CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 14-22 LUGLIO
LUNEDI’ 14 LUGLIO – pomeriggio
I lavori consiliari si aprono dal Comma 7, progetto di legge “Istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative legate alla vicenda ‘Cassa di risparmio’”, cui è stata accordata all’unanimità la procedura d’urgenza. Nel corso dell’esame dei 6 articoli del provvedimento, Sinistra unita presenta un emendamento all’articolo 1,comma 5 sulle modalità di accesso degli atti della commissione, su cui si è giunti a una modifica concordata. Unanime, con 53 voti a favore, dopo l’esame dei sei articoli, è anche l’approvazione del provvedimento, che era stato presentato e sottoscritto da tutte le forze consiliari.
L’Aula passa al comma 8 “Dibattito sull’emergere di fenomeni che hanno coinvolto alcuni ambiti politici”. In apertura, la Reggenza compie una premessa, tornando sulla questione morale e richiamando alla responsabilità e alla difesa delle istituzioni i rappresentanti politici, assicurando la massima attenzione su questo passaggio come garante delle istituzioni e della legalità.
Di seguito un estratto degli interventi:
Comma 7. Istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative legate alla vicenda ‘Cassa di risparmio’”
Luigi Mazza, Pdcs: “Il progetto di legge segue l’approvazione di un ordine del giorno dello scorso aprile ed è stato concordato da tutti i gruppi consiliari. L’avvio di una commissione d’inchiesta su Cassa di risparmio-Sopaf e gli elementi correlati sono stati valutati rilevanti. Viene escluso dai rilievi quanto è oggetto di indagine da parte della magistratura. Il testo prevede una composizione paritetica di 10 componenti in deroga da quanto previsto, ovvero da un numero più amplio, per non allungare i tempi e perché dalle esperienze precedenti si è valutato che un numero ristretto di componenti rendesse i lavori più efficienti. Ci auguriamo che nel tempo dei sei mesi previsti la commissione possa riferire in Aula. Nel prossimo comma si discuterà della nascita di un’altra commissione d’inchiesta e la sovrapposizione può complicare i lavori consiliari. Non crediamo che i problemi del Paese si risolvano con le commissioni di inchiesta e se il prossimo anno i lavori consiliari saranno incentrati sugli esiti delle commissioni non faremo quello che ci chiede la cittadinanza in questo momento”.
Simone Celli, Ps: “Lo scorso aprile il Ps appoggiò con convinzione l’istituzione della commissione poiché ritiene che la vicenda in questione rappresenti uno dei punti nodali della storia recente del Paese e che coinvolge l’istituto di credito ritenuto non a caso la banca dei sammarinesi. Dall’inizio trasparirono comportamenti discutibili, dal punto di vista politico, dal ruolo di Sopaf, ci fu il memoriale Ghiotti e oggi le indagini della magistratura di Milano fanno emergere un quadro inquietante in cui non è escluso il coinvolgimento politico.
A nome del Ps dichiaro il voto favorevole della commissione d’inchiesta, anche se avviene con 4 anni di ritardo. Auspico che la commissione diventi operativa al più presto, per fare chiarezza su uno dei capitoli più scuri della storia del Paese”.
Stefano Macina, Psd: “Nell’aprile 2014 abbiamo avuto già un dibattito sull’opportunità di istituire una commissione d’inchiesta e già in quell’occasione ho rilevato l’importanza di questo istituto per fare luce sui rapporti con la politica e i fatti svolti. Sarà importante il modo in cui si intenderà agire rispetto agli argomenti in discussione e tenendo conto degli atti già fatti da parte del Consiglio per l’istituto di credito. Il mio auspicio è che non si nuoccia ad esso. E’ importante quanto questa commissione porterà avanti per fare chiarezza su certe situazioni, compreso un ruolo debole dello Stato di difesa sulla Cassa di Risparmio. Da parte nostra, come Psd, confermiamo il nostro voto favorevole alla proposta di Commissione, in coerenza con quanto votato in Aprile”.
