San Marino. Dr Manzaroli: “Diciamo addio a guanti e mascherine”

L’epidemia di Covid 19 ha superato la fase più acuta.
Ho letto con molto interesse l’intervista di David Oddone a Giancarlo Venturini che manda un segnale politico alla maggioranza di cui il suo partito fa parte, al Governo che la maggioranza esprime, ma anche – credo – a tutti i cittadini.
Veniamo da un periodo molto travagliato in cui – e forse era difficile fare diversamente – tutto, troppo ci si è concentrati sul coronavirus. In tutto il mondo, non solo da noi.
Alle preoccupazioni ed ai danni diretti della epidemia, si sono però aggiunti altri danni, non meno pericolosi, che sono stati fino ad ora ampiamente sottovalutati e rischiano di essere permanenti.
Mi riferisco ai danni economici provocati dalla chiusura forzata di tutto, mi riferisco agli effetti devastanti sulla tenuta sociale provocati dalla mancanza di lavoro, dal clima terroristico che si è instaurato e dalle nuove povertà che stanno emergendo, mi riferisco alle ripercussioni sulla tenuta sociale che la chiusura forzata e la riapertura con il rallentatore sta provocando.
Non è esagerato affermare che intorno a questa infezione, non la prima e non l’ultima per il genere umano, si sono avventati – è il caso di dirlo -: i mass-media con –ahi noi – la loro ricerca continua di sensazionale e clamoroso; i politici con le loro lotte per il potere a cui il coronavirus ha fornito argomentazioni strumentali; i cosiddetti esperti (non sempre tali ma spesso autoreferenziali) con il balletto quotidiano di dichiarazioni spesso avventate e magari contraddette il giorno successivo; il bollettino dei morti sputato in conferenze quotidiane che hanno alimentato il cortocircuito: dati, mass-media –panico.
Oggi di questo Coronavirus sappiamo molto di più di 5 mesi fa e quindi siamo molto più preparati ed attrezzati per affrontarlo sia in termini di diagnosi, sia in termini di terapie (non ancora specifiche ma comunque più efficaci) in grado di ridurre la mortalità e la necessità di ricorrere a ricoveri in ambiente intensivologico che pure sono stati potenziati in caso di una nuova ondata nel prossimo inverno.
Constatiamo inoltre che il virus va diminuendo la sua contagiosità e si comporta in maniera alquanto differente da Paese a Paese e da zona a zona dello stesso Paese.
Ne deriva che non siamo ancora in grado di affermare con certezza quali sono gli elementi ambientali ed i comportamenti individuali e di gruppo che ne favoriscono o ne impediscono la diffusione, lockdown compreso.
Paesi che non l’hanno adottato come la Svezia hanno avuto incidenze bassissime, la Spagna e l’Italia che lo hanno adottato incidenze elevate. Inoltre in Italia l’incidenza è stata diversa da regione a regione pur con il lockdown imposto su tutto il territorio nazionale ecc..
Il dato certo è che l’infezione si va spegnendo vuoi perché i Coronavirus (che sono diversi ed alcuni provocano infezioni banali come il raffreddore) subiscono l’effetto dell’aumento delle temperature, vuoi perché molte persone si sono immunizzate contraendo una infezione banale o addirittura asintomatica, vuoi perché le persone più suscettibili alla forma grave e complicata da Covid 19 (grandi anziani e/o affetti da gravi patologie) purtroppo sono deceduti.
E’ giunto quindi il tempo che sia la Politica e non gli “esperti” a pesare e dare risposte adeguate anche agli altri rischi presenti economia, salute mentale, tenuta sociale.
Il rischio zero non esiste mai in nessun ambito, si cerca di ridurlo ma è impossibile annullarlo: si può contrarre una malattia, si può avere un incidente d’auto o farsi male cadendo banalmente ecc..
Pertanto anche per questa epidemia è sbagliato e non va proposto un impossibile rischio zero.
Oggi conosciamo meglio e siamo in grado discretamente di fronteggiare la infezione e le complicanze provocate dal Covid 19, quindi è urgente tornare ad una vera normalità, dando risposte efficaci agli altri rischi in gioco: crisi economica, tenuta sociale, salute mentale.
Bisogna farlo non con risposte assistenzialistiche ma con un ritorno veloce ad una normalità vera.
Se fino ad oggi tutto è stato chiuso, tutto deve tornare aperto. I bambini devono tornare a scuola e nei centri estivi, gli anziani devono poter socializzare, i giovani devono poter lavorare, studiare muoversi.
Vie le mascherine, via i guanti, via i vetri divisori nei ristoranti nei bar ecc.. mantenendo o acquisendo le buone abitudini che erano necessarie anche prima ma che avevamo dimenticato e/o sottovalutato come una accurata igiene personale con particolare attenzione al lavaggio delle mani.
Nel frattempo che farmaci più specifici e un vaccino vengano messi a punto (forse già per l’autunno), potenziamo gli strumenti che si sono rivelati più adeguati per combattere questa come altre possibili infezioni: il Dipartimento di prevenzione, la medicina territoriale e, in più e soprattutto, un attento monitoraggio epidemiologico con controlli a campione ed isolamento tempestivo, adeguato ed organizzato di eventuali nuovi casi e loro contatti.
Torniamo a vivere senza paura e facciamolo subito, una volta tanto non andando a traino degli altri ma indicando noi un nuovo approccio.
San Marino senza guanti e senza mascherina potrebbe essere un buon slogan per la nostra stagione turistica.

Dario Manzaroli

Repubblica Sm