San Marino. Dalla CDLS la proposta della settimana corta, nuove culture del lavoro e intelligenza artificiale: il sindacato lancia il dibattito su un nuovo equilibrio

Settimana corta, nuove culture del lavoro e intelligenza artificiale: il sindacato lancia il dibattito su un nuovo equilibrio
CDLS: “La settimana lavorativa di quattro giorni è una leva concreta per conciliare produttività, benessere e diritti”
San Marino 25 aprile – Cinque anni dopo il trauma collettivo della pandemia da Covid-19, il mondo del lavoro è ancora attraversato da profonde trasformazioni. Dallo smart working all’intelligenza artificiale, passando per nuove forme di flessibilità, sono cambiati gli strumenti, i tempi e – sempre più – anche i valori.
È in questo contesto che la Confederazione Democratica dei Lavoratori Sammarinesi (CDLS) rilancia il dibattito sulla settimana lavorativa di quattro giorni, considerandola una delle risposte più promettenti alle sfide della modernità.
Non possiamo permetterci un ritorno al passato come se gli anni del Covid-19 fossero stati solo una parentesi da dimenticare”, afferma la Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi. “Le innovazioni sperimentate in emergenza vanno integrate in una nuova cultura organizzativa, fondata sulla fiducia, sulla responsabilizzazione e su un migliore equilibrio tra vita e lavoro.”
Al centro dello studio analitico diffuso dalla CDLS, consultabile sul sito www.cdls.sm c’è il concetto di trasformazione culturale del lavoro: un passaggio sempre più evidente da modelli basati sul controllo e la presenza fisica a pratiche che valorizzano l’autonomia e i risultati. La settimana corta si inserisce in questa cornice come strumento non solo di redistribuzione del tempo, ma anche di risposta concreta a esigenze crescenti di benessere psicofisico, flessibilità e sostenibilità.
La proposta non è nuova, ma oggi torna con forza grazie anche ai progressi tecnologici e all’intelligenza artificiale, che permettono significativi guadagni di produttività. I dati raccolti dalle sperimentazioni internazionali, infatti, mostrano che una riduzione dell’orario – a parità di salario – non comporta un calo della produttività, ma anzi porta benefici diffusi: meno stress, più motivazione, riduzione del burnout e persino un miglioramento della sicurezza sul lavoro.
La 4 days work week non è un modello unico – si legge nel documento – ma una strategia flessibile che si adatta ai contesti. Può significare comprimere le ore su quattro giorni o ridurre il monte orario settimanale. L’importante è mettere al centro la persona, non l’orologio.”
A cadenza settimanale l’Ufficio Studi e Ricerche CDLS produrrà nuovi studi che andranno a sviscerare il tema.
Nello specifico, inizierà divulgando le esperienze concrete a livello internazionale analizzandone dati e risultati.
Successivamente, sarà il turno dell’analisi dell’applicazione per settori produttivi, dal pubblico impiego all’industria. Concludendo, si focalizzerà sul ruolo chiave dei lavoratori all’interno dei cambiamenti nei processi organizzativi, partendo da lodevoli esempi presenti in Repubblica.
La sfida del nostro tempo – conclude la CDLS – è costruire un’organizzazione del lavoro più equa, produttiva e umana. Il tempo del lavoro sta cambiando: è nostro dovere, come sindacato, essere protagonisti di questo cambiamento.”
Ufficio Studi e Ricerche CDLS
 
In allegato: Luca Villani funzionario Ufficio Studi e Ricerche CDLS