William Giardi, Upr: “Riteniamo non più prorogabile l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Occorre fare luce, al di là delle responsabilità penali su cui sta indagando la magistratura, di tutti i contorni di quello che è stato un vero e proprio esproprio di denaro di una banca sammarinese a beneficio di una finanziaria italiana in difficoltà. Per quali ragioni il salvataggio di Delta è stato a carico della Cassa? E i 15 milioni di euro finiti in Lussemburgo sotto forma di pagamento per una consulenza fanno pensare che qualcuno si sia indebitamente arricchito a danno del sistema bancario sammarinese. Sul caso Cassa di Risparmio- Sopaf abbiamo visto quale fu la trattativa di liquidazione con sovrapprezzo, pensando si potessero evitare azioni legali insostenibili. Ugualmente la giustizia ha fatto il suo corso e Delta non esiste più. Il Paese merita di conoscere la verità. Responsabilmente si devono guardare i fatti e la Repubblica chieda ragione dell’esproprio subito”.
Francesca Michelotti, Su: “Il consigliere Mazza ha detto subito che non crede nello strumento della Commissione d’inchiesta quando il Paese e la crisi chiederebbe che l’attenzione del Consiglio fosse riversata ad altre emergenze. Al contrario, noi riteniamo questa sia una vera e propria emergenza del Paese. Tutte le altre non possono partire senza una visione condivisa sul clima valoriale e culturale. Crediamo nella commissione d’inchiesta per far emergere i fatti che possano essere valutati dai cittadini con massima conoscenza. Quali altri segnali può mandare la politica? La commissione Fincapital ha segnato una svolta per accreditare la politica come sistema che non ha paura di indagare su se stessa. Quando venne divulgato il contenuto di un colloquio avvenuto a Palazzo Begni tra l’allora segretario di Stato per le Finanze e l’allora direttore Carisp Fantini, pare che un segretario di Stato chiese allo stesso Fantini di commettere un illecito. La questione del 2010 a noi di Su parve troppo importante per essere sottaciuta e la sottoponemmo al Tribunale che ha aperto un fascicolo, tramite rogatoria, e si è aperta un’indagine anche a Milano. Oggi lo Stato che ha investito tanto in Cassa di Risparmio ha il diritto di sapere come sono andate le cose. E voteremo a favore del progetto di legge”.
Mario Venturini, Ap: “Negli anni ho maturato la convinzione che alla classe politica del Paese non piacciono le commissioni d’inchiesta. In passato, molte si sono concluse in nulla, si presentavano due relazioni, di maggioranza e minoranza, che si annullavano a vicenda. E notai che alla popolazione non importava nulla delle commissioni d’inchiesta. Quindi quando ero all’opposizione, molte richieste di commissioni venivano respinte dalla maggioranza e la popolazione continuava a disinteressarsi. Negli ultimi anni la mentalità è cambiata, dal 2007 ad oggi ci sono state due commissioni che hanno lavorato, ce ne sarà una terza, forse una quarta e non ci fermeremo qui. Mi piace pensare che la commissione su Fincapital abbia segnato una svolta perché per la prima volta ha avuto un risultato unitario. A distanza di due anni ci sono forze politine che hanno criticato in campagna elettorale la commissione su Fincapital e oggi sono invece promotrici del provvedimento. Capisco che Celli rimpianga che la commissione arrivi dopo 4 anni. Ma anche se con ritardo, l’importante è che nasca. L’argomento è stato scelto dall’opposizione, ciò significa che anche in maggioranza ci sono state le necessarie sensibilità”.
Andrea Zafferani, Civico 10: “Siamo stati tra i promotori dell’ordine del giorno recependo alcune precise indicazioni giunte dalle forze di maggioranza che ci sottolineavano, rispetto alla nostra precedente richiesta, di circoscrivere l’ambito di azione della commissione d’inchiesta. Siamo felici che si possa partire finalmente per fare chiarezza su una delle vicende più delicate che riguardano il nostro Paese, uno dei capitoli più oscuri della sua storia, quello che appunto riguarda la Cassa di Risparmio. Il compito di questa commissione d’inchiesta sarà quello di valutare eventuali responsabilità politiche mentre quelle penali spettano al Tribunale. Dalla risoluzione della questione morale può partire la rinascita del nostro Paese”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Non può essere una commissione d’inchiesta a risolvere i guai del nostro paese, sono d’accordo. Ma facendo i nomi riusciremo ad avere un quadro per capire quello che è successo a questo Paese. Quello che verrà fuori non potrà essere etichettato come accanimento ma come un far venire alla luce quello che era nascosto”.
