L’intervento del Consigliere Gian Nicola Berti in Comma Comunicazioni del 12.05.2025
Grazie, Eccellenza.
Devo dire che condivido il suo intervento, Segretario, anche perché noto una sorta di ansia da prestazione in certe parti dell’opposizione quando trattano il tema europeo, senza considerare che – se come diceva lei – su 7.000 punti, su 6.999 con l’Italia siamo compliant, siamo d’accordo. Su un punto no… però si riesce a costruire un castello proprio su quel punto. È problematico.
Ma io forse mi concentrerei su un altro aspetto. Ovvero: se è vero che per San Marino evitare l’accordo di associazione con l’Unione Europea significherebbe rinunciare a un volano di sviluppo, un volano di sopravvivenza, un elemento fondamentale per la nostra economia… dobbiamo anche chiederci quanto sia importante per l’Europa l’accordo di associazione con San Marino e Andorra.
Praticamente? Poco o nulla. Quindi l’interesse europeo a firmare l’accordo con noi è vicino allo zero. E dobbiamo esserne consapevoli quando pensiamo che bisogna accelerare, accelerare… Certo, noi possiamo fare tutto il possibile per accelerare. Ma attenzione: forse l’Europa ha problemi più importanti di questo accordo.
Del resto, la scarsa visione della politica sammarinese, la scarsa capacità di concentrarsi sui temi realmente importanti, è all’ordine del giorno. Lo vediamo quotidianamente. Viviamo in un Paese che affronta un dramma, quello della denatalità… e invece ci stiamo concentrando sulla normativa per la tutela degli animali. Che va benissimo, per carità.
Però fare come fa l’opposizione, che fa il suo lavoro, cercando un po’ di populismo e speculando su una vicenda come quella del “killer dei cani”, lo posso anche capire. Mi diventa più difficile capirlo quando viene fatto dalla maggioranza.
Anche perché, attenzione: credo che sappiamo tutti quanto sia stato impegnativo per anni il lavoro delle forze dell’ordine per individuare questa persona e assicurarla alla giustizia. E non sulla base delle dicerie da bar, ma sulla base di elementi di prova.
Supponiamo che sia uno solo il responsabile di tanti episodi… ma forse non è così. Se una persona va in giro con l’auto a buttare bocconi avvelenati… per quanto sia un comportamento folle, disdicevole, inaccettabile… non è facile prenderlo.
Io credo che vada fatto un plauso alle nostre forze dell’ordine, che hanno fatto sacrifici per anni e ci sono riusciti. Hanno assicurato quella persona alla giustizia. Onore al merito per un lavoro diligente, coscienzioso fatto negli anni.
Ora, però, cominciare a speculare su questa vicenda, anche sugli addentellati politici… scusate, signori, ma faccio un po’ fatica. Si parla di una persona di 80 anni, con nome e cognome… io faccio fatica a credere che ci sia davvero solo una persona al mondo che possa avallare certi comportamenti. È qualcosa di folle. È vergognoso. E non ci voglio credere.
Se qualcuno volesse istituire una Commissione d’Inchiesta su questo, benissimo. Si può fare su tutto. Ma oggi, se davvero l’Aula volesse concentrarsi sui problemi reali del Paese, ce ne sono molti. E non sono né Banca di San Marino né Banca Covanica. Anzi, credo che ci sia ben donde, sul quale il Segretario alle Finanze dovrebbe iniziare a preoccuparsi. Perché stanno emergendo elementi gravi per la finanza pubblica. Gravissimi.
E da un lato va detto: attenzione. Non come ha fatto il Consigliere Mularoni, che si è detta offesa perché qualcuno ha fatto riferimento alla capacità di ragionamento dell’opposizione. Però, quando lei critica il presunto Presidente del Collegio Sindacale di Banca Centrale, che sta per assumere un incarico, e che ha fatto affermazioni infelici… io vorrei far notare che anche lei e il suo gruppo parlamentare ne avete fatte, di affermazioni infelici.
Voglio ricordare a lei il suo ruolo di dirigente di Banca Centrale. E venire oggi a dire che non ha fiducia nel lavoro della Banca Centrale, proprio lei, allora le dico: sì, ha ragione. Perché la Banca Centrale che amministrava lei era una Banca Centrale nella quale non si poteva e non si doveva avere fiducia.
Ma credo che le cose siano cambiate. E sono cambiate grazie a un presidente del Condir di Banca Centrale che ha avuto il coraggio di fare un esposto. Sono cambiate grazie a una Commissione d’Inchiesta che ha fatto approfondimenti. Grazie agli inquirenti, che hanno accertato reati, prove, indizi, e assicurato alla giustizia una serie di soggetti ben noti.
Quelli erano esponenti di Banca Centrale in un momento storico in cui, evidentemente, qualcuno si era appropriato della Banca Centrale. Voleva controllare tutto il sistema bancario per gli interessi propri o di persone a lui vicine.
E non lo dico io. Lo diceva due legislature fa la Democrazia Cristiana parlando di un colpo di Stato. Qualcuno qui dentro li ha presi in giro. Ma forse, se non era un colpo di Stato, era quantomeno un’abusiva occupazione di poteri pubblici.
E oggi questo è certificato da una sentenza. Forse non è ancora passata in giudicato, ma è chiarissima nell’attribuire responsabilità penali per una lunga serie di reati.
Ma attenzione, c’è di più in questa sentenza.
Nei motivi della decisione della sentenza del procedimento 500/2017, si parla esplicitamente di un omicidio d’impresa ai danni di Asset Banca. Il giudice dichiara pienamente dimostrata la responsabilità di Savorelli, Sommella, Granata e altri. Ex lege, erano pubblici ufficiali. Lo erano perché qualcuno li aveva nominati, gli aveva attribuito poteri… e qualcuno non li ha fermati.
Il giudice parla di una manovra distruttiva, articolata nei capi 2, 3, 4 e 5 del procedimento penale 227. Una lettura sistematica del materiale istruttorio mostra come il cuore pulsante dell’operazione fosse proprio nelle condotte – spesso omissive – dei vertici della vecchia Banca Centrale, schermate dalla sottoposizione forzata di Asset Banca ad amministrazione straordinaria.
Provvedimenti adottati da Banca Centrale, con rigore, finalizzati alla liquidazione coatta amministrativa, costruiti su presupposti criminalmente generalizzati. E la successiva cessione ad un’altra banca – Carisp – sarebbe stata, secondo il giudice, “pilotata da Conforti, con il presumibile supporto di alcuni esponenti politici”.
Ecco, io mi fermo qui. Ma credo che questa Aula, e anche una certa parte del giornalismo di questo Paese, farebbero bene ad approfondire questi fatti, perché ora non parliamo più di chiacchiere, ma di prove documentate in una sentenza.
I giornalisti ci sarebbero estremamente utili, però la vera tematica, dicevo prima, non è tanto banca Covanica e la gestione della banca di San Marino, attenzione perché questi sono soggetti davvero a una vigilanza di Banca Centrale che deve essere strana alle logiche politiche, perché con le logiche politiche dell’epoca siamo finiti a questo punto e attenzione, Segretario Gatti dovrà cominciare a preoccuparsi, perché se quella banca aveva un capitale di 35 milioni di patrimonio netto più tutto quello che era l’indotto, dobbiamo cominciare a pensare che lo Stato sarà tenuto a fare un risarcimento d’anni dell’ordine di una cinquantina di milioni su questa vicenda e forse questo è un elemento sul quale ci si dovrebbe preoccupare in quest’aula,