Occorre, e l’Aula deve farne delle valutazioni assolutamente, però in cui vedo anche prima di tutto la libertà di stampa, ma la libertà di stampa dei doveri, la stampa di informazione e approfondimento.
Io dico questo per suscitare una riflessione su questo aspetto, sul fatto che non c’è l’approfondimento nel nostro paese, si butta la notizia fine quando non si vuole invece colpire o fare male preventivamente, perché le storie, i romanzi li abbiamo letti tutti anni fa, preventivamente.
Oggi noi abbiamo una sentenza che racconta dei fatti, e aspettiamo le motivazioni per vedere bene gli approfondimenti, e ci torno sulle motivazioni, che consegna una storia al paese, ma non una contestazione, è una sentenza, non è un avviso di garanzia che formula un’ipotesi.

E però non sento le riflessioni e gli approfondimenti su questo, su un fatto estremamente grave. Poi ci sono gli interventi che rispetto e in parte condivido sul fatto che questa sentenza racconta una puntata di un disegno di una vicenda molto articolata, che il Tribunale sta ancora in fase o istruttoriale o dibattimentale di primo grado,scoprendo.

E allora io mi dico, la prima cosa è, la mia prima riflessione è, se non avessimo fatto, riconsegnato al paese un clima diverso nella magistratura, sarebbe successo quello che è successo?

Si sarebbe potuto accertare questo? Questo è uno dei primi fatti da prendere in esame. Allora, se c’è ancora un processo che va avanti, non nel senso di processo penale, ma c’è un percorso che va avanti, forse è il caso anche di confermare sostegno all’attività della magistratura,far sentire alla magistratura il fatto che la politica prende atto, discute, ma sostiene il proprio lavoro.

Perché io credo che queste battaglie processuali, le battaglie che sono dietro a questi processi, siano ancora, non dei focolai che bruciano sotto la cenere, ma siano ancora delle battaglie feroci, attive.

E la politica non deve abbassare la guardia, in questo senso, nella maniera più assoluta. Non deve essere schiava di personalismi, deve saper leggere anche i meriti che ci sono stati e prendere atto delle colpe e delle responsabilità, ma deve aspettare quantomeno che terminino o che vengano fuori i processi.I processi consegnano alla cittadinanza le narrazioni al netto dei fatti.

E dicevo, tornerò sulla sentenza della settimana scorsa, perché credo che la politica deve esprimere dei giudizi politici su quelle storie, su quei fatti che processualmente emergono, anche se c’è una assoluzione per prescrizione o una soluzione.Benissimo, questo rileva sotto l’aspetto penale. Sotto l’aspetto politico anche la motivazione di una assoluzione e i fatti che emergono meritano delle riflessioni politiche, perché vanno assolutamente prese in considerazione.

Ma credo che anche sulle riflessioni dovremmo prendere atto che c’era un disegno più ampio rispetto al singolo processo e dovremmo chiederci come quei fatti si inseriscono in quel disegno più ampio.

Qual è la connessione fra la magistratura e quel gruppo criminale? Quali percorsi connettevano queste cose? Chi era nella politica vicino a quel magistrato e chi era vicino al gruppo criminale?

E chi invece, anche se ha fatica, poi ha preso le distanze? Perché c’è anche quello. E chi è stato vittima di quelle vicende? Perché il consigliere Zeppa ha citato la ex collega Tonini, è stata una vittima.

Lo vogliamo dimenticare? No. Però allora dobbiamo riconoscere su entrambi i campi, dentro l’aula, tutti i passaggi, tutti gli aspetti. Se vogliamo fare un passaggio avanti e vogliamo come politica esprimere sostegno laddove è necessario, condanna laddove è opportuno.

Perché ripeto, quella sentenza o quello che emerge nei dibattimenti, che ha menzionato il collega Berti nel suo intervento, raccontano un disegno e una storia su cui dobbiamo fare piena luce. E mi dispiace, sul volemosebene, dopo, prima noi politicamente dobbiamo capire cos’è successo.Poi la riconciliazione, credo che sia una riflessione ulteriore, ma prima dobbiamo arrivare a questo, nella maniera più chiara ed assoluta.

Ecco perché, ritorno, anche chi fa comunicazione, chi fa informazione, ha dei doveri importanti.Secondo me, va bene, è stato assolto, ma prima di tutto io aspetterei di vedere le motivazioni della soluzione, ad esempio. E poi, ripeto, il mio messaggio è al mondo dell’informazione.

Occorre l’approfondimento, non fermarsi al fatto, alla notizia. Il fatto poi, dietro, ha delle storie e su quello non ho sentito una parola e invece meriterebbe numerosi approfondimenti.Per fare un’altra considerazione, se si è potuto al Paese dare la possibilità di uscire da determinate criticità sul tema della giustizia è perché c’era una maggioranza larga, perché c’erano anche nella maggioranza chi ostacolava certi percorsi e li ha ostacolati e ha fatto di tutto per ostacolarli, fino a uscire dalla maggioranza.

Bene, io credo che il tema di una maggioranza ampia, di questa legislatura, ci debba servire anche come tema di riflessione, quando non si può essere bloccati da personalismi nell’ambito di una maggioranza, dai numeri risicati, ma, viste le sfide che ancora aspettano al Paese, l’accordo di associazione è uno, ma occorre fare ancora numerose riforme, la riforma del Collegio Garante, nel celebrare i trent’anni del Collegio Garante è emersa prepotente la necessità di una riforma del Collegio Garante.

Ma altri sono, si parla di riforme istituzionali, si parla ancora di numerosi interventi anche nel mondo dell’economia, la riforma tributaria, il problema della nostra sanità.

Abbiamo bisogno di affrontare questi temi, ma occorre una politica capace di esprimere una forte coesione e di relegare gli interessi particolari al livello della mancanza di poter essere incisivi.
Estratto intervento Sds Andrea Belluzzi 12.02.2024