Denise Bronzetti, Indipendente: “Ai commissari che faranno parte della commissione d’inchiesta spetta il compito di chiarire le responsabilità politiche. E’ un bene che si sia finalmente arrivati a ciò ,nonostante le tante difficoltà che ha la politica di fare i conti con sé stessa. Ci apprestiamo a votare a favore di questa proposta di istituzione della commissione d’inchiesta”
Comma 8 “Dibattito sull’emergere di fenomeni che hanno coinvolto alcuni ambiti politici”.
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Ogni atto politico deve rispondere all’esigenza di favorire la cultura della legalità e della trasparenza, è l’unico modo in cui politica si mette a servizio della giustizia. Il Consiglio grande e generale, tramite l’approvazione unanime dell’odg di maggio scorso, ha individuato le linee direttrici per contrastare il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo. Le iniziative della Commissione affari giustizia, sono state orientate al fine di garantire il completamento della copertura e della formazione dell’attività del tribunale. Il lavoro della segreteria e del governo in ambito di giustizia non è finito, la piena fiducia nella competenza della magistratura è condizione necessaria affinché le inchieste siano affrontate con equilibrio. La segreteria di Stato per la Giustizia si augura che la magistratura possa proseguire il suo lavoro con la massima celerità e autonomia nel rispetto del diritto della difesa”.
Simone Celli, Ps: “Il gruppo del Ps ha formalizzato nei giorni scorsi richiesta di una seduta straordinaria per portare in Consiglio un apposito dibattito con l’obiettivo di aprire una profonda riflessione politico sullo stato di incertezza in cui si trova la Repubblica di San Marino. Il Ps è preoccupato per la crisi economico e sociale, per l’esplosione della questione morale che ha coinvolto direttamente o indirettamente figure legate all’ambiente politico. Non voglio cadere nelle polemiche e nello scontro politico, ci allontanerebbe da un confronto serio sulla peggiore crisi sistemica dal dopoguerra ad oggi nel nostro Paese. A prescindere dal ruolo istituzionale, non si può essere arroccati nelle proprie posizioni politiche, occorre una riflessione sulle strategie di uscita per non correre nel rischio che il Paese possa saltare per aria. Occorre mettere in campo una reazione politica ferrea e reale per provare a liberarsi dalle sabbie mobili. Sulla questione morale per il Partito Socialista è del tutto inaccettabile che qualcuno voglia sfruttarla per giocare una partita di ordine squisitamente politico, magari semplicemente con l’obiettivo di eliminare l’avversario scomodo oppure di raccogliere qualche manciata di voti in più alle prossime elezioni. Si usi il buon senso, colleghi Consiglieri, e si eviti di interferire con l’attività dei Magistrati tirandoli per la giacca a seconda delle convenienze del caso. La politica torni a fare la politica: questo il punto di partenza di questo dibattito. Il compito di accertare le responsabilità giudiziarie spetta al tribunale. Va bene ricercare quelle politiche, va bene l’approvazione della commissione di inchiesta su Cassa e Sopaf, ma si deve fare chiarezza su tutto, anche sul caso Chalet-Mose. Nessuna vicenda che prevede coinvolgimento diretto o indiretto dalla politica sia escluso dalla voglia di far emergere la verità. Altrettanto importante è il tema sulla crisi politica e sociale de Paese. Nonostante l’uscita dalla black list e l’approvazione del decreto sviluppo, i segnali di investimento e ripresa economica sono troppo pochi. Di qui il nostro giudizio negativo sul governo e sulla coalizione di maggioranza. Riconfermiamo la richiesta di dimissioni. Ai consiglieri di maggioranza chiedo quali sono le ragioni per cui il governo dovrebbe restare in sella se non porta a casa segnali tangibili di ripresa? Senza risultati effettivi il governo diventa puro esercizio di gestione del potere, un’occupazione di poltrone. Serve un progetto per rimettere in moto il Paese dopo anni di recessione. Invece il governo si è eclissato in 5 mesi di nulla dopo che i presupposti di ripresa sono apparsi.
Da questo dibattito deve emergere un messaggio politico orientato alla consapevolezza, o si apre una nuova fase politica o si vada al voto. Il Ps ha abbracciato da tempo la terza via, non siamo alla ricerca di inciuci ma di una soluzione politica per traghettare il Paese fuori dalla peggior crisi economico e sociale degli ultimi 50 anni”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Non c’è pace sociale senza giustizia sociale. Non c’è pace interiore se non facciamo giustizia con la nostra vita e questo vale oltre che in ogni uomo, in ogni Paese. Ho la percezione che a tutti i livelli si stia perdendo questa consapevolezza che era invece ben salda nei nostri padri. Ho davanti agli occhi le immagini dei barconi delle persone che cercano salvezza dall’Africa. Questa è la questione morale che mi interessa. Se non vivo con giustizia, non realizzo la pace sociale e vale per tutti.
