San Marino, 30 Aprile 2025 – I dati contenuti nella relazione sull’attività ispettiva della Sezione Ispettorato del Lavoro per il periodo 2019-2024 disegnano un quadro che non può lasciare indifferenti. Numeri e tendenze che arrivano a pochi giorni di distanza dall’ennesimo grave incidente sul lavoro accaduto nel nostro territorio, e che pongono con ancora maggiore urgenza la questione della sicurezza e della legalità nei luoghi di lavoro.
Dal 2019 al 2024, il numero totale di ispezioni effettuate ha subito una riduzione drastica: si è passati dalle 2.690 verifiche del 2019 alle 1.971 del 2023, fino alle sole 1.424 nel 2024. Una flessione che, al di là delle motivazioni organizzative o delle risorse disponibili, rappresenta un evidente arretramento sul fronte del presidio e del controllo della legalità nei luoghi di lavoro.
Parallelamente, cresce in modo significativo l’incidenza percentuale delle situazioni irregolari riscontrate: dal 5,43% del 2019 al 7,51% del 2024. Un incremento che apre una doppia possibile lettura: da un lato potrebbe essere il segnale positivo di un’attività ispettiva più mirata, che intercetta con maggiore precisione le situazioni a rischio; dall’altro – ed è questa la lettura più preoccupante – potrebbe indicare un deterioramento progressivo delle condizioni di regolarità nei luoghi di lavoro, con un aumento di comportamenti scorretti che sfuggono sempre più spesso ai controlli proprio a causa della loro riduzione.
La CSU ritiene che non sia più accettabile continuare a operare con una rete ispettiva in fase di contrazione. Nell’ultimo anno il numero di Ispettori operativi è calato di due unità, passando dai 6 del 2023 ai 4 del 2024, ai quali sono inoltre state assegnate altre attività che trascendono dall’operato ispettivo canonico che hanno pertanto ridotto la loro capacità operativa. È necessario un deciso cambio di passo: occorre investire risorse umane e competenze per potenziare la Sezione Ispettorato del Lavoro, garantendo una presenza più capillare e sistematica sui luoghi di lavoro, con particolare attenzione ai settori più esposti a rischi e irregolarità.
A preoccupare è anche la gestione successiva alle verifiche: i ritardi nel pagamento delle ingiunzioni emesse negli anni di competenza minano la credibilità e l’efficacia dell’intero sistema di vigilanza. Le sanzioni non possono restare solo su carta: è fondamentale che seguano un percorso certo, rapido e coerente. Diversamente, si rischia di inviare un messaggio sbagliato e non conseguire il risultato prefissato: il rispetto delle regole non è un optional e chi viola la normativa non può continuare a farlo senza reali conseguenze.
Alla luce delle evidenze emerse dalla relazione ispettiva, la CSU afferma con forza la necessità di riportare il contrasto al lavoro irregolare al centro dell’agenda politica e sociale del Paese.
Il lavoro nero non solo priva lavoratori e lavoratrici delle tutele fondamentali, ma contribuisce in modo diretto all’abbassamento degli standard di sicurezza nei luoghi di lavoro — una deriva che la nostra Repubblica non può permettersi.
Le ispezioni confermano inoltre un altro fenomeno preoccupante: l’utilizzo improprio del contratto part-time. La CSU denuncia da tempo che, in diversi settori, questo strumento contrattuale viene spesso distorto per mascherare rapporti di lavoro a tempo pieno. Una pratica che comporta una grave penalizzazione sul piano previdenziale, colpendo in particolare le donne, che rappresentano la maggioranza delle persone impiegate con contratti di questo tipo.
La CSU ribadisce, ancora una volta, che il lavoro regolare e la sicurezza non sono un obbligo burocratico, ma un diritto inalienabile. Non si tratta di costi da mettere a bilancio, ma pratiche che garantiscono dignità al lavoro e alla vita delle persone.
È tempo che le istituzioni rispondano con determinazione, rilanciando un sistema di controlli efficiente, trasparente e autorevole e che all’ispettorato venga messo a disposizione il personale necessario a tale scopo. La cultura della legalità e prevenzione non può più aspettare. E il mondo del lavoro non può più permettersi di restare in silenzio.
CSU- CENTRALE SINDACALE UNITARIA