Riceviamo e pubblichiamo
Domenica scorsa ero presente a Palazzo Pubblico per la presentazione delle Istanze d’Arengo avanti alla Ecc.ma Reggenza.
Mi ha molto colpito ascoltare la lettura di una Istanza volta a mantenere l’obbligo di rinuncia della cittadinanza di origine in caso di naturalizzazione in occasione della acquisizione di quella Sammarinese. Si chiede tra l’altro – se non ho malcompreso – che il tema debba essere affrontato nell’ambito dei lavori della Commissione per le Riforme Istituzionali recentemente istituita e non si proceda ad esaminare un progetto di legge approvato nel dicembre scorso dal Congresso di Stato che invece prevede l’eliminazione della rinuncia in questione.
In quel testo sono stati anche richiamati aspetti relativi all’identità del Ns. Paese sicuramente importanti e significativi.
Va notato, però, che questa Istanza rischia di creare una sorta di “corto circuito istituzionale” infatti il Consiglio Grande e Generale proprio su questo tema ha già deliberato favorevolmente il 18 marzo 2024 sempre su di una Istanza d’Arengo che era stata presentata l’8 ottobre 2023. In pratica si chiede di “disconoscere” un anno dopo e dopo che il Governo, come sopra ricordato, abbia mantenuto l’impegno – dopo le elezioni – di dover operare ai sensi di Legge sulle Istanze d’Arengo.
Francamente desta molto stupore e personalmente disagio questa presentazione, infatti sarebbe stato il caso da parte di questi Concittadini proponenti farsi parte attiva a tempo debito allo scopo di sensibilizzare l’Opinione Pubblica e le Forze Politiche sui contenuti che domenica ho potuto ascoltare.
A memoria, debbo osservare, che negli anni ’90 vi era stato un certo dibattito sulla unicità della cittadinanza e ricordo che ciò sia avvenuto a seguito dei “viaggi elettorali” in occasione delle elezioni politiche oggetto anche di inchiesta della Magistratura. Ma poi nulla a seguito di questi episodi è avvenuto di concreto sul tema della unicità della cittadinanza.
Vi è stata poi una giusta parificazione nell’Ordinamento Sammarinese tra uomo e donna nella trasmissione della cittadinanza ai figli. Ebbene anche in questo caso non si è notato alcun particolare dibattito se non in termini di positività e nessun particolare questione qualora il nato (anche all’estero) potesse ritrovarsi con due cittadinanze diverse.
Anche in quel momento, nulla è concretamente emerso circa l’esigenza della unicità cittadinanza.
Oramai diverso tempo è passato e le situazioni di doppia cittadinanza specialmente per discendenza sono abbastanza diffuse, un risultato che a me pare ovvio e scontato e che se si avesse voluto veramente evitare andava affrontato in modo deciso e approfondito oramai 30 anni fa. Come? Per esempio tentare di avere Accordi bilaterali con i Paesi con i quali i rapporti anche di emigrazione della nostra popolazione sono stati più frequenti come Stati Uniti, Italia, Francia ecc. oppure perché non promuovere assieme ad altri Piccoli Stati qualche disposizione di natura internazionale presso il Consiglio D’Europa, organo internazionale al quale San Marino aderisce da molti anni. Invece tutto questo non è stato fatto né sollecitato in alcun modo.
Che si fa allora oggi con questa Istanza d’Arengo? Non è che si vuole andare indietro? Se si volesse mantenere davvero il concetto di “identità nazionale” legato secondo questi concittadini alla unicità della stessa, occorrerebbe riprendere in mano tutta la legislazione rivederla profondamente e soprattutto mandare indietro l’orologio di ben 30 anni gestendo tutto ciò che è avvenuto dopo.
Tutto ciò è, a mio giudizio, fuori tempo massimo.
Occorre, quindi, avere il coraggio di comprendere che sono stati molto profondi i cambiamenti sociali, culturali ed economici e mantenere l’obbligo di rinuncia alla cittadinanza resta una evidente discriminazione fra residenti.
Serve guardare avanti avere un approccio inclusivo rispetto a chi vive/lavora in questo Territorio, farne conoscere la Storia, le particolarità dell’Ordinamento, condividerne la vita sociale, istituzionale, in modo che certe barriere non esistano più.
Poco sopra citavo il Consiglio d’Europa, proprio questo importante Organismo Internazionale che si occupa di Diritti Umani, nel 2024 in un rapporto di monitoraggio sul Ns. Paese invita proprio su questo punto (oltre ad altre cose) a “introdurre maggiore flessibilità in materia di doppia cittadinanza al momento della acquisizione della cittadinanza sammarinese”.
Infine, mi permetto una ultima osservazione, ma dove erano i miei Concittadini che vorrebbero difendere l’identità nazionale con l’unicità della cittadinanza, mentre questa estate (e anche dopo ) durante questa legislatura, si è registrato un vivace dibattito sulla inopportunità (quanto meno) del “doppio ruolo” assunto da un Ns. Concittadino che a giugno del 2024 è stato confermato Sindaco di un Comune confinante per poi poco dopo diventare Segretario Particolare di un Componente dell’attuale Congresso di Stato?
Gian Luigi Macina – Cittadino Sammarinese e basta