La Dc ha deciso di attuare la giustizia che porta alla convivenza politica, la Dc ha scelto in questi anni di non chiudere gli occhi se alcuni dei suoi membri attuali o passati non hanno agito negli interessi del Paese. La Dc chiede che venga restituito alla comunità tutto quello che è stato tolto, nel rispetto però della dignità umana.
Se guardo ai miei colleghi, non solo della Dc, non mi vergogno di essere qui in Consiglio. In molti dicono che la politica è tutta degradata, ma dal 2007 invece molte cose sono cambiate, grazie all’opera di questo governo e di quello prima ancora. Se delle riforme sono state fatte in materia di legalità è merito un po’ di tutti, ed è merito di tutti se piano piano riusciamo a mettere la gente di fronte alle proprie responsabilità. Se la Dc ha avuto tra i suoi uomini qualcuno che ha sbagliato, deve oggi chiedere scusa”.
Stefano Macina, Psd: “Celli oltre a chiedere le dimissioni, su cui non possiamo essere d’accordo, ha parlato di crisi di sistema. Siamo di fronte a un cambiamento e i partiti hanno fatto molti atti in questi anni. Ci sono aspetti ancora deficitari su cui intervenire. Auspico che il confronto in Aula possa continuare. Il tema centrale è la questione morale. Come Psd abbiamo preso strade precise sul terreno della legalità e sosteniamo le esigenze di chiarezza dell’opinione pubblica.
Non condivido che siamo in emergenza, come sistema, come normative e azioni da mettere in atto. Abbiamo recuperato credibilità, con passaggi fondamentali quali la legge del 2005 sul potere autorizzativo, la Lisf, la normativa del 2008 sull’antiriciclaggio, l’Aif, il Clo, la legge elettorale del 2007, le varie intese, l’adesione al Sepa. Ci siamo dotati di una base normativa e di anticorpi importanti.
Condivido che la politica deve tornare a fare la politica, valutare altre iniziative oltre alle commissioni d’inchiesta. Noi siamo disponibili al confronto e ad assumerci le responsabilità che ci competono nell’azione di governo”.
William Giardi, Upr: “San Marino, destato dal torpore della falsa ricchezza, viene scosso dal problema morale. C’è un clima collettivo di destabilizzazione e disorientamento. Per alcuni tutti i politici sono corrotti, altri teorizzano l’autogoverno del popolo. Marx sottolineava che le figure di spicco danno un impronta al tempo che vivono, ma sono anche l’esigenza delle tematiche del tempo. La moralità corrotta nasce da un movimento circolare, dalle esigenze di larghi strati della collettività. Occorre capire perché non si è fatto nulla prima. Il dibattito di oggi si estende a varie vicende, cui Upr ha sempre prestato attenzione. Mi chiedo se si estende anche a E-vox e altri fatti. Upr auspica un rilancio della moralità in tutti gli ambiti della politica, senza la democrazia manca di sostanza”.
Ivan Foschi, Su: “Il titolo del comma è alquanto bizantino. Emerge dalle inchieste una realtà fino a ieri scansata dal dibattito politico. Sono state coinvolte figure di spicco. Sono stati aperti procedimenti penali a carico di politici, emesse misure cautelari restrittive. Dobbiamo accertare le responsabilità a 360 gradi, non solo nell’ambito politico, ma nei gruppi di potere che hanno esercitato pressione, contando sulla tutela dei propri interessi da parte dei propri referenti istituzionali. Di connubio tra affari e politica si parla dagli anni ’90, ma la maggioranza di turno ha sempre scrollato le spalle. Eppure non erano fantasie le tangenti e le pratiche sul voto estero. Occorre ripensare il ruolo della politica e di chi la fa. Non possiamo uscire con un odg che fa appello alla responsabilità, occorrono norme precise su finanziamenti e trasparenza. Un avviso di garanzia deve bastare per una sospensione dalla politica attiva”.
