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  • San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”: il “gruppo criminoso” è costato 900 milioni di euro pubblici! …E quella politica che ha permesso lo “scempio” siede ancora in Consiglio Grande e Generale con ruoli chiave

    Enrico Lazzari

    Marino Grandoni, Daniele Guidi, il Commissario della Legge (oggi sospeso) Alberto Buriani, il finanziere lucano Francesco Confuorti e alcuni dei massimi dirigenti e funzionari di Banca Centrale di San Marino e di Banca CIS, “in concorso fra loro”, nello scorso decennio -con il massimo potere conquistato durante il governo noto come AdessoSm, composto attorno a Repubblica Futura da SSD e C10 (gli ultimi due poi “fusi” in Libera)- “partecipavano ad una associazione a delinquere” il cui obiettivo era di “incrementare il patrimonio di Francesco Confuorti” e di “Banca CIS, a beneficio dei soci ed esponenti aziendali Daniele Guidi e Marino Grandoni”.

    Una azione -forse sovversiva, o che dir si voglia eversiva- condotta a “danno dello Stato”,  mediante l’utilizzo di soldi pubblici” e capace di asservire ai bisogni del “gruppo criminoso”, grazie al ruolo del Commissario Buriani, nientemeno che le “funzioni giurisdizionali”, ovvero l’amministrazione della Giustizia.

    E’ questo, il succo del decreto di rinvio a giudizio che il Commissario inquirente Elisa Beccari ha disposto nei confronti dei citati personaggi e di altri nove sodali di questa ipotizzata organizzazione criminosa che è arrivata, addirittura, ad “assassinare” un istituto di credito concorrente di Banca Cis, Asset Banca, e ad avviare un devastante attacco alla banca sammarinese per eccellenza, ovvero Cassa di Risparmio. Un piano, quest’ultimo, fortunatamente bloccato prima del suo compimento, ma ugualmente capace di determinare danni ingentissimi alla situazione economica della più antica banca sammarinese. Danni che, poi, per essere “tamponati”, hanno costretto l’esecutivo succeduto ad AdessoSm, a prodursi in creative  “capriole” contabili ed accendere un debito pubblico importante.

    Quello stesso debito pubblico che, oggi, Repubblica Futura utilizza come base le sue critiche agli avversari politici, e che Libera -oggi forza di governo- utilizzava nello stesso modo fino a ieri. Ma chi governava il Paese quando la politica piazzava gran parte degli attuali rinviati a giudizio nei posti chiave della gestione dello Stato e degli enti pubblici di governance e vigilanza finanziaria? Chi governava quando questi stessi dirigenti di nomina -diretta o indiretta- politica attuavano scellerate azioni come l’illegittima liquidazione coatta di Asset Banca, alla fine costate milioni e milioni alle casse pubbliche? Qualcuno sembra avere la memoria corta… 

    La domanda che oggi, in attesa delle udienze di questo ennesimo processo a carico dei sodali di questa presunta associazione a delinquere indicati dal Commissario della Legge Beccari, tutti i sammarinesi dovrebbero farsi è soprattutto una: rientreranno mai nelle casse pubbliche i denari “bruciati” dalle scellerate azioni condotte da quel gruppo riconosciuto come “criminoso” nel decreto di rinvio a giudizio? Possiamo già sostenere che la risposta sarà no

    Conseguentemente, la seconda domanda a cui dare risposta è: quanti milioni, decine di milioni, centinaia di milioni di euro è costata ai cittadini l’azione del “gruppo criminoso” fondato e comandato, nell’ipotesi accusatoria che dovrà superare il vaglio del processo vero e proprio in tutti i suoi gradi di giudizio, da Marino Grandoni, e coordinato “a quattro mani” da Daniele Guidi e Francesco Confuorti, nonché supportato nelle stanze del Tribunale dal Commissario Alberto Buriani? Quanto è costata -nella migliore delle ipotesi- l’inadeguatezza della classe politica di allora, la sua incapacità di riconoscere e fermare la scalata “sovversiva” di un “gruppo criminoso” a delicatissime cariche della governance bancario-finanziaria della Repubblica, arrivata addirittura all’assoggettamento nientemeno che dell’amministrazione giudiziaria, quindi allo “stupro” del Diritto?

