La Cina è vicina. Pure troppo. Se l’Europa – ma il concetto vale per il mondo intero – è in ginocchio a causa del Covid, la Cina è riuscita invece ad arginarlo quasi immediatamente, lasciando il problema, sanitario ed economico, a tutti gli altri. Così mentre il Pil di mezzo pianeta arranca, aziende e attività chiudono, il colosso asiatico non si ferma e si sta sempre più affermando come l’economia di riferimento. I prossimi anni diranno se quanto sta succedendo potrà rappresentare una preoccupazione per le democrazie occidentali e se il modello cinese le stia definitivamente mettendo in difficoltà, non solo sul piano finanziario, ma anche su quello politico. Il punto è che con le loro regole ferree, il controllo asfissiante della privacy, uno Stato centralizzato in stile “1984”, i cinesi sono gli unici che oggi hanno davvero voltato pagina. Non è un caso se con tutte le sue contraddizioni ed errori commessi, l’ormai ex presidente americano Donald Trump, ha in qualche modo posto in secondo piano le complicazioni sanitarie derivate dal coronavirus, per concentrarsi sull’economia. Il rischio era ed è quello di farsi “mangiare” dalla Cina e gli Usa – piaccia oppure no – recitano il ruolo di baluardo democratico mondiale. Anche San Marino e Rimini rischiano di vedere alberghi, bar, ristoranti strappati di mano dai cinesi. Tanto che esiste un sito molto particolare per vendere loro direttamente. Si tratta di www.venderefacileaicinesi.com. Perché è nato? Perché i cinesi pagano bene e subito. Così chi vuole cedere la propria attività può farlo in maniera molto più semplice e veloce. I cinesi hanno capacità di spesa importanti e soprattutto amano “colonizzare” città e quartieri. In questa maniera si diventa padroni… in casa d’altri. Certamente tutto ciò non accade da oggi, ma la pandemia ha esasperato la situazione. Guardare per credere: sul Titano è nientemeno che un tour operator ad offrirsi alla Repubblica popolare. A Rimini ci sono capannoni in vendita. Per non parlare di bar, ristoranti e alberghi: non a caso i più colpiti dai vari decreti. Persino palazzi storici, gelaterie antichissime. E ancora ville, appartamenti, tabaccherie, centri benessere, parrucchieri e imprese di costruzioni. C’è davvero da preoccuparsi perché si svende la propria sovranità nel silenzio e nell’indifferenza più totale. Si pensi al governo italiano, impegnato a difendere Mediaset dalle mire straniere: ecco che c’è chi, un mattoncino alla volta e fuori dalla ribalta dei media nazionali, acquista un pezzettino delle nostre tradizioni. Perché dietro a quel bar o a quel parrucchiere, ci sono spesso e volentieri anni e anni di sacrifici, rapporti umani con la gente, di sudore, di amicizie, di emozioni, insomma di vita vissuta che non torneranno mai più. Il mondo stava già procedendo a grandi passi in una direzione rovinosa, ora quel processo viene inesorabilmente accelerato. Nel 2021 i vari governi dovranno per forza interrogarsi e fare i conti con questa realtà. Certo, il fatto che vi sia una economia florida pronta a investire non deve naturalmente essere visto come un fatto totalmente negativo, anzi. La sfida tuttavia è non subire ma se possibile cavalcare la ripresa. In gioco c’è la nostra sopravvivenza e quella della stessa forma di governo che oggi conosciamo come democrazia. E allora ecco che sorge spontanea la domanda: siamo pronti a barattare la nostra libertà per la sicurezza di un lavoro, di una casa, di uno Stato super efficiente che tutto controlla e tutto sa? Personalmente credo che non sia tutto oro quello che luccica, ma temo altresì che presto ci troveremo costretti a fare i conti e dare una risposta a tale quesito.
David Oddone