San Marino. Doppio colpo di scena in ECF: eletto presidente Sergio Barducci, non passa Alessandra Mularoni, ma la nomina del CDA non raggiunge il quorum. E la polemica continua … di Angela Venturini

Tutte le tensioni e le attese della vigilia hanno caratterizzato sin dall’inizio i lavori dell’assemblea ECF, convocata sabato pomeriggio per l’approvazione del bilancio. Il tutto poi culminato con la votazione per il nuovo presidente. Candidati: Alessandra Mularoni, che ha riscosso 100 voti, e Sergio Barducci che ne ha ottenuti 140. Rimane sospeso il Cda, perché uno dei quattro candidati non ha raggiunto il quorum. 

Sergio Barducci

Ma andiamo per ordine. La sala era strapiena, 218 presenti su 443 iscritti in totale. Entrambe fazioni rappresentate: da una parte, quelli favorevoli al processo di vendita di una parte delle quote di maggioranza per la proprietà della banca; dall’altra parte quelli contrari, che hanno raccolto 116 firme, più quattro presentate seduta stante. Ne sarebbero bastate 111. Chiedevano la modifica dello statuto affinché ECF non possa vendere la maggioranza delle quote della banca (aspetto già discusso ed approvato nell’assemblea del 12 aprile scorso) e chiedevano la modifica dell’ordine del giorno dell’assemblea convocata appunto per il 31 maggio.

Il presidente uscente Marco Beccari, in comma comunicazioni ha spiegato che le firme sono sufficienti a convocare una nuova assemblea per riaprire il dibattito sulla cessione delle quote, ma non era possibile modificare l’ordine del giorno vigente perché era stato depositato a suo tempo in tribunale. Entrando nel merito delle questioni, prima di tutto ha ringraziato il direttore BSM. “Persona competente e leale. Un asso di briscola”. Quindi, ha sottolineato l’urgenza di dare risposte concrete e urgenti alle sollecitazioni venute sia dalla stessa BSM (controllata da ECF) sia dalle autorità finanziarie sammarinesi. 

Servono 20 milioni entro il 2026 per ricapitalizzare la banca – ha precisato Beccari – che i potenziali investitori si sono dichiarati disponibili ad erogare, oltre all’acquisto delle quote per un corrispettivo di 16 milioni e 750 mila euro. Inoltre, hanno assicurato all’Ente 500 mila euro per 5 anni. Questo si chiama svendere? Banca Centrale ha manifestato ampio apprezzamento per avere imboccato la strada del rafforzamento patrimoniale di BSM”. 

Ha poi ricordato che a giugno, ECF dovrà pagare 600 mila euro della rata del mutuo acceso con BAC e altri 100 mila ad agosto per gli interessi passivi: soldi che allo stato attuale non ci sono. “Se l’operazione andasse in porto – ha chiosato Beccari – si aprirebbe un nuovo capitolo nella storia centenaria dell’Ente, che non dovrà più occuparsi delle dinamiche finanziarie della banca, delle nomine dei presidenti, dei direttori e di tutti gli organismi, ma potrà tornare ai temi filantropici”. 

Alessandra Mularoni, capofila del comitato che ha raccolto le firme e che si era candidata ufficialmente alla presidenza, ha puntato invece il suo intervento verso altre soluzioni rispetto alla ricerca di nuovi investitori, suggerendo ipotesi finanziarie tutte interne al sistema sammarinese. Ha anche ricordato che BSM ha sempre aiutato il sistema bancario locale nelle tante vicende di questi ultimi anni e che adesso il sistema dovrebbe venire in aiuto di BSM. 

Sergio Barducci, l’altro candidato, ha focalizzato la sua attenzione sul ruolo sempre sostenuto da ECF a tutela della comunità, come soggetto promotore di cultura e di socialità. Un ruolo che deve tornare a ricoprire con forza. L’assemblea ha premiato questa linea, salvo poi complicare la situazione durante la nomina del consiglio direttivo. Allo spoglio, infatti, solo tre candidati hanno raggiunto il quorum: Roberta Mularoni, Carlo Giorgi e Alessandra Mularoni (che si era ricandidata per questo ruolo); il quarto, Primo Toccaceli, non ce l’ha fatta. 

Con gli animi ancora accesi, si è riaperta la discussione e anche qui sono emerse due diverse interpretazioni delle regole statutarie: da una parte chi sosteneva l’invalidazione di tutte le nomine, compresa quella del nuovo presidente, comunque acclamato dall’assemblea ed effettivamente in carica; dall’altra, chi sosteneva che tutti gli eletti sono validamente tali, sia il presidente, sia i tre membri del Cda che avevano superato il quorum, sia il collegio dei probi viri. Secondo questa corrente di pensiero, solo per il quarto membro del Cda sarà necessario una nuova votazione in una prossima assemblea. Che comunque dovrà essere convocata perché nell’ordine del giorno era stato dimenticato di inserire la voce sulla nomina del sindaco unico, che quindi dovrà essere eletto in quella occasione. Cosa succederà nel frattempo, non è dato a sapere. 

Angela Venturini