Titolo intrigante per un editoriale, non c’è che dire. Un titolo che racchiude in sé molto della storia recente di questo Paese. Dove quasi tutti i cosiddetti paladini del rigore, del giustizialismo, si sono poi rivelati per quello che sono.

Prendi il simpatico Alessandro Rossi. Oggi lancia strali contro tutti, se la prende con le banche. Forse fra le tante cose che ha perso in questi anni oltre alla lucidità politica, c’è anche la memoria.
Quando transitavano soldi puzzolenti al Credito Sammarinese lui cosa faceva in banca?
Non si è mai accorto di nulla? Pare proprio di no.
Così come non si sono accorti di nulla coloro i quali da quella banca sono poi finiti sul groppone di Asset. Siamo alle solite: si tende sempre più spesso in Repubblica a pensare che vi sia una doppia morale che vale per gli altri ma non per se stessi.
Ciò avviene quando si ha una opinione troppo smisurata di sé, che porta certe persone a pensare di avere sempre e comunque ragione e di essere depositari della verità. Se compio un reato io devo essere comunque prosciolto. Altrimenti è il giudice a essere in malafede. Se quello stesso reato lo compiono gli altri invece bisogna essere feroci, giustizialisti, ultra moralisti.

No, così non va. Ci si chiede allora perché chi magari stava nella Micologica poteva fare battaglie ambientali, salvo poi uscirne e avallare condoni edilizi. La lista potrebbe proseguire per ogni settore, a cominciare da chi ha sempre combattuto – a parole – il clientelismo e oggi invece assiste silente alla sistemazione e agli scatti di amici e parenti, magari sguazzando pure lui in cotanta abbondanza.
Parlare delle finanze è come sparare sulla croce rossa. Stuoli di indagati continuano a operare nel settore come nulla fosse. Altri invece vengono banditi solo perché non fanno parte della cricca.
Proviamo un po’ di tenerezza per chi fino all’altro ieri invocava una presunta superiorità morale rispetto agli altri, salvo poi andare assieme al soggetto politico più colpito dalle ultime vicende giudiziarie! Ma loro possono, gli altri no. C’è davvero poco da stare allegri e la situazione nel Paese è realmente da resa dei conti. Lo abbiamo potuto toccare con mano alla serata pubblica delle opposizioni, dove tanta gente comune e non necessariamente schierata politicamente ha utilizzato toni molto forti.
Non si accetta che San Marino venga svenduta.
Non si accetta il debito pubblico. Non si accettano i disastri combinati da questa maggioranza: il futuro prossimo ci dirà se per colpa o per dolo. Non si accettano soprattutto questi due pesi e due misure, questa doppia morale da parte di chi ha sempre messo proprio la questione morale al primo posto.
Sarà probabilmente questo il punto chiave che spazzerà via alle prossime elezioni Adesso.sm.
La RepubblicaSM