San Marino. Diritti essenziali violati? Pesanti dubbi di illegittimità nella modalità di sciopero dei bancari… Ma la Federpensionati del Sindacato, dov’era? … di Enrico Lazzari

 

Enrico Lazzari

Ogni diritto, qualora questo andasse ad intricarsi -direttamente o indirettamente- con i diritti di altri, deve essere regolamentato ed esercitato nell’ambito di regole precise. Sì, mi riferisco -e lo faccio, come già evidente, in maniera alquanto critica- allo sciopero ad oltranza -finalmente sospeso- dei bancari che ha indirettamente precluso per giorni e giorni l’accesso a diritti essenziali, costituzionali della popolazione, impattando in maniera più pesante sulla categoria più debole e indifesa: gli anziani.

Non intendo scendere nel merito della sensatezza o meno, della congruità delle rivendicazioni che hanno dato il via alla “guerra” fra l’Associazione delle banche e i sindacati, ma intendo concentrare questo mio intervento sul rispetto della legalità che -fino a ieri- sembrava esser venuta meno. Perdipiù, senza che nessuno, a qualunque livello, abbia ritenuto opportuno intervenire sulla legittimità delle modalità di uno sciopero che -a mio parere- potrebbe essere degenerato in un non rispetto delle norme.

Prima di scendere nel merito per spiegare questa mia netta e forse drastica considerazione, non posso, però, non prendere atto con soddisfazione della sospensione della protesta, dello sciopero ad oltranza, deliberata nella giornata di ieri dai lavoratori del settore bancario e del ripristino, già da oggi, del ripristino per la popolazione di un diritto -quello di disporre agevolmente dei propri soldi-che definire essenziale non mi sembra azzardato.

Nonostante la “sospesione”, comunque, è importante approfondire questo brutto momento per i Paese, se non altro con il fine di evitare che una simile situazione possa ripetersi in futuro.

Quando “denuncio” una probabile degenerazione in violazione delle normative vigenti mi riferisco alle disposizioni sancite nell’Art.22 della Legge n.59 del 9 maggio 2016 -quindi varata da un governo che vedeva il democristiano Gian Carlo Venturini agli Interni e Iro Belluzzi (Libera) alla guida della Segreteria di Stato al Lavoro– che, almeno nel suo comma 4, tutti sembrano aver dimenticato esista. Il diritto di sciopero -recita l’articolato di legge in questione, “deve indicare gli intervalli temporali minimi da osservare tra la proclamazione e l’esercizio di uno sciopero e il successivo, quando ciò sia necessario ad evitare che, per effetto di scioperi proclamati in successione da diverse organizzazioni sindacali e che incidano, direttamente o indirettamente, sullo stesso servizio finale o sullo stesso bacino di utenza, sia oggettivamente compromessa la continuità dei servizi pubblici essenziali”.

Ma perchè nessuno sembrava preoccuparsi dell’applicazione di questa legge? La risposta potrebbe essere nel comma 2 della stessa, in cui si rimanda ad “apposita legge che riporti la definizione e l’elenco dei servizi pubblici essenziali, oltre alle regole da rispettare e le procedure da seguire per la proclamazione e l’esercizio del diritto di sciopero qualora l’astensione dal lavoro da parte dei
lavoratori possa incidere, direttamente o indirettamente, sull’effettiva prestazione
” dei relativi servizi.

Quella legge annunciata non sembra essere mai stata promulgata. O, almeno, non sono riuscito a trovarla nei siti istituzionali. I servizi bancari, quindi, sono legalmente un servizio definito essenziale? Nel concreto difficile sostenere il contrario, ma dal punto di vista giuridico? Forse il cambio di governo, a fine 2016 il Governo Pdcs-Ns-Psd cedette il campo ad AdessoSm, ha determinato la “dimenticanza”, se dimenticanza nel completare quella legge c’è stata? Se così fosse oggi -o meglio fino a ieri- la collettività starebbe pagando l’ennesima “distrazione” di quell’esecutivo… Ma tant’è.

In ogni caso, seppure non mi risulti una norma che definisce specificatamente quali siano e quali non siano questi servizi essenziali, il principio è ben sancito nella Legge 59/2016, precisamente al comma 1 dell’art.22: “Ai fini della presente legge sono considerati servizi pubblici essenziali, anche se svolti in regime di concessione o mediante convenzione, quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati: alla vita, alla salute, alla libertà ed alla sicurezza, alla libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, all’istruzione ed alla libertà di comunicazione”. E, si ricordi, questi diritti non possono essere violati né direttamente né indirettamente, come specificato al comma successivo.

Ma, scendendo nel merito, è essenziale il diritto di poter accedere, al bisogno, ai propri risparmi, alla propria pensione per acquistare generi alimentari, per pagare l’affitto di casa, per pagare una visita specialistica, per acquistare una aspirina o, più semplicemente per dare 5 euro al nipotino da utilizzare per la merendina? A mio parere sì: accedere ai propri risparmi o alla propria pensione è un diritto essenziale, che rientra in quello tutelato costituzionalmente della vita e della salute.

Certo, lo sciopero ad oltranza del settore bancario ha avuto un impatto minore -e forse tollerabile- verso i più giovani, che hanno dimestichezza con l’home banking e i “bancomat”. Ma può avere conseguenze insopportabili per i più anziani, notoriamente non “avvezzi” alle innovazioni tecnologiche. Di questi, però, sul Titano non sembrava interessare a nessuno… Neppure alla Federpensionati della Centrale Sindacale Unitaria o delle tre sigle sindacali.

La normativa, seppure chiara, sembra così non essere stata rispettata per ben otto giorni: “Le amministrazioni, le imprese erogatrici dei servizi e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative definiscono, di comune accordo, nei contratti collettivi di settore stipulati nel rispetto dei requisiti di cui al successivo articolo 25, nonché nei regolamenti di servizio, da emanare in base agli accordi con le rappresentanze sindacali o con le strutture sindacali aziendali di cui all’articolo 19, le prestazioni indispensabili che debbono comunque essere garantite all’utenza, le modalità e le procedure di erogazione delle stesse e le altre misure dirette a consentire il rispetto delle indicazioni contenute nella legge di cui al comma 2”, ovvero la garanzia della fornitura efficace dei servizi essenziali.

Ora, pur nel rispetto del diritto di sciopero dei bancari, perchè, sul Titano, si è interrotto per giorni e giorni un servizio concretamente essenziale senza che nessuno intervenisse?

Enrico Lazzari

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