San Marino. Elezioni anticipate, ??il Psd frena ma Ap accelera.

Mario VenturiniAp decisa: “Basta alleanze con la riedizione del cosiddetto governo straordinario”.

In tutte le segreterie dei partiti si sono messi sui fornelli i pentoloni in cui rimescolare le ultime vicende politiche. Come Gertrude, la strega di Biancaneve, si stanno cercando le ricette più appropriate per curare il male ormai cronico delle difficoltà che il Paese sta attraversando.

In queste “cucine” si è accomodato anche il Gruppo di Coordinamento di Alleanza Popolare, per confrontarsi su attualità politica, difficoltà che perdurano nel Paese e sviluppi giudiziari.

Come aperitivo si sono ricordati alcuni degli obiettivi raggiunti nella legislatura corrente: riduzione spesa corrente, riforma Igr, approvazione realizzazione Polo del lusso, sostegno per un’azione giudiziaria sempre più indipendente ed incisiva.

Pezzo forte ricordare come proprio un anno fa di questi tempi si parlava di verifica di Governo. Nel documento conclusivo si ricordava come fosse fondamentale che maggioranza e governo riuscissero a dare risposte ai problemi più pressanti: posti di lavoro e nuove imprese, consolidamento delle realtà economiche esistenti, salvaguardia dei fondi e del sistema pensionistico, miglioramento finanze pubbliche e liquidità, proficuo confronto con l’Italia.

Un vero e proprio programma di governo che un anno fa doveva ancora concludere il proprio percorso. In quel documento, ricorda la stessa Ap: “C’era l’impegno di adottare un metodo rinnovato di fare politica e di esercitare i ruoli istituzionali. Il metodo è questione non secondaria, essendo strettamente connesso ad una

questione morale con molteplici sfaccettature ed articolazioni. Le degenerazioni del sistema si sono rette, e alcune si reggono tuttora, su una mentalità ed una rete di interessi deleteri per la democrazia e per la vita del Paese, che non devono più trovare spazio”.

Quel “si reggono tuttora” è una considerazione pesante considerato il clima politico in corso.

Alleanza Popolare, in una sua nota di ieri continua: “Il Gruppo di Coordinamento sostiene le iniziative intraprese dal Gruppo Consiliare di AP con riferimento all’immissione di risorse pubbliche in Cassa di Risparmio, e si attende sviluppi positivi tali da assicurare che questo sostegno dello Stato sia davvero sostegno all’intero sistema-paese, secondo le posizioni già espresse da Ap”.

Per farla breve: “Non si può esprimere un giudizio positivo sull’attuale fase della legislatura se non si conseguono gli obiettivi programmatici e se non si realizzano i punti indicati nel documento conclusivo della verifica di Governo.

La durata dei Governi e le stesse alleanze devono basarsi sulla condivisione dei progetti e sulla realizzazione dei risultati, non possono essere condizionate da interessi e logiche di vecchio stampo, ormai e finalmente invise ai cittadini, i quali pretendono invece inequivocabili assunzioni di responsabilità”.

In sostanza Alleanza Popolare apre ufficialmente le danze per un radicale rinnovamento: “L’apporto di AP è stato ed è fondamentale. Non cesserà all’interno di collaborazioni in cui il suo ruolo non sia subalterno o ininfluente.

Il Gruppo di Coordinamento ha invitato i vertici del movimento a dare e pretendere lealtà nei confronti degli alleati, ad esigere metodi di gestione rigorosi, ad impegnarsi per l’ottenimento dei risultati ed a verificarli di volta in volta, a cominciare dalla imminente legge di bilancio”.

È in sostanza l’abbassare la bandierina a scacchi per una nuova corsa come la stessa Ap in sostanza preannuncia a tempi brevi, medi o lunghi? Non è chiaro. Infatti conclude: “Per il futuro AP non parteciperà a governi che, in virtù dell’adesione di tutti i principali partiti storici, si configurino come riedizioni del cosiddetto Governo Straordinario.

