San Marino. Deficit di credibilità, chieste solo due residenze elettive in sei mesi (Da Repubblica Sm)

C’è un capitale che fa ricco un Paese, quello degli investitori esteri di cui San Marino è parecchio privo. E quella lacuna della sua economia è tra i principali responsabili di una crescita sempre monca, di un riscatto mai compiuto. Di un Paese insomma in perenne deficit di credibilità.
E’ quanto emerso lunedì dai lavori del Consiglio Grande e Generale in sede di ratifica del decreto delegato su un tema importante come quello delle residenze elettive. “Si tratta di uno strumento cruciale – hanno detto a gran voce le forze di opposizione – che in sei mesi non ha portato nulla o quasi visto che le richieste di residenza sono state due e che tra quelle c’è la richiesta presentata dal turco che ha acquistato Cis. Evidentemente non siamo riusciti ad essere attrattivi e a nessuno interessa venire a investire qui”. Ad oggi per ottenere la residenza elettiva a San Marino occorre acquistare un immobile o depositare 600mila euro in un conto infruttifero intestato all’Eccellentissima camera. Tanti dunque gli emendamenti presentati dalle minoranze per provare a dare maggiore appeal a uno strumento che anche a dire della maggioranza ma soprattutto dati alla mano non sarebbe stato di alcuna efficacia. Per la Dc la finalità principe dello strumento delle residenze elettive deve essere quella di favorire le banche dando loro l’opportunità di poter contare su nuove risorse. Ecco perché anziché chiedere ad un investitore di rinunciare ai frutti dei propri denari sarebbe più ragionevole invitarlo a depositarli e mantenerli presso i nostri istituti con la possibilità di fare investimenti. Movimento Rete punta poi il dito sulle modalità con le quali le residenze elettive verrebbero assegnate. “E’ il solo Congresso di Stato a decidere, al solito si tratta di una concessione dall’alto che rischia di non essere sottoposta a controlli adeguati. Così rimaniamo nella logica di far entrare tutto, di non essere in grado di valutare la provenienza degli investimenti. E ciò nonostante esistano istituzioni come la commissione affari esteri e il Consiglio dei XII. E’ da lì che le residenze elettive dovrebbero passare”. Un lavoro da maratoneti della politica economica quello presentato ieri dai Consiglieri delle forze di opposizione nel tentativo di migliorare e rendere efficacie uno strumento importante per la crescita. Ma tutti gli emendamenti sono stati bocciati perché il Segretario Zanotti parlando a nome del Segretario Renzi che era assente ha detto che nonostante lo strumento non abbia di fatto richiamato investitori ci sarà tempo per eventuali contributi quando ad esempio si procederà a redigere un testo unico sulla materia. Un ragionamento che non si può certo dire non faccia una piega. Il governo rimane accartocciato sulle proprie posizioni e non cambia strada nemmeno quando è palese che quella strada non sta portando il Paese da nessuna parte.