Veramente difficile capire esattamente cosa pensino Renzi & Co sul debito interno e sul debito estero, argomenti clou del dibattito sulla finanziaria. Andiamo per ordine cronologico inverso, perché è di grandissima attualità il “prestito ponte” definito da Repubblica Futura una “scelta devastante”, che condizionerà il futuro di San Marino nei secoli dei secoli. E ancora: “Si ipoteca il Paese in assoluto silenzio, vogliamo risposte”. Quindi, un’opzione condannata senza appello nel merito e nel metodo, perché messa a punto in una commissione finanze convocata in seduta segreta. Qui, i commissari, ma anche i consiglieri non commissari (che possono partecipare a tutte le sedute segrete) hanno sentito il riferimento del governo e hanno visto tutti i termini del contratto con la multinazionale americana. Quindi sapevano tutto, Renzi & Co compresi. Pertanto, risulta assolutamente inspiegabile l’atteggiamento ostativo avuto in Consiglio, contornato da comunicati, conferenze stampa e interviste in tivù. Tutti gli interrogativi posti hanno ricevuto risposta tra il dibattito consiliare e quello in commissione, quando addirittura si è sfiorata l’unanimità. Invece adesso, Renzi & Co minacciano il referendum abrogativo. Che ovviamente ha le sue regole. La Legge qualificata n. 1 del 2013 e successive modifiche, al Capo 1, Art. 3 (ammissibilità del referendum) dice testualmente che: è parimenti escluso il referendum abrogativo su leggi o atti aventi forza di legge con contenuto specifico in materia di tasse, imposte e tributi, di bilancio (…) Se non andiamo errati, qui siamo proprio in un articolo della legge di bilancio. Quindi? Renzi & Co conoscono sicuramente la favola attribuita ad Esopo: al lupo, al lupo. Non abbiamo bisogno di ricordarla…
Tra l’altro, nei mille interventi per bloccare l’articolo sul “prestito ponte”, Renzi & Co hanno spiegato che sarebbe stato molto meglio portare avanti i titoli di debito pubblico per 500 milioni (attualmente bloccati per un impedimento tecnico che ha portato alla decisione sul prestito ponte). Ma forse non ricordano tutta la campagna mediatica scatenata la scorsa estate per dipingere la scelleratezza del governo nel fare debiti. Se abbiamo capito bene: prima era un no, adesso è un sì. Vedremo cosa diventerà prossimamente. Tutto questo al netto del fatto che il governo di Renzi & Co (Adesso.sm) ha lasciato il Paese con debiti che superano il miliardo e mezzo. Ma di questo non fanno mai menzione.
Andiamo avanti. Il meglio della loro politica, Renzi & Co lo hanno dato all’articolo della finanziaria dove si istituisce un fondo straordinario di 100 milioni a sostegno dell’economia, al quale portano un emendamento per aumentarlo di altri 80 milioni e, di seguito, un’altra trentina (ci scusiamo se il numero non è esatto perché ci siamo persi nelle diatribe) su come spendere quegli 80 milioni. Il problema è che il primo emendamento viene bocciato perché non ci sono 80 milioni extra che non si sa dove andare a prendere, pertanto, logica e buon senso avrebbero voluto che tutti gli altri emendamenti ad esso collegati, venissero ritirati. Invece no! Renzi & Co vanno avanti imperterriti per più di 15 ore a sostenere le loro tesi, ovviamente tutte respinte. Ma quanta fatica e quanti soldi spesi inutilmente!
Stessi comportamenti sul tribunale. Nessuno ha dimenticato i dardi avvelenati della scorsa estate, quando Renzi & Co scrivevano parole di fuoco, ogni giorno, sui giornali amici e sulla tivù, che non ha mai smesso di dedicare loro almeno un servizio tutte le sere. Ecco alcuni titoli: “Una guerra per sovvertire l’ordine nel sistema giudiziario e smantellare il Tribunale, rimodellandolo secondo principi discutibili”; “Governo e maggioranza vogliono fare terra da ceci in Tribunale”; “Mani sul tribunale, useremo ogni mezzo per fermare questa deriva”. Appena il governo riesce mettere un minimo di riordino nello sfacelo lasciato da Adesso.sm ecco cosa scrivevano: “Azzerato il pool che indagò sulle tangenti. Il magistrato capo del gruppo assegnato a controversie stradali”; “La politica si vendica del giudice che l’ha indagata e mandata a processo”.
Il riferimento è indubbiamente al giudice Buriani, che di lì a poco venne colpito dall’esposto di Banca Centrale e sospeso dall’incarico. Questo fu il commento: “È in gioco lo stato di diritto”. Si potrebbe continuare ancora per molto, perché Renzi & Co non hanno mai lesinato sforzi e letteratura nella difesa di questo personaggio. Arriviamo così a metà ottobre quando divenne pubblica la relazione della commissione di inchiesta su banca CIS, e tutti i comunicati in difesa di Buriani, improvvisamente si interruppero. Anche in questo caso, Renzi & Co hanno cambiato idea? Sarebbe interessante saperlo. Ovviamente è legittimo è doveroso cambiare idea quando le situazioni cambiano. Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione, scriveva James Russell Lowell. E se ciò è vero, bisognerebbe che fosse riconosciuto anche agli altri, non solo a se stessi.
a/f