San Marino. Con l’accordo di associazione con l’Europa a rischio metà dei posti di lavoro nel pubblico, con tagli significativi a pensioni e sanità. … di Marco Severini

Risanare ed iniziare a ripagare i debiti statali implica una riduzione drastica dei costi, della spesa corrente e quindi in primis della forza lavoro pubblica e un’implementazione diffusa dell’automazione e dell’informatizzazione.

Ovviamente questo compito non sarà affrontato dall’attuale governo sammarinese ma ricadrà sul prossimo, il quale dovrà sottostare in modo accondiscendente ai dettami dell’Europa se frettolosamente verrà firmato questo accordo che di fatto condannerà il paese ad un vero e proprio stato di sudditanza.

I finanziamenti europei, che è quello a cui mira palesemente certa politica, saranno concessi solo a fronte di tagli significativi sia nell’occupazione pubblica che nel welfare, che vuol dire sanità e pensioni.

LE PENSIONI SI POTREBBERO RIDURRE DELLA META’ E NON E’ UN’IPOTESI TANTO LONTANA.

 AI DIPENDENTI PUBBLICI VERRA’ RIDOTTO LO STIPENDIO DELLA META’ E POTREBBERO ESSERE LICENZIATI PER RISANARE IL DEBITO PUBBLICO.

TALI IPOTESI NON APPAIONO TANTO LONTANE

Considerando anche l’afflusso massivo di nuove residenze, per le quali stiamo in sincerità più contribuendo che ricevendo, e l’arrivo di numerosi nuovi cittadini sammarinesi, avuti con la sanatoria, che sceglieranno di stabilirsi nel territorio, la situazione appare tutt’altro che rosea.

Probabilmente ne verrà fuori un conflitto sociale a causa di queste pessime scelte politiche, e vedrete anche con gravi rischi per l’ordine pubblico.

Spero sinceramente di sbagliarmi, ma intravedo una situazione estremamente complessa e problematica, definire affrettata l’idea di chiudere un accordo così nebuloso è un eufemismo. Il processo richiede tempo e un errore può causare danni irreparabili al paese in un attimo.

Il mio consiglio è di prendere tempo e valutare attentamente, coinvolgendo l’intera popolazione, i pro e i contro di questa operazione che è l’accordo di associazione. I danni possono avere effetti permanenti, e coloro che ne saranno responsabili saranno chiaramente individuabili.

È essenziale condurre uno studio molto approfondito, rendere palese cosa si vuol fare  e coinvolgere tutti, poiché è nell’interesse di tutti, non solo di certi interessi economici potenti, guidare il paese verso il benessere.

Purtroppo, sembra che i recenti governi abbiano dimenticato che devono agire nell’interesse della popolazione, che li vota.

 

In un altro articolo avevo scritto:

Impatto sul mercato del lavoro derivante dalla conclusione dell’ACCORDO DI ASSOCIAZIONE CON L’EUROPA.

L’associazione all’UE potrebbe comportare un aumento dell’immigrazione da altri paesi membri.  Questo potrebbe esercitare pressione sul mercato del lavoro sammarinese, creando competizione con i lavoratori locali, che ovviamente costeranno di più, e potenzialmente portando a una riduzione delle opportunità di impiego per la popolazione residente. Non credo sia sfuggito come ultimamente, rispetto al passato, siano state state rilasciate tantissime residenze, che a breve si trasformeranno in cittadinanze, con implicazione sulla ricerca di appartamenti in affitto per i nostri giovani. Inoltre le imprese potrebbero preferire assumere lavoratori provenienti da paesi dell’UE con costi di manodopera inferiori, e non ci vuole molto vedendo quanto costa quella sammarinese, mettendo a rischio la stabilità occupazionale per i sammarinesi ed i nostri frontalieri.

Perdita di posti di lavoro nel settore pubblico e privato a favore della ristrutturazione del debito che l’Europa ci chiederà immediatamente.

Un altro aspetto critico da considerare nell’associazione di San Marino all’UE riguarda la perdita di posti di lavoro, soprattutto nel settore pubblico. L’armonizzazione delle leggi e delle normative europee, e soprattutto il riordino dei conti e del debito statale,  potrebbe richiedere una enorme riduzione del personale nel settore pubblico sammarinese, con conseguente diminuzione dei posti di lavoro. Questo processo di razionalizzazione potrebbe essere particolarmente difficile da gestire per i sammarinesi, che potrebbero non essere abituati a una tale ristrutturazione del sistema e subirne le conseguenze.

La perdita di posti di lavoro nel settore pubblico potrebbe avere un impatto significativo sulla stabilità economica e sociale del paese, anche perché il dipendente pubblico spende anche a San Marino. Questi tagli potrebbero riguardare diverse aree, compresi servizi essenziali come istruzione, sanità e sicurezza pubblica anche perchè probabilmente chiederemo prestiti alla EU e saremmo obbligati a praticare importanti tagli alla spesa pubblica per ristrutturare quello esistente. Ciò potrebbe comportare difficoltà di adattamento per i dipendenti pubblici colpiti, che potrebbero trovarsi senza lavoro e senza prospettive occupazionali perchè magari non più giovanissimi. Ci potrebbe anche essere l’inevitabile blocco delle assunzioni per i nostri giovani, il che vorrebbe dire povertà o comunque indigenza.

È fondamentale prendere in considerazione gli effetti a catena della riduzione del settore pubblico, poiché ciò potrebbe incidere non solo sul benessere e sulla qualità dei servizi forniti alla popolazione sammarinese. Per mitigare l’impatto negativo di questa situazione, potrebbero essere necessari interventi di protezione sociale e un sostegno adeguato per coloro che perdono il lavoro a causa della ristrutturazione del settore pubblico con aggravio delle spesa pubblica.”

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