San Marino. Da Fenomeni atmosferici a cambiamenti climatici … di Paolo Forcellini

Ai primi caldi, ogni anno, gli organi d’informazione — giornali e telegiornali — tirano fuori le solite, stantie immagini e i filmati di repertorio obbligatori: code ai caselli, incidenti stradali, turisti nelle città d’arte (Roma in particolare) che cercano refrigerio nelle fontane, immergendoci i piedi, se non buttandovisi completamente dentro; altri che bevono, che mangiano un gelato rinfrescante o che mettono la testa sotto i «nasoni» delle fontanelle.

Altre immagini mostrano turisti che si fanno una pennichella in stazione, in attesa dell’arrivo di un treno. Una carrellata di anziani e vecchi sbracati su una panchina al parco o seduti ai tavolini del bar del paese, intenti a sventagliarsi con qualsiasi cosa capiti loro tra le mani. Città deserte, negozi chiusi con il cartello che indica il periodo di ferie e il giorno della riapertura. Intanto, i molti cittadini che non hanno potuto andare in villeggiatura (così una volta si chiamavano le ferie, che spesso duravano un mese, due per i più facoltosi) protestano vivacemente per i disagi quotidiani cui vanno incontro.

Inoltre, un continuo susseguirsi di immagini  mostra i tanti interventi delle forze dell’ordine o dei pompieri per arginare gli incendi che si verificano nelle zone aride del Sud o delle isole — da sempre — oppure per soccorrere le popolazioni del Nord, colpite dalle periodiche esondazioni dei fiumi, che causano frane e smottamenti, con relative chiusure stradali.

In definitiva, niente di nuovo sotto il sole, anche se oggi si esprime con qualche grado in più. Ma questo, tornando a ritroso nella vita della Terra, è sempre accaduto: periodi più freddi con le glaciazioni e periodi più caldi con relativa siccità e desertificazioni hanno caratterizzato la sua storia climatica. Tutto come negli anni e secoli passati. Solo che una volta li chiamavamo fenomeni atmosferici, ora cambiamenti climatici.

Purtroppo oggi la scienza deve inchinarsi alla politica, soprattutto a chi si è inventato la transizione ecologica, con la quale certi Stati e movimenti politici sperano in altrettanti ingenti movimenti di capitali a loro favore.

Paolo Forcellini