Andrea Zafferani, C10: “Parliamo di riciclaggio, associazione a delinquere, ma anche del fallimento totale della gestione del Paese dai famigerati anni ’90 al governo straordinario. Una gestione che ha svenduto la Repubblica. Questi fenomeni hanno coinvolto profondamente i due partiti che hanno governato in quei 15 anni. La magistratura va sostenuta, occorre darle tutti gli strumenti necessari. Vedere lo sviluppo del sistema finanziario regolato dalla quantità delle tangenti, le tlc dettate da alcuni conti in banca, il controllo politico sulla magistratura, fa molto male. Siamo stati considerati un Paese inaffidabile. Ma a noi piace guardare anche al futuro, non solo al passato. Le persone più serie devono prendere atto che una certa classe politica ha fallito e deve lasciare strada ad altri, mettendo anche in discussione la loro appartenenza ai partiti tradizionali. Servono poi idee chiare su un programma profondo di riforme, che parta da giustizia, lavoro e Pa. Non possiamo più permetterci di stare fermi. Vedremo chi capirà la necessità di un nuovo corso”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Occorre analizzare cosa succede adesso, per capire cosa fare in futuro. Non si può negare che la classe politica ha prestato il fianco ai poteri forti e che ancora oggi la situazione è drastica. Le leggi non bastano. Occorre prendere le distanze da chi ha avuto responsabilità, vanno isolati. La magistratura deve fare il suo corso e la classe politica deve dare una valutazione sulle responsabilità. Dobbiamo anche sapere quanto ci costa la corruzione. I politici non devono solo dichiarare i redditi, ma anche i patrimoni, servono controlli frequenti. Non dobbiamo avere paura di fare scelte e aspettare che siano”.
Massimo Cenci (Pdcs Ns): Già dalla scorsa legislatura io ed altri più di una volta ci siamo trovati a difendere fermamente il Tribunale, in un momento in cui era più facile inveire contro la sua inefficienza. Non mi piacciono i tam tam mediatici che ci si immagina dove vogliono arrivare anche se non è sempre chiaro chi li manda. Non mi piacciono neppure i “pizzini” affidati alla stampa o alla rete internet. L’impressione è che si sia messo in moto un meccanismo difficilmente arrestabile. Da quello che emerge viene messa in luce una fotografia piuttosto fredda del nostro Paese ma che al contempo non ci stupisce. E’una situazione che si immaginava e che avrà sicuramente ancora conseguenze in questo Paese.
Federico Pedini Amati (Ps): Il momento non è difficile solo per chi è coinvolto in particolari questioni ma c’è vera crisi del sistema economico e istituzionale sammarinese. Sono d’accordo con il consigliere Ciavatta quando dice che la soluzione per risolvere i problemi della Repubblica sammarinese non può essere quella di costituire domani mattina un Governo d’emergenza. Si rispetti la dignità delle persone coinvolte, senza dubbio, ma prima di tutto si rispetti quella del cittadino cercando di essere il più trasparenti possibile. Ci sono voragini corruttive e coperture di queste voragini che rappresentano un sistema che io mi auguro sia finito. La politica e chi governa questo Paese prenda le distanze da tutto ciò. Rispetto alle commissioni d’inchiesta tout court posso solo dire che non hanno mai prodotto un risultato efficace sul fronte della verifica della veridicità o meno dei fatti accaduti. La politica ed i partiti devono assumersi le proprie responsabilità. E si emargini chi fa politica con corruttele, corruzione e situazioni illecite.
Guerrino Zanotti (Psd): Occorre prendere coscienza del fatto che va cambiata pagina. Intraprendiamo una strada diversa che, in parte, abbiamo già imboccato. Il clima nel quale opera la Magistratura in questo periodo è anche frutto di una svolta che c’è effettivamente stata nel Paese. Abbiamo adottato una serie di provvedimenti che rendono più difficile praticare la cattiva politica. Il richiamo è quello affinché la politica dia una risposta concreta alla richiesta di legalità che giunge dalla società. Questi dibattiti rischiano di essere piuttosto vuoti se non vengono riempiti di contenuti.
