San Marino. David Oddone intervista l’Avv. Massimiliano Annetta, legale di Claudio Podeschi.

Schermata 2014-08-02 alle 20.38.00Novità importanti sul caso Podeschi. La signora Baruca infatti è stata tradotta in ospe-dale per accertamenti clinici. Per fare il punto della situazione abbiamo contattato l’avvocato Massimiliano Annetta, che assieme ai colleghi Pagliai e Campagna difende i due detenuti.

Avvocato, partiamo dall’attualità: le risulta che Biljana Baruca si trovi in ospedale? “Confermo. Dopo la pubblicazione della no- stra istanza sulle condizioni carcerarie un medico si è recato in carcere ed è stato disposto il suo ricovero in ospedale per approfondimenti. Allo stato non so dirle se sia stata trattenuta, in ogni caso posso anticiparle che quando la situazione sarà più chiara valuteremo se il suo stato di salute è compatibile con quello di detenzione e se avanzare eventualmente istanza di scarcerazione”.

Pensa ai domiciliari? “Senta, le rispondo dandole una ulteriore notizia. Sempre a seguito delle nostre doglianze le figlie sono state autorizzate a vedere il signor Podeschi e di questo sono molto felice sul piano umano. Alla luce di questo però e visto che i due indagati possono anche vedersi con i propri legali, mi chiedo come si possa ancora sostenere che debbano stare in carcere per paura di un possibile inquinamento probatorio. Che cosa cambierebbe con gli arresti domiciliari? Potrebbero comunque solo incontrare le stesse persone di oggi. Lo dico senza entrare nel merito, visto che pende la terza istanza”.

A proposito di terza istanza, ci sono novità?
“Stiamo attendendo la fissazione dell’udienza nella quale discutere il ricorso”.

Come ha preso l’iniziativa di alcune donne sammarinesi che hanno aspramente criticato la Baruca e l’operato della difesa? “Purtroppo da avvocato penalista sono abituato soprattutto quando si difendono personalità di rilievo mediatico agli schiamazzi del loggione populistico. Quella lettera non mi piace per nulla perché vi leggo venature razziste e così facendo non si rende un buon favore alla Repubblica di San Marino e ai sammarinesi, che conosco e apprezzo come persone per bene. In questi casi consiglio sempre una cosa: prima di parlare, bisognerebbe dapprima informarsi e poi provare a mettersi nei panni degli altri. Le posso assicurare che quando si siedono davanti a me diventa- no tutti ultra garantisti”.

Però in molti vedono nelle vostre iniziative più spettacolarizzazione che sostanza. Cosa risponde? “Non dipende certo da noi. Anzi, la cosa che mi dà più fastidio in questa vicenda è proprio che il nostro lavoro venga spettacolarizzato e usato come specchietto per le allodole per non affrontare problematiche che stanno evidentemente a monte. Noi facciamo il nostro lavoro di difensori e ci troviamo a rispondere a chi come lei ci rivolge delle domande, così come è invitabile che avvenga quando si difendono persone note. E lo facciamo convintamente perché riteniamo che il giornalismo sia il miglior anticorpo del sistema democratico: esso fa sì che se a qualcuno viene la tentazione di nascondere la polvere sotto il tappeto, non possa farlo”.

Insisto: in molti hanno la sensazione che diate più peso alla forma piuttosto che agli aspetti concreti. E per questo venite criticati. Mancano forse gli argomenti? ‘Senta, chi vuole raccontare di una guerra fra Annetta e Pagliai contro San Marino non solo mente, ma sarebbe interessante capire per quali fini lo fa. Le posso assicurare che siamo ansiosi di poterci finalmente confrontare con l’accusa in udienza pubblica. Purtroppo il rito inquisitorio sammarinese prevede una lunga fase nel quale la dialettica processuale è solo eventuale ed indiretta”.

Mi fornisce un buon assist. Per quale motivo insistete tanto su queste presunte violazioni dei diritti degli indagati? Non sarebbe meglio confrontarsi con i fatti, con le prove, nelle aule di Tribunale, piuttosto che attaccarsi alle procedure?

“Vede, ho dedicato tutta la mia vita al rispetto delle regole. In nessun altro luogo come nel processo penale la forma è sostanza e questo perché le regole sono l’unica difesa della povera gente, degli ultimi, contro il potere enorme dello Stato. Per assurdo le regole sono addirittura più importanti quando si difendono i poveri cristi, rispetto a personaggi importanti come Podeschi, al quale i mezzi per fare sentire la propria voce a tutti i livelli certo non mancano. Anche su questo inviterei a riflettere coloro che oggi gioiscono per gli arresti”.

A proposito di regole, gli avvocati sammarinesi vogliono entrare nell’Unione delle camere penali italiane proprio a garanzia del diritto di difesa. Che cosa ne pensa? ”Sono molto felice. In Italia le battaglie di noi penalisti e proprio dell’Unione delle camere penali hanno portato fra le altre cose all’adozione del giusto processo quale principio costituzionale. Di fronte all’ultimo rito inquisitorio rimasto in Europa assieme al Vaticano, credo che i colle- ghi sammarinesi avranno molto da lavorare”.

David Oddone