
“Le letture superficiali non risolvono i problemi”, scriveva l’altro ieri Rete, entrando -a mio parere grottescamente- a “gamba tesa” sul “disastro” della sanità pubblica, la cui responsabilità sarebbe -questa è la “zelighiana” opinione del Movimento-, come ho spiegato (leggi qui)- totalmente e completamente della Democrazia Cristiana, oltre che dei governi precedenti a quello in cui la stessa Rete “deteneva” attraverso Roberto Ciavatta, la Segreteria di Stato alla Sanità.
“Siamo particolarmente fieri -scrive il Movimento similgrillino biancazzurro- di aver comunque portato a casa risultati che oggi il governo sbandiera come propri”. Risultati come “il robot chiururgico” che oggi sarebbe -sono sempre parole di Rete- “molto apprezzato sia dalla classe medica che soprattutto dai pazienti”. Addirittura, alcuni medici non avrebbero “lasciato il nostro ospedale” perché ora potrebbero “operare con strumenti all’avanguardia!”. …Anche il punto esclamativo è riportato testualmente.
Quindi, alla luce di queste dichiarazioni, possiamo dare per appurato e per certo che il “merito” -o la colpa?- dei tre milioni e passa spesi nell’acquisto del robot chirurgico sono, oltre che del Direttore Generale Francesco Bevere, di Rete.
Quindi, proviamo ad analizzare, a scendere nel merito dei primi “numeri” -e i numeri non sono opinione- che sono ufficiosamente trapelati relativamente al primo anno di utilizzo di questa innovativa tecnologia chirurgica, che ha reso meno impattanti e più sicuri interventi estremamente delicati e difficili specie in ambito toracico.
Partiamo, quindi, per analizzare razionalmente i pro ed i contro dell’importante investimento che la sanità sammarinese ha fatto installando il robot chirurgico, tenendo ben a mente un dato di riferimento: negli anni immediatamente precedenti l’avvio dell’operatività del nuovo robot chirurgico, l’Iss ha rimborsato la sanità italiana per appena cinque interventi su pazienti da essa assistiti. Cinque sammarinesi, quindi, hanno avuto bisogno della chirurgia robotica in quel periodo.
Ben inteso, il robot in medicina chrurgica è come la Ferrari sulle strade! Il top della tecnologia. Ma, c’è un ma. Come la Ferrari, in ogni chilometro percorso, ha un costo esageratamente più alto rispetto a quello, ad esempio, di una Volkswagen Golf che, alla fine, ci porta serenamente negli stessi posti in cui possiamo arrivare con una Ferrari.
Dunque, se un buon “padre di famiglia” avesse risparmiato 200mila euro e vivesse in una casa che cade a pezzi e va abbattuta e ricostruita, sarebbe saggio se destinasse quei risparmi all’abitazione per sé e per la sua famiglia o se, invece, sostituisse la sua Golf con una ipertecnologica, bellissima, velocissima Ferrari Roma?
La sanità sammarinese -e anche questo lo sostiene Rete- versava in uno stato di estrema criticità già nel momento dell’insediamento di Ciavatta alla Segreteria di Stato, come confermato dal rapporto Audit citato a supporto. Appariva, quindi, come una abitazione bisognosa urgentemente di un consolidamento delle sue fondamenta e di una radicale ristrutturazione. Un intervento che, ovviamente, richiedeva ingenti investimenti, oltre che una razionalizzazione dei costi…
E’ accaduto ciò nell’era “Ciavatta-Bevere”? Non certo in tema di razionalizzazione dei costi, visti i tanti e talvolta onerosi organismi varati come il Nucleo di Valutazione, il comitato Scientifico, il Centro Epidemiologico e così via, alcuni addirittura mai divenuti realmente operativi e altri -ad esempio il Nucleo di Valutazione- riportati al costo gestionale zero poco dopo le dimissioni di Ciavatta.
Ma un grande e quanto mai impattante investimento sui bilanci ISS c’è stato… E’ servito a ridurre le liste di attesa all’utenza? No… E’ servito a rafforzare il servizio di pronto soccorso nelle ore notturne? No… E’ servito a migliorare il servizio di assistenza domiciliare? No… E’ servito a ridurre l’invasività a chi si sottoponeva ad un ormai banale intervento chirurgico di ernia inguinale? Sì… Del resto, se un assistito Iss avesse avuto bisogno, come accaduto cinque volte nel recente passato, di un delicato intervento chirurgico da effettuare con l’ausilio del robot, sarebbe stato inviato in una delle tante chirurgie robotiche romagnole o marchigiane con cui il Titano talvolta collabora.
Ma poi l’Italia bisogna pagarla, potrà dire qualcuno… certamente, ma quanti interventi chirurgici robotizzati si possono pagare con i tre milioni di euro che è costato il robot, anche alla luce dei soli cinque casi negli ultimi anni?
Secondo alcuni dati trapelati ufficiosamente circa tre interventi su quattro effettuati sul Titano nel primo anno di utilizzo del robot avrebbero interessato pazienti che necessitavano di interventi banali -tipo le ernie inguinali per intenderci- per un costo totale di soli materiali di consumo che si attesterebbe attorno ai 600.000 euro, che vanno ad aggiungersi all’ammortamento dell’investimento iniziale superiore ai tre milioni di euro.
Il dato più eloquente per comprendere l’impatto del robot sulla qualità del servizio e sui costi gestionali, ovvero sui bilanci Iss, è quello relativo al costo di una operazione banale, effettuabile -come regolarmente e con successo sempre fatto fino al 2022- con bisturi e “pinzette”. Se un intervento “semplice” di chirurgia tradizionale può avere un costo che si attesta attorno ai 1.500 euro, lo stesso intervento “semplice”, se effettuato con l’ausilio della chirurgia robotica (solitamente meno impattante per il paziente) può arrivare a costare anche 12mila euro… Circa otto volte di più!
E’ migliore per il paziente la chirurgia robotica rispetto a quella tradizionale? Senza dubbio -a parte un maggiore impatto dell’anestesia- sì… E’ migliore per il “pilota” una Ferrari Roma rispetto ad una VW Golf Gtd? Senza dubbio sì… E’ saggio acquistare la Ferrari Roma lasciando crollare l’abitazione in cui si vive con la famiglia? Senza dubbio no…
Quindi, l’investimento “Rete-Bevere” -secondo voi- sul robot chirurgico è un merito, come sostiene Rete, o una colpa, come penso io, visto che quelle ingenti risorse potevano essere destinate almeno a “rattoppare” qualche buco nel tetto della casa sanitaria pubblica sammarinese, che fa tutt’ora acqua da più parti, ma ha il suo robot “Ferrari” parcheggiato in un garage spesso allagato e sempre cadente?
Enrico Lazzari