    Una risposta parziale in tal senso ci arriva dai procedimenti in corso o arrivati a giudizio che vedono imputati separatamente gli stessi sodali dell’ipotetica associazione a delinquere “disegnata” dal Giudice Beccari, fra cui la condanna cinque anni e 10 mesi di prigionia in secondo grado di Daniele Guidi (leggi qui) per una truffa da un centinaio di milioni di euro perpetrata ai danni di Fondiss e Fondi Pensione. Facendo riferimento alle richieste delle parti civili di quel procedimento, possiamo quantificare in 81 milioni di euro il danno procurato solo da questa vicenda che vedeva imputato uno dei vertici gestionali dell’associazione a delinquere.

    E già questi, da soli, sono una montagna di soldi pubblici “spariti”, “bruciati” nella galassia di Banca CIS che -si sostiene nel rinvio a giudizio per associazione a delinquere- poteva contare sulla complicità una intera governance di Banca Centrale e sulla protezione, nonchè sull’azione di una importante parte del Tribunale. Oltre che, come detto, dell’inadeguatezza (se non collusione verrebbe da “pensar-male” alla luce di precise testimonianze ascoltate nei processi) della classe politica che guidava il Paese e -direttamente o indirettamente- nominava questi dirigenti di Bcsm rivelatisi, nell’atto della Beccari, non al servizio dello Stato, ma agli ordini di Guidi e Confuorti, a loro volta guidati da Grandoni.

    Con solo un “caso” siamo, comunque, a 81 milioni di danno procurato. Ma i casi sono tanti: la liquidazione illegittima di Asset Banca, i titoli Demeter, l’indagine aperta altrettanto illegittimamente ai danni della Presidente di Bcsm per indurla a dare il via libera alla compravendita delle quote di Banca Cis da parte di Stratos e in assenza di requisiti del compratore (sentenza di primo grado), la controversa svalutazione degli attivi di Cassa di Risparmio, il crack di Banca CIS…

    Armiamoci, allora di calcolatrice, partendo dal buco determinato dal fallimento di Banca CIS che ha costretto il governo ad emettere un titolo irrimedibile di ben 19 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti ulteriori 195 milioni di euro usciti dalle casse pubbliche per “rimborsare” i correntisti rimasti con un “pugno di mosche” in mano.

    81.000.000 + 19.000.000 + 195.000.000 = 295.000.000… Duecentonovantacinque milioni di euro. E il conteggio è ancora parziale!

    Dove non aiutano le sentenze, a soccorrerci nel tentativo di quantificazione del danno procurato dalle azioni della “Cricca” e dall’inadeguatezza della classe politica e dirigente di allora, giungono i bilanci dello Stato. Proprio dall’attenta analisi di questi riusciamo, infatti, a farci un’idea di quanto sia stato ingente il costo della svalutazione indebita degli attivi Carisp. Ordita -secondo l’ipotesi accusatoria del giudice Vico Valentini- per portare l’istituto di credito sull’orlo del fallimento e, secondo altri elementi emersi nel corso delle udienze, favorirne la “fusione” con Banca CIS. Il bilancio consuntivo 2023, nella colonna “passività”, evidenzia una cifra abnorme: 445 milioni di euro con causale il titolo irrimedibile emesso per risanare Cassa di Risparmio, all’indomani della controversa svalutazione di ben 534 milioni euro dei crediti Carisp.

    Quindi: 445.000.000 + 81.000.000 + 19.000.000 + 195.000.000 = 740.000.000… Settecentoquaranta milioni di euro! 

    Tutto qui? No… Mancano i danni determinati da altre azioni, come l’illegittima liquidazione coatta di Asset Banca. Se il danno fatto al sistema dalla chiusura improvvisa di una banca in un piccolo Stato come San Marino è non quantificabile poiché determinato dalla caduta di credibilità nell’immagine trasmessa a potenziali investitori esteri -e non solo-, deduciamo dall’ammontare del credito di imposta che lo Stato ha concesso a Carisp in cambio dell’assorbimento della posizione Asset che, già nell’immediatezza, si è riconosciuto un danno patrimoniale derivante sulle casse pubbliche quantificabile in 120 milioni di euro. Ai quali andranno aggiunti, quando verranno definiti, i danni materiali e morali che Stato e Bcsm dovranno rimborsare agli azionisti di Asset in seguito alla mancata concessione della possibilità di ricapitalizzare l’istituto per evitare la liquidazione coatta amministrativa. E anche in quel caso saranno certamente milioni… Ma prendiamo in esame solo quanto fino ad ora quantificabile, ovvero i 120 milioni di euro del credito di imposta concesso a Carisp per l’acquisizione degli attivi e passivi Asset.

