I monumenti, i luoghi di culto, tutto ciò che è pubblico e dunque appartiene a tutti i cittadini merita una speciale attenzione e un elevato grado di tutela. In quella sfera non si possono decidere interventi estemporanei che non abbiano ottenuto le autorizzazioni previste dalla legge e soprattutto che non siano stati condivisi. Spesso si accusano i media di dire delle banalità e forse non c’è cosa più ovvia di quanto abbiamo appena scritto. Così stupisce che ci sia ancora chi pur certamente mosso da buone intenzioni agisca nella Pa fuori da quelle regole che ne dovrebbero garantire il buon funzionamento. Il caso che è stato segnalato al nostro giornale riguarda la cella dedicata alla Madonna che si trova nella zona vecchia di Borgo, un luogo sacro e carissimo ai sammarinesi. Qualche giorno fa è stata una cittadina sammarinese ad accorgersi che alcuni operai di Ugraa stavano installando una struttura piuttosto invasiva per fare in modo che delle rose si arrampicassero sulla facciata della cella. “Per due rose – ha raccontato la sammarinese – con il trapano sono state bucate tutte le pietre, la cella è stata deturpata. Mi chiedo come queste cose possano venire in mente, la Repubblica è patrimonio dell’Unesco, ogni intervento dovrebbe essere ben ponderato. Nessuno sapeva nulla di questo scempio, io quando l’ho visto, ho spiegato le mie ragioni fino a impedire agli operai di continuare a deturpare la cella e ora pretendo che chi ha sbagliato almeno ne disponga il ripristino”. Più misurata la reazione del capitano di Castello Federico Cavalli che però ha dichiarato di essere stato informato dei fatti soltanto dopo che l’intervento era stato realizzato. “I lavori sono stati portati avanti da Ugraa, hanno agito in maniera autonoma, si è creato un qui pro quo, hanno capito di aver sbagliato. Non c’è stato alcun confronto né con me, né con il parroco né con i cittadini. L’intervento comunque sarà ridottissimo, due piante con struttura attaccata alla roccia. La struttura portante è ridotta al minimo. C’è stato un deficit di informazione e hanno chiesto scusa per aver agito in maniera errata. Si sono perfettamente resi conto del fatto che l’intervento sia stato inappropriato”. Ferma invece la posizione della sammarinese che ha fatto in modo che i lavori venissero bloccati: “La vogliamo come prima, cosa sono tutti quei buchi sulla pietra? Il minimo è che venga ripristinata”. A pensarla come lei ci sono altri cittadini uno dei quali ci ha detto: “E’ incredibile quel che è accaduto, Ugraa non ha abbastanza personale per tagliare l’erba qui a borgo nelle zone di sua competenza perché pubbliche e gli abitanti si organizzano per farlo loro la domenica visto che vogliono bene al Paese. Cinonostante hanno speso due mattinate per mettere un reticolato: non hanno il tempo per fare quel che devono fare ma lo trovano per fare cose da non fare. In questo caso pare abbiano dato seguito alla richiesta di un cittadino che non è nemmeno di Borgo. Quando noi chiamiamo per cose che servono magari non vengono. Non si capisce nemmeno dove verranno piantate le rose visto che ai piedi dei pilastri di pietra ci sono due fari”. L’incuria e il degrado sono di casa in tutta la Repubblica, ogni giorno i nostri lettori segnalano alla redazione luoghi pur centralissimi dove l’erba è alta e si vedono accumuli di foglie e rami caduti dopo il maltempo. Tutt’altro che un bel biglietto da visita per i turisti che vorremmo apprezzassero il nostro territorio.
