C’e’ un altro arresto che fa scalpore all’interno dell’operazione Criminal minds della Guardia di finanza di Rimini che all’inizio dell’anno aveva portato in carcere, tra gli altri, il patron di Karnak, Marco Bianchini. Ai domiciliari ci finisce questa volta un assistente della Polizia di Stato in servizio proprio a Rimini. E’ stato, inoltre, disposto il sequestro di una somma di circa 9.000 euro. Per il poliziotto i reati ipotizzati dal gip Fiorella Casadei sono calunnia, spaccio di sostanze stupefacenti, falso in atto pubblico e corruzione.
I fatti, spiega una nota della Gdf, risalgono al 2008 e “all’ingiusto arresto di un cittadino sammarinese”, Manco Catello, per detenzione ai fini di spaccio di 2,5 grammi di eroina, “trovati a bordo della sua autovettura occultati con una calamita sotto un paraurti”.
Per quello stesso fatto era finito agli arresti un uomo della Gdf di Rimini, Enrico Nanna. In sostanza, su ordine di Salvatore Vargiu titolare allora dell’agenzia investigativa Cio, i due rappresentanti delle forze dell’ordine hanno inscenato con altri colleghi un controllo sull’auto di Catello, facendo ritrovare l’eroina “Il poliziotto- aggiunge la nota della Gdf- e’ risultato aver piu’ volte cercato di portare all’errore i propri colleghi per indurli a eseguire perquisizioni sull’auto e sulla persona del sammarinese per ricercare sostanze stupefacenti”.
Agendo, appunto, secondo “le direttive di Vargiu che, per soddisfare le richieste di una sua cliente, voleva incastrare l’ignara vittima”. Si trattava dell’ex moglie di Catello, Romina Conti, che aveva incaricato la Cio di monitorare l’ex marito in merito alla vicenda di affidamento della figlia. “Per tali prestazioni- prosegue la nota- per aver compiuto preliminari pedinamenti al soggetto sammarinese e per aver effettuato visure agli archivi di polizia cui aveva accesso, il pubblico ufficiale ha ricevuto assegni bancari per complessivi 9.000 euro circa”.
L’operazione e’ stata eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria con la collaborazione della Questura di Rimini e il “determinante apporto” dell’autorita’ giudiziaria di San Marino, “la quale, accogliendo in toto le richieste di assistenza giudiziaria formulate dalla Procura della Repubblica di Rimini, ha contestualmente eseguito perquisizioni e sequestri presso locali nella disponibilita’ del pubblico ufficiale anche nella Repubblica del Titano”. Sono cosi’ ora al vaglio degli inquirenti materiali e documenti rinvenuti nel corso delle perquisizioni, “risultati di particolare interesse probatorio”. Dire.it
Da Smtv
Ci sono anche due gendarmi, indagati per calunnia, avrebbero fornito segnalazioni false alla polizia riminese sul presunto spacciatore poi fermato sulla Consolare di San Marino. L’operazione, sottolineano le fiamme gialle, è stata eseguita con l’apporto determinante dell’autorità giudiziaria di San Marino. Grazie alla collaborazione con la magistratura della Repubblica sono state già eseguite alcune perquisizioni su rogatoria, sia domiciliari che presso le stazioni della gendarmeria dove erano in servizio i due militari sammarinesi indagati.