    Così: 120.000.000 + 445.000.000 + 81.000.000 + 19.000.000 + 195.000.000 = 860.000.000… Ottocentosessanta milioni di euro!

    Poi, gli “spiccioli” -si fa per dire essendo sempre milioni di euro- di altre azioni riconducibili -oltre che all’inadeguatezza della classe politica dell’epoca, come detto- all’operato dei diversi sodali dell’associazione a delinquere ipotizzata dalla Beccari, come i paio di milioni abbondante dei titoli Demeter e così via, nonché gli alti costi di assistenza legale che Banca Centrale ha dovuto sopportare -e dovrà sopportare anche nell’immediato futuro- per l’assistenza legale nelle diverse cause in cui è parte civile… E si arriva a quantificare in circa 900 milioni di euro i danni già quantificati, concreti determinati dall’azione della “Cricca”. Danni rivelatisi in grado, per la loro entità, di influire pesantemente e direttamente sulla qualità della vita di ogni sammarinese.

    Vi immaginate a che livello sarebbe oggi, ad esempio, la sanità pubblica, se solo avesse potuto essere destinataria di solo un decimo di quei 900 milioni di euro bruciati nella seconda metà dello scorso decennio? O se gli stessi fondi fossero oggi stati destinati all’edilizia popolare, al supporto all’incremento della natalità, alla defiscalizzazione degli stipendi, o allo sviluppo economico del Paese?

    Ma così non potrà essere. Anzi, oggi, ogni anno, a gravare sui conti pubblici, togliendo risorse alla sanità, all’edilizia popolare, allo sviluppo economico ci sono gli interessi da pagare su quell’enorme capitale pubblico bruciato” grazie ad una presunta associazione a delinquere di cui conosciamo nomi e cognomi dei presunti sodali e grazie ad una classe politica -anch’essa con nomi e cognomi noti, o perlomeno facilmente individuabili- che, per anni, ha permesso lo “stupro” del Diritto e scempio delle casse pubbliche nell’interesse esclusivo di un mero “gruppo criminoso”…

    Ma, mentre i primi andranno a processo per rispondere delle proprie scellerate azioni, i secondi, i politici che per inadeguatezza o disattenzione (se non peggio), pur potendolo fare viste le nomine politiche di alcuni di questi, non hanno fermato sul nascere la scalata “criminosa” a posti chiave della gestione dello Stato, continuano a sedere su delicate quanto comode poltrone in Consiglio Grande e Generale, magari nel ruolo di leader, vecchi e nuovi, di questa o quella forza politica di governo o opposizione… 

    E’ uno scandalo? No… Sono lì perchè i sammarinesi -o importante parte dei sammarinesi- li hanno rivotati! …Chi è causa del suo mal, pianga se stesso!

    Enrico Lazzari

    Gli altri approfondimenti sul decreto di rinvio a giudizio per associazione a delinquere:

    – 16 ottobre 2024; San Marino. “Cricca”, ovvero associazione criminale “a danno dello Stato”, operante “mediante fondi pubblici” e capace di asservire la Giustizia. Ma nessun politico sarebbe responsabile o sodale

    – 17 ottobre 2024 – San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”. Il Giudice Buriani “assicurò protezione” giudiziaria ai sodali dell’associazione a delinquere… Poi Repubblica Futura “difese” con decisione lui

    – 22 ottobre 2024 – San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”: Wafik Grais, un Presidente Bcsm “al servizio” del “sodalizio criminoso”. Chi lo nominò  e “osannò” nel 2016?

    – 23 ottobre 2024 – San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”. Il Dg di Bcsm Savorelli “asserviva” l’azione di Bcsm agli interessi del “gruppo criminoso”… E nel governo AdessoSm si chiedeva a Confuorti cosa scrivere nei decreti legge.

    – 25 ottobre 2024 – San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”. MARINO GRANDONI: capo e fondatore del “gruppo criminoso”, Guidi e Confuorti coordinatori, Buriani “braccio militare”. Il resto mera manovalanza tecnica. …Ma resta il “buio” sulla manovalanza politica

    – 29 ottobre 2024 – San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”. Il “gruppo criminoso” che ha devastato le casse pubbliche e il Diritto guidato da una “triade”: dirigenziale anche il ruolo di Confuorti

    – 30 ottobre 2024 – San Marino. Dentro il rinvio a giudizio della “Cricca”: Daniele Guidi “numero due” del “gruppo criminoso” costituito con Marino Grandoni e fautore di “epurazioni” in Bcsm e direttamente responsabile di azioni costate milioni ai sammarinesi