Marco Gatti (Pdcs Ns): E’la prima volta che vengono aperti procedimenti penali su politici per indagini su presunti illeciti per atti corruttivi di riciclaggio. Perché è la prima volta? Secondo me perché è cambiata la politica. Se prima era la politica a bloccare tutto ora c’è stato un cambiamento. Io credo che dovremo prendere atto di una politica che è cambiata e ha detto: per far ripartire il Paese occorre ripartire da noi. Parte della colpa di un certo sistema è anche dei cittadini però l’esempio lo danno coloro che sono ai vertici. Forse allora c’è stato un periodo storico in cui la politica non ha dato il buon esempio. Nella Democrazia Cristiana voci critiche sono partite tanti anni fa ed hanno combattuto per il cambiamento. Non hanno combattuto le persone ma per salvaguardare il patrimonio culturale del nostro partito riaffermando le nostre basi ideali. Oggi il compito dei partiti è quello di continuare questa opera. Dobbiamo far si che crescano dei giovani che sulla base di valori ideali e culturali portino avanti la propria azione politica. In questo Paese è venuto in visita un Capo di Stato italiano che ha lanciato un messaggio straordinario: dobbiamo capire che siamo l’uno l’opportunità dell’altro per il rilancio economico dei due Stati.
Alessandro Mancini (Ps): Su San Marino si è abbattuta una tempesta perfetta: da una parte la crisi economica che peggiora giorno dopo giorno e ha comportato livelli di disoccupazione drammatici, dall’altra la questione morale. Ad oggi non sono arrivate risposte alla crisi che sta attraversando il Paese. Quali sono i progetti imprenditoriali in grado di rilanciare il Paese? Quali sono i risultati positivi che avrebbe portato il Tavolo per lo Sviluppo? Al centro della questione morale c’è il processo del “Conto Mazzini” che in realtà è il processo alla politica dei primi anni del 2000. Oggi abbiamo iniziato a fare il processo alla politica degli anni 2008/2009/2010 con l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla vicenda Cassa di Risparmio-Sopaf. Se vogliamo ridare credibilità alla politica e ai partiti dobbiamo dire che quello che abbiamo fatto è troppo poco. Serve un ricambio generazionale e di metodi per fare la politica.
Tony Margiotta (Sinistra Unita): Tutti sono preoccupati della questione morale che in qualche maniera potrebbe scoppiare nel nostro territorio. Io me lo auguro perché il fatto che uno dei più grandi esponenti storici del partito di maggioranza sia stato messo agli arresti con le varie accuse e soprattutto con un conto in banca di 14 milioni di euro, fa pensare che forse c’è qualcosa che non va. Ha utilizzato il proprio ruolo per interessi personali o di gruppo. E questo per me è una cosa che fa male. Non tanto al politico Tony Margiotta ma alla cittadinanza sammarinese che da alcuni anni è stata chiamata a intraprendere un percorso di cambiamento basato anche su tasse straordinarie. Onestamente ci troviamo in una situazione di cambiamento che stiamo interpretando tutti. La politica ma soprattutto il Paese sta cambiando. Fino a qualche tempo fa coloro che sedevano nelle varie Segreterie di Stato erano abituati alla visita di persone in difficoltà che chiedevano un posto di lavoro o addirittura una licenza. Questo meccanismo ha portato a quel fenomeno che oggi paghiamo e che determina situazioni clientelari.
Fabio Berardi (Pdcs Ns): Sia nei toni che nei contenuti quello che emerge in questo confronto è un’unità di intenti per combattere i fenomeni che stiamo discutendo e combattere nel tempo situazioni sgradevoli. Se oggi la politica ha fatto una svolta lo ha fatto perché in questi anni è stata capace di dotarsi degli anticorpi necessari. Norme che sono la conferma che nel nostro ordinamento nessuno si può sentire al di sopra della legge. Al di là dell’attività e della produzione normativa io ricordo azioni fatte a livello di Governo significative anche per i temi che stiamo trattando. La forza della politica è trovare le soluzioni affinché queste soluzioni non si verifichino più.
Mimma Zavoli (Civico 10): Stiamo vedendo la faccia sporca della politica. La faccia oscura che ha agito all’ombra dei partiti. Io credo che non vi siano leggi o codici etici che tengano se ognuno non pensa a distinguere, attraversi comportamenti personali, ciò che è lecito da ciò che non lo è. Chi si prende responsabilità politica deve essere al di sopra di ogni tentativo di corruzione e non lasciarsi lusingare. Il tempo dei tentennamenti è finito da un pezzo. La Magistratura dovrà andare fino in fondo e chi ha sbagliato dovrà pagare penalmente e politicamente. Tutti i politici dovrebbero fare un passo indietro per preservare le istituzioni che rappresentano nel rispetto della delega ricevuta e difendendosi nelle sedi opportune come liberi e privati cittadini. Il punto è: quanto saremo disposti a fare crescere le buone pratiche politiche? Altrimenti quello che diciamo qui dentro saranno solo vuote parole.
San Marino 14/07/2014