Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Da molti anni si sente l’esigenza di una normativa organica in materia di notariato, premessa imprescindibile per la certezza del diritto. Il progetto di legge, derivato da una bozza prodotta dall’Ordine degli avvocati e dei notai tende a adeguare la legislazione notarile sammarinese alle normative internazionali. Una commissione dell’Unione internazionale del notariato ha esaminato il progetto di legge e, pur sollevando alcune osservazioni, lo ha definito conforme ai principi internazionali.
Gli obiettivi della legge sono effettuare una raccolta delle norme e introdurre rigorose regole deontologiche. Sono previsti la libera consultazione degli atti, l’obbligatorietà dell’iscrizione nel repertorio delle scritture autenticate, un apposito repertorio per gli atti di ultima volontà oltre che per gli atti di protesto, un’intensificazione dei controlli. Il progetto di legge costituisce un traguardo atteso da tempo”.
Francesca Michelotti. Su: “E’ un progetto condivisibile. Faccio però una considerazione un po’ polemica perché nel testo si esprime ‘vivo ringraziamento all’ordine e ai notai che hanno elaborato il provvedimento’, ma sottolineo che nulla è mai solamente tecnico in una legge. La figura notarile costituisce uno degli elementi fondamentali su cui poggia il presupposto di sovranità della nostra Repubblica e anche la conservazione di una documentazione che attesta questa sovranità è un aspetto importante. Allora ringrazio il segretario Stato e l’ordine degli avvocati, ma chiedo se è stata chiesta l’opinione sul provvedimento al direttore dell’archivio di Stato, che avrebbe potuto segnalare questioni pertinenti, in quanto fine conoscitore del patrimonio notarile. Poi vorrei sapere se la prossima volta che facciamo una legge, per esempio sui medici, chiameremo i medici? E’ bene poter contare sul contributo di esperienze degli ordini, però è anche vero che sono portatori di interessi e vanno messi in equilibrio con la comunità quando si fanno le leggi”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Intervengo per sostenere questo progetto di legge che era stato presentato già in prima lettura nella precedente legislatura. E’ vero che è stato un gruppo di notai all’interno dell’ordine a promuovere questa materia, su cui il nostro ordinamento è lacunoso. Se finalmente c’è una legge che regola la conservazione atti notarili, non vedo comunque alcune preoccupazione ai fini archivisti. Poi il progetto è stato valutato in congresso di Stato e nella precedente legislatura è stato inviato con largo anticipo agli uffici competenti e ai gruppi consiliari. Quindi il fatto che ci siano ringraziamenti, che io stesso avevo formulato, a chi ha lavorato a questo progetto di legge non deve far ritenere che sia stato subito supinamente dalla politica. Anzi, la legge mette paletti e rende credibile l’atto notarile agli occhi del notariato internazionale che ha fatto proposte recepite poi nella legge. C’è quindi anche controllo massimo dell’autorità internazionale in materia, in generale rappresenta un grosso passo in avanti nella certezza del diritto”
Antonella Mularoni, Ap: “Finalmente una legge di questo tipo arriva nella nostra Aula. Colgo l’occasione per esprimere due perplessità che rinvio poi alla commissione competente. Personalmente, rispetto all’articolo 5, comma 9 e 10, dove si parla di separazioni e divorzi consensuali, che in assenza di figli possono essere certificati da notai, senza ricorrere al commissario di legge. A riguardo, faccio notare che potrebbero esserci coppie in cui una delle due persone si trova in posizione di debolezza rispetto all’altro coniuge e il commissario della legge assume in questo caso il ruolo di garante. La supervisione del magistrato a me pare importante, anche perché non risultano ritardi particolari in Tribunale. Altro dubbio riguarda l’articolo 24 in cui si parla di persone che non sanno legge o non possono leggere per problemi alla vista. Si prevede infatti la presenza di un’interprete, che può essere un parente, ma mi lascia un po’ perplessa, visto che comunque la persona è capace di sentire e può ascoltare il notaio. Auspicherei quindi un approfondimento”.
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, replica: “Il progetto di legge è molto tecnico e va a colmare un vuoto e a disciplinare certe procedure. E’ un atto significativo, voluto dal segretario della precedente legislatura, da parte mia ho voluto portarlo subito in prima lettura. Potrà essere oggetto di valutazione tra prima e seconda lettura, perché credo sia interesse di tutti che ci possano essere atti chiari e precisi, definiti e con valenza oltre i nostri confini. Riguardo ai dubbi sollevati da consigliere Mularoni, in particolare, sull’articolo 5, da cittadino è sembrato strano anche a me, ma prima di depositare progetto ho chiesto motivazioni agli estensori della legge. Mi è stato spiegato che l’obiettivo era, da un lato, sgravare il lavoro dei commissari, dall’altro che in molte realtà europee è già stata adottata questa prassi rispetto alle separazioni consensuali e senza figli. Comunque rappresenta una possibilità, perché gli altri strumenti sono sempre in essere. Possiamo in ogni caso compiere una riflessione più dettagliata tra prima e seconda lettura, in Commissione”.
Disposizioni su alcuni negozi giuridici e atti notarili
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Con il progetto di legge si chiariscono e si aggiornano disposizioni e interpretazioni e si risponde così a esigenze pratiche e di principio emerse da tempo. Tra l’altro, si interviene sugli atti di donazione, si elimina il divieto di donazione tra coniugi, si limita il ricorso all’istituto delle cessione in antiparte, si salvano alcuni tipi di testamento”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Vorrei precisare che quando il progetto fu depositato in prima lettura, c’era tra chi aveva seguito un po’ i lavori, un accordo a considerare prioritario un altro testo rispetto questo, perché introduce modifiche al diritto civile e quindi non riguarda solo il negozio giuridico in senso formale, ma anche diritti e doveri. Alcuni tra gli avvocati non sono convinti, per esempio, del rendere lecita la donazione tra coniugi, bisogna fare degli approfondimenti su questa materia perché non è possibile dare per scontata la soluzione individuata. Ritengo che questo progetto di legge debba essere valutato con attenzione perché va a toccare anche i diritti e non solo la forma degli atti notarili”.
