San Marino. Condannato a 7 mesi Vincenzo Signorini per truffa al Parroco di Acquaviva. Aveva frodato anche Don Peppino

Il 54enne Vincenzo Signorini di Santarcangelo, in evidente difficoltà economiche, veniva fin su a San Marino a scucire soldi ad ignori parroci sammar. Infatti il parroco di Acquaviva Don Tintoni sembra essere caduto nella trappola.

Oggi, davanti al giudice di primo grado, Avv. Roberto Battaglino, Signorini, accusato di truffa, è dovuto ritornare in Tribunale. Alla sbarra era andato il 15 gennaio 2014, ma quella volta gli era andata bene: evitò la condanna perché si era impegnato a risarcire l’importo, al parroco di Acquaviva, di 1.460 euro. Si era impegnato a risarcire il parroco con i soldi del lavoro trovato durante la detenzione – ha trovato lavoro presso un altro pregiudicato che ha conosciuto in carcere.. Oggi la conferma o meno: Signorini ha risarcito Don Tintoni, parroco di Acquaviva?

Il 54enne si trova tuttora già in carcere per una precedente truffa. Signorini era stato fermato lo scorso maggio, a Serravalle, per avere tentato di truffare il parroco don Peppino. All’epoca fu la perpetua a capire che qualcosa non stava andando per il verso giusto e quindi a rivolgersi alla Gendarmeria.

Oggi gli è stata contestata un’altra truffa ai danni di don Simone Tintoni del castello di Acquaviva.

I fatti. Signorini si era presentato dal parroco raccontandogli delle sue difficoltà economiche. In ballo aveva il pagamento di un assegno di 10mila euro e chiedeva aiuto per negoziare le spese bancarie ed entrare in possesso della cifra. Nel mettere in atto la truffa, l’uomo si era servito di una serie di persone che avevano il compito di avvalorare le sue parole, fra cui un ipotetico commercialista di Villa Verucchio, ovviamente inesistente. L’uomo, carpendo la sua fiducia, riuscì a farsi dare dal parroco 1.460 euro.

A gennaio Signorini si è impegnato a restituire la somma in un’altro processo e questa possibilità gli era stata data dal Giudice Battaglino e per far farlo aveva tempo sino ad oggi.

Come detto Signorini al momento si trova in carcere per un altra truffa, per cui deve scontare un anno. In regime di semi libertà esce al mattino per andare a lavorare, poi rientra alla sera e per i pasti.  Attualmente sta completando una serie di lavori e con i soldi guadagnati si è impegnato a restituire il maltolto al parroco di Acquaviva.

Oggi il procedimento per truffa, art. 204, nei confronti di Don Tintoni, parroco di Acquaviva.

La cronaca del procedimento: In via preliminare l’avvocato Santi produce dichiarazione sottoscritta da Don Simone Tintoni relativo alla restituzione della somma del primo episodio corrispondente ad euro 480 (che sarebbe la somma data da Don Tintoni al Signorini).  Riferisce anche che Don Tintoni era stato contattato per consegnarli del denaro relativo ad un secondo importo che Don Tintoni avrebbe consegnato a Signorini, dopo aver consegnato il denaro in un giornale. Ma non si è riusciti a contattare Don Tintoni, impegnato negli affari parrocchiali.

L’imputato vuol rilasciare una spontanea dichiarazione.

Signorini: Ammetto il mio sbaglio e gli addebiti con riferimento al primo episodio contestato, e con il mio piccolo lavoro ho cercato di restituire in parte il denaro datomi da Don Tintoni, la prima rata. Mi ero anche impegnato a restituire anche il denaro che ho ricevuto nella seconda occasione. Preciso che quando Don Tintoni mi lanciò il denaro dalla finestra, inserito in un giornale, personalmente trovai solo duecento euro e non cinquecento come indicato in denuncia.

Si passa alle conclusioni

Procuratore del fisco Dott. Roberto Cesarini. Risarcito il primo episodio, esistono in essere ancora il secondo e il terzo episodio. Nel terzo episodio non ritiene integrata la recidiva, ritiene sussistente la penale responsabilità del Signorini alla pena della prigionia per 8 mesi e la multa a giorni per giorni 30 e per euro 300.

Avvocato Santi, avvocato d’ufficio. Signorini sta attualmente scontando la pena alla prigionia per un’altra condanna. Chiede che in presenza di condanna anche per il misfatto in questione, sia data la possibilità al Signorini di essere affidato ai servizi sociali e che sia disposto il cumulo delle pene. Cioè quella ancora in corso e quella erogata in caso di condanna.

Il Giudice di Primo Grado Avv. Roberto Battaglino ritiene sussistente la penale responsabilità del Signorini per il secondo episodio (ma non per gli altri due che viene assolto) e lo condanna alla pena della prigionia per mesi  7 e alla multa a giorni per giorni 15 per euro 150. Condanna l’imputato alle spese del procedimento.

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