Inoltre Ap è impegnata nel continuare il percorso indicato dall’ultimo Congresso teso all’evoluzione del movimento stesso e alla creazione di una aggregazione nuova che veda la partecipazione aperta e attiva di tutti coloro i quali vogliano impegnarsi in politica su forti basi etiche per contribuire fattivamente a costruire e consolidare gli asset determinanti per una Repubblica futura di cui essere fieri”.

“Questo governo ancora non ha finito il suo lavoro e i due anni che ci aspettano devono dare frutti importanti, sui quali si misureranno le future alleanze e coalizioni poiché solo sulla base degli atti e dei fatti è possibile progettare e creare le prospettive del comune lavoro”.

Questa è invece la posizione del Partito dei socialisti e dei democratici sul presente e sul futuro della legislatura. Un’analisi pubblicata ieri in una nota all’indomani della riunione della direzione del partito che in estrema sintesi invita gli alleati a continuare il percorso insieme fino a fine legislatura e pone sul tavolo pochi punti da realizzare: riforma Igc, riforma delle pensioni, cambio della governance di Carisp,

Nella nota il partito ripercorre i motivi che hanno portato nel 2012 ad allearsi con Dc e Ap, “una scelta impegnativa per una collaborazione responsabile” presa perché “la situazione del Paese richiedeva il massimo di condivisione politica e sociale”.

“Ma la nostra anima riformista non è cambiata – assicura il partito – è forte più che mai e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciarci”.

“Nel programma di governo – recita ancora la nota – avevamo elencato le riforme fondamentali per ricostruire il Paese rinnovato e al passo con i tempi, un paese con un sistema di regole chiare che si interfaccino col Mondo: il Psd è impegnato per portare avanti queste riforme, vogliamo quindi andare avanti fino alla fine della legislatura”, ovvero ottobre 2017, “per poterle realizzare e rispettare l’impegno con gli elettori”.

Anche perché “in questo momento una crisi di governo sarebbe devastante per il paese, la ripresa economica sta dando timidi segnali e non possiamo interromperla con un periodo di instabilità”.

Questi 2 anni dovranno però essere “di lavoro dei quali non possiamo perdere nemmeno un giorno, perché le riforme da fare sono indispensabili e urgenti”.

Quindi l’invito agli alleati a “lavorare a testa bassa fino all’ultimo giorno”. Il primo punto è il lavoro, “un tema che presenta criticità; dobbiamo essere consapevoli che i posti di lavoro non si creano per decreto o con una legge – scrivo- no dal Psd – ma con un sistema accogliente per le imprese, un sistema internazionale di regole chiare, una pubblica amministrazione al servizio degli utenti, che si aggiorna continuamente, che semplifica le procedure e la vita di chi vuole fare impresa, un paese che non considera l’imprenditore esterno un intruso, ma un’opportunità tenendo alta la guardia nel contrastare ‘vizi’ che devono appartenere al passato”.

Sarà quindi la volta della riforma dell’Igc e la riforma contabile, della segreteria alle Finanze che puntano “all’internazionalizzazione del sistema, condizione indispensabile per chi voglia fare impresa a San Marino”.

“La Segreteria al Lavoro – annuncia il partito – ha pronta la riforma del mercato del lavoro
e sull’accorpamento dei servizi ispettivi”, mentre la Segreteria all’Istruzione sta portando avanti il confronto “per una revisione dei percorsi curricolari e per definire i contenuti del nuovo polo scolastico, che porti il nostro sistema al livello delle migliori esperienze europee ed è impegna- ta nell’attuazione della riforma dell’Università che sta già dando interessanti frutti e aprendo prospettive”.

Ma nelle cose da fare in questi due anni c’è anche altro, a par-

tire dagli accordi con l’Unione Europea, un progetto “strategico” dalle “grandi opportunità” per il futuro del Paese.

C’è poi la questione della go- vernance di Cassa di Risparmio, su cui anche Giovagnoli e com- pagni si dicono convinti “che si debba intervenire” come indicato anche dal Fmi “affinché i progetti di salvaguardia e sviluppo di questