San Marino. Dopo Rete alcuni cittadini di Gualdicciolo tornano all’attacco della cogenerazione energetica… Ma sono le “solite” stupidaggini insussistenti? … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Niente da fare… Per ogni iniziativa, per ogni innovazione che si intenda introdurre, sembra necessario, indispensabile un comitato del NO. Spesso, perdipiù, se non addirittura ispirato da fini più politici, propagandistici che non tecnici e fondati razionalmente sul merito dell’innovazione stessa, cavalcato con entusiasmo dai populismi politici più radicati e solidi.

Non è da meno, come avevo già scritto (leggi qui), il Decreto Delegato n.135 che si prefigge di definire “modalità, limiti e requisiti tecnici di progettazione ed esecuzione degli impianti di cogenerazione in ambito industriale”, il quale varcherà nelle prossime ore (quando i lavori si concentreranno sul punto 10 dell’odg) la soglia del Consiglio Grande e Generale per la sua ratifica. E, con l’avvio dei lavori parlamentari ecco, puntuale come un orologio svizzero, l’ennesima presa di posizione di un “Gruppo di cittadini di Gualdicciolo”, che precedentemente avevano più o meno direttamente denunciato -unitamente a Rete- che l’intera impalcatura legislativa era finalizzata a fare clientelismo e a favorire la Cartiera Ciacci.

Certo, le cartiere sono fra quelle attività industriali più interessate alla cogenerazione, visto che utilizzano una grande quantità di energia elettrica e termica. Ma, sarebbe inutile evidenziarlo, ma è il caso di farlo, il DD 123 non è indirizzato alla Cartiera Ciacci di Gualdicciolo, ma a tutte le attività industriali sammarinesi che intenderanno ottimizzare il loro consumo e, quindi, il loro costo energetico, compresa la cartiera.

La risonante cantonata presa con la denuncia di una defiscalizzazione monofase clientelare, che in realtà è già tale senza il DD 123, non ha scoraggiato chi, politicamente o civicamente, si schiera contro l’introduzione di regole che permettano alle industrie sammarinesi di ricorrere alla cogenerazione energetica alimentata da gas metano prelevato dalla rete. Così, in una nota diffusa poche ore fa, i cittadini di Gualdicciolo (o meglio una parte di loro) tornano all’attacco (leggi qui). E, incredibilmente, lo fanno partendo da quella che definiscono “esenzione dall’imposta del gas”, nonostante sia stato spiegato a chiare lettere che il decreto non modifica nulla in tal senso (monofase) rispetto ad ora e a ieri. “Per quanto richiesta a più fonti -scrivono- la norma che stabilisce che l’imposta per il gas importato per la cogenerazione industriale è pari a zero non ci è stata ancora indicata!”. Forse perchè non esiste alcuna norma che defiscalizza oggi il gas utilizzato per la cogenerazione (come peraltro già spiegato) trasportato dalla rete pubblica?

Non piace a questi cittadini neppure la possibilità di uno scambio sul posto, a loro dire in contraddizione con norme precedenti (e se fosse è importante rimediare solertemente). Quindi, meglio, secondo loro, che il Titano acquisti energia elettrica oltre confine, pagandola a prezzo di mercato quando, acquistandola presso aziende sammarinesi, e generando un utile, un guadagno alle stesse pur pagandola il prezzo di mercato, su quell’utile le casse pubbliche incasserebbero una percentuale, ovvero le tasse. Meglio comprarla in Italia senza recuperare, poi, come tasse sugli utili derivanti da quella vendita, nulla?

Ma la chicca delle chicche, in termini di prestestuosità, sta nell’allarme sicurezza!Un cogeneratore può essere installato in un centro abitato?”, si chiedono… Anche qui bastava una semplice “googlata” per evitare la domanda inutile e, forse, finalizzata esclusivamente a creare malumori e allarmismi a Gualdicciolo. Si pensi che la vicina Italia incentivava (e forse incentiva ancora ora) l’installazione di impianti di cogenerazione nei condomini, oltre che nelle industrie. E proprio una realtà sammarinese, una grossa ditta, starebbe valutando l’installazione di un simile impianto nella sua sede pesarese.

Stessa “autorevolezza” merita, poi, l’accenno all’assenza nel DD 123 presto alla ratifica in Aula, delle norme sulla prevenzione degli incendi. Anche in tal caso appare ovvio che sui cogeneratori, come su qualunque altro impianto elettrico o a gas, esistano delle precise norme di sicurezza già consolidate, mirate a prevenire ogni rischio e ad imporre una omologazione e precise cartatteristiche per simili impianti. Stesso discorso per il rumore, visto che esiste già una normativa che fissa i limiti nei diversi casi.

Ben inteso, un impianto di cogenerazione -a questo punto credo sia importante sottolinearlo- non è una centrale nucleare e -sulla base delle disposizioni previste nel DD 123- e non prevede neppure l’installazione di una cisterna di Gas Metano o Propano, visto che è ben specificato che si parla di alimentazione da rete pubblica. Quindi, a livello di rischio, non si evidenziano pericoli diversi da quelli intrinsechi in qualunque utilizzo del metano, sia in forma industriale che domestica.

Dare l’opportunità alle aziende sammarinesi (e io aggiungerei in un futuro prossimo anche la stessa opportunità a condomini di una certa estensione) di produrre energia grazie alla cogenerazione, è un importante passo avanti in termini di tutela ambientale e riduzione dei costi. Infatti, al contrario di un normale generatore di energia elettrica a gas che “spreca” in calore circa il 65% dell’energia, questa tipologia di impianti recupera l’energia termica prodotta riutilizzandola, portando l’efficienza dell’impianto di produzione energetica dal 35 a circa l’80 percento.

La domanda che mi faccio a questo punto è quindi una sola: perchè la ratifica di questo provvedimento, che introduce una innovazione importante in materia di limitazione dei costi e di tutela ambientale, non debba ottenere l’unanimità dei consensi in Consiglio Grande e Generale?… Ah, già, lo so…

Enrico Lazzari