La seduta serale del 14 maggio del Consiglio Grande e Generale ha visto un acceso confronto sul Decreto Delegato n.39/2025, relativo alla cessione di bibite e bevande alcoliche verso l’Italia con obbligo di addebito dell’IVA. Il dibattito, incentrato sull’articolo 3, ha evidenziato profonde divisioni tra maggioranza e opposizione, ma il decreto è stato ratificato all’unanimità con 30 voti favorevoli. Parallelamente, si è discusso della ratifica del Decreto Delegato n.26/2025, che modifica la legge sull’ingresso e la permanenza degli stranieri, sollevando ulteriori polemiche.
Tensioni sull’Articolo 3: Controlli Fiscali Privatizzati
Il cuore del dibattito si è concentrato sull’articolo 3 del Decreto n.39/2025, che introduce l’obbligo per le aziende di avvalersi di professionisti privati per i controlli fiscali, retribuiti direttamente dagli esercenti. Le opposizioni hanno espresso forti critiche:
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Enrico Carattoni (Repubblica Futura) ha definito la norma “inaccettabile”, contestando la delega dei controlli a privati e l’incapacità dello Stato di utilizzare i dipendenti pubblici per tali funzioni.
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Giovanni Zonzini (Rete) ha parlato di un “meccanismo perverso, destinato a fallire”, evidenziando il rischio di conflitti di interesse.
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Nicola Renzi (Repubblica Futura) ha accusato il Governo di abdicare alle sue funzioni, lamentando l’assenza di confronto.
Il Segretario alle Finanze Marco Gatti ha difeso la misura, sottolineando che il professionista privato si limita a verificare la conformità al decreto, mentre i controlli sostanziali restano al nucleo antifrode. “Vogliamo monitorare rapidamente le situazioni”, ha ribadito, giustificando la scelta con l’aumento esponenziale del traffico di bevande.
Emendamenti Respinti e Proposta di Fideiussione
Le opposizioni hanno presentato diversi emendamenti all’articolo 3, tutti respinti:
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Rete ha proposto una fideiussione obbligatoria di 30mila euro per le nuove società in settori a rischio, un’idea già applicata in altri contesti, ma il Segretario all’Industria Rossano Fabbri l’ha definita inapplicabile, sostenendo che non esiste in Italia né altrove.
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Repubblica Futura e Rete hanno visto respinti anche gli emendamenti agli articoli 4 e 5, salvo un emendamento modificativo di Repubblica Futura all’articolo 4 e uno del Governo all’articolo 5, entrambi approvati.
Il decreto è stato ratificato all’unanimità, ma le critiche delle opposizioni hanno evidenziato un’insoddisfazione diffusa per l’approccio del Governo.
Residenza per Pensionati: Caos Normativo
La ratifica del Decreto Delegato n.26/2025, che modifica la legge sull’ingresso degli stranieri, ha generato ulteriori tensioni. Nicola Renzi (Repubblica Futura) ha criticato il percorso legislativo caotico, accusando il Segretario Ciacci di aver inserito norme sulla residenza per pensionati in una legge sull’emergenza casa, creando confusione. Matteo Zeppa (Rete) ha definito la situazione un “affastellamento normativo”, lamentando l’incertezza per i pensionati richiedenti.
L’emendamento del Governo, che abroga il requisito dei 120mila euro per le residenze, ha sollevato perplessità: Antonella Mularoni (Repubblica Futura) ha avvertito che ciò potrebbe falsare il mercato immobiliare e complicare l’accesso alla casa per i giovani sammarinesi. Manuel Ciavatta (PDCS) ha proposto un emendamento condiviso per chiarire i criteri applicabili, ma il dibattito resta aperto.
Implicazioni per San Marino
Il Consiglio ha evidenziato le sfide di San Marino nel bilanciare conformità fiscale, competitività economica e giustizia sociale. Le critiche delle opposizioni sottolineano la necessità di un approccio più trasparente e partecipativo, mentre il Governo difende le misure come necessarie per contrastare frodi e rispondere alle esigenze internazionali.
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