Andrea Belluzi, Psd: “Mi limito ad alcune precisazioni. Sull’articolo 5 sarebbe opportuno fare un riferimento, in caso di separazione consensuale, su quanto previsto dalla legge precedente, visto che questo provvedimento precisa alcuni negozi giuridici”.
Rossano Fabbri, Ps: “Si tratta di materie molto tecniche da approfondire in commissione. In particolare, su cessioni antiparte, pongo la problematica del perché tutti gli ordinamenti vietano disposizioni anticipate di eredità, invece il nostro ordinamento le preveda. Credo che questo ordinamento sia pronto a valutare l’ipotesi di fare in modo che i beni vadano a chi ne ha il diritto in altri modi. Una breve parentesi poi sulla questione delle separazioni consensuali davanti al notaio, non credo ci siano particolari problematiche in questi casi, il giudice omologa solo la pratica”.
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni, replica: “Anche questo provvedimento è estremamente tecnico e va nell’ottica di porre chiarezza negli atti giuridici e notarili, nel tempo si sono riscontrate infatti necessità di chiarimenti per evitare distorsioni. Anche in questo caso, in commissione si potranno chiarire alcuni di questi aspetti indicati dai diversi consiglieri intervenuti. Inoltre, nell’articolo 5 sono state definite le somme per determinati atti giuridici su cui bisognerà valutare l’equità dell’importo.
Decreti
Alessandro Rossi, Su: “Faccio delle considerazioni generali sull’utilizzo e sulla modalità di reiterazione e produzione di questa mole di decreti, oltre 30 oggi. Dal 2009 al 2012 sono stati prodotti 83 decreti legge e anche in questa seduta sono molti. Nel 2012 ne sono stati fatti 20. Dobbiamo interrogarci sulle modalità di produzione legislativa. Abbiamo votato una reiterazione senza dibattito, poteva esserci una seduta ad hoc per i decreti, così non si possono approfondire. Ma qualche grande manovratore ritiene corretto usare i decreti. Manca una valutazione di equità sugli interventi. Trascendiamo dalle responsabilità e verifichiamo le modalità di utilizzo di uno strumento legislativo che depotenzia il ruolo del consigliere. Studiare una mole del genere di decreti è impossibile. Dobbiamo capire come migliorare la situazione, si tratta di un trend forte negli ultimi anni”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Rispetto alla presa di posizione del consigliere Rossi ricordo che la promulgazione dei decreti è responsabilità della Reggenza. Parla poi di una presenza diabolica che governa in materia di decreti, ma chi è questa persona? Sulla necessità che il Consiglio grande e generale si riappropri del suo potere legislativo sono intervenuta in ogni Ufficio di presidenza e nessuno ha preso parola a sostegno. Se si fa una delega di legge deve essere il più stringente possibile, non tanto nei tempi quanto nei contenuti. La delega legislativa, se fatta bene, non toglie nulla al Consiglio. Spiace però che si aspetti il microfono per esprimere una posizione che andava affermata in Ufficio di presidenza”.
Andrea Zafferani, C10: “Mi associo al consigliere Rossi, non per dare colpe. Per esempio il decreto 53 è del maggio 2012, il 63 finiva gli effetti lo scorso dicembre, e vanno ora in ratifica. La maggioranza ha avuto problemi su diversi decreti. Giustifico in parte il ritardo per la crisi di governo ma il ricorso è comunque eccessivo ed è un grido di dolore lanciato nella scorsa legislatura anche da consiglieri di maggioranza. La moda ora continua e non vorrei nascesse anche l’uso di ritardare la ratifica”.
Luigi Mazza. Pdcs: “La precedente legislatura, quando si è interrotta, richiedeva urgenza su certi contenuti. La maggior parte sono decreti delegati, non legge, e nel 2012 ne sono stati prodotti 6 non 20. Nella nuova legislatura sono pochissimi e necessari. Non accetto il richiamo del consigliere Zafferani: nell’Ufficio di presidenza di dicembre quando abbiamo rimandato l’esame dei decreti tutti erano d’accordo. Il lungo ritardo nella nuova legislatura non c’è. Che i decreti legge siano usati solo per motivi di urgenza siamo concordi”.
Rossano Fabbri, Ps: “Condivido l’intervento del consigliere Zafferani. Se ci sono dei termini per la ratifica sono tassativi. Altrimenti ci sono conseguenze giuridiche”.
Elena Tonnini, Rete: “Perché c’è urgenza per il n. 141, già prorogato e che è un decreto legge? Dove è prevista la possibilità di reiterarli?”.
Alessandro Rossi, Su, per fatto personale: “Non lo faccio per parlare alla radio. Il problema oggettivo è che nella scorsa legislatura c’è stata un’alta produzione di decreti legge, non solo per atti urgenti”
Andrea Zafferani, C10, per fatto personale: “Confermo che si era concordato in Ufficio di presidenza di non portare decreti in Aula fino alla nomina del governo. Ma è in carica da tre mesi, non credo che ogni volta serva una richiesta di pietà da parte dell’opposizione per portare i decreti”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “I decreti sono uno strumento funzionale all’urgenza. Ma in questo comma stiamo dando un pessimo esempio. Ognuno dà la colpa agli altri e alle passate legislature. Noi siamo nuovi e mi sento in imbarazzo per questo pessimo spettacolo. Discutiamo dei decreti”.