San Marino, cresce il fronte civico contro la doppia cittadinanza. Il Comitato: “A rischio sovranità e identità nazionale”

Si accende il dibattito sulla cittadinanza nella Repubblica più antica del mondo. Un tema che, pur non nuovo, torna oggi al centro dell’agenda politica e civile con forza inedita, spinto dalla presa di posizione netta del Comitato Civico per la Cittadinanza, che lancia l’allarme: la doppia cittadinanza è diventata la norma, e questo rischia di compromettere l’identità statuale e la sovranità sammarinese.

I numeri sono chiari: nel 2024, la maggioranza dei residenti a San Marino possiede due o più cittadinanze. La più comune, ovviamente, è quella italiana, dato l’intreccio geografico e storico tra San Marino e il suo unico confinante. Ma ciò che per decenni è stato un fenomeno marginale e regolato con estrema cautela, sta oggi diventando una questione strutturale che, secondo il Comitato, merita attenzione, prudenza e visione politica di lungo periodo.

La Repubblica a rischio marginalizzazione nella sua stessa casa

Al cuore della critica vi è l’imminente approvazione del progetto di legge che modifica i criteri per la concessione della cittadinanza per naturalizzazione, già portato in prima lettura in Consiglio Grande e Generale. Il disegno di legge prevede, tra le novità più contestate, l’eliminazione dell’obbligo di rinuncia alla cittadinanza d’origine, un vincolo che – ricordano dal Comitato – era fino a oggi considerato consuetudine istituzionale, richiamata anche dal giurista Luigi Lonfernini.

Una modifica che, secondo i promotori civici, non solo rappresenterebbe una rottura storica con la tradizione sammarinese, ma avrebbe anche ripercussioni profonde sul tessuto sociale e sull’equilibrio politico della Repubblica. “Siamo un Paese piccolo, 60 chilometri quadrati, con poco più di 34.000 residenti. Se la maggioranza dei cittadini finisce per appartenere – anche politicamente – a un altro Stato, cosa resta della nostra sovranità?”, si domandano nel comunicato.

La questione tocca anche la rappresentanza democratica: il rischio, avvertono, è che i sammarinesi con una sola cittadinanza diventino una minoranza elettorale nel proprio Stato, mentre chi mantiene legami formali e sostanziali con un altro Paese eserciterà pienamente diritti politici doppi, votando e candidandosi sia a San Marino che all’estero.

“Scelte motivate dal consenso, non dall’interesse nazionale”

A preoccupare ulteriormente è la rapidità con cui si sta portando avanti la riforma. Secondo quanto riferito dal Comitato, durante i colloqui informali con esponenti politici sarebbe emersa una motivazione elettoralistica, volta a “regolarizzare” situazioni di cittadini naturalizzati che non hanno ancora adempiuto all’obbligo della rinuncia alla cittadinanza originaria.

Una dinamica che – denunciano – fa prevalere la logica del consenso su quella dell’interesse nazionale: “Siamo davanti a un passaggio che tocca l’anima della Repubblica e lo si vuole trattare come una pratica amministrativa”, osservano.

La richiesta: fermare la legge e avviare una riflessione collettiva

Il Comitato Civico per la Cittadinanza chiede con fermezza che il progetto di legge venga ritirato dall’iter ordinario, e che il tema venga trasferito alla Commissione per le Riforme Istituzionali o a una commissione apposita, con il coinvolgimento diretto della cittadinanza in un processo di confronto pubblico e trasparente.

Al momento, è stata formulata richiesta ufficiale di incontro alla Reggenza, ancora in attesa di risposta. L’appello è rivolto a tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione: “Il tema della cittadinanza non può essere affrontato per logiche di breve periodo. Chiediamo ascolto, rispetto e risposte concrete. Solo così si ricostruisce la fiducia sociale”.

Uno snodo storico per San Marino

Nella lunga storia della Repubblica, il principio dello ius sanguinis – la cittadinanza per discendenza – ha sempre avuto priorità rispetto allo ius soli, legato alla residenza. Cambiare questo equilibrio, secondo il Comitato, significa cambiare la natura stessa della cittadinanza sammarinese, con effetti che si ripercuoteranno sul contratto sociale, sulla struttura democratica e sui rapporti internazionali.

Il messaggio del Comitato è chiaro: fermatevi prima di fare un passo che non potrà essere annullato. Perché la cittadinanza non è solo un diritto: è anche appartenenza, responsabilità, storia condivisa. E in uno Stato così piccolo, sottolineano, non si può permettere che il cuore della sua identità diventi oggetto di fretta legislativa e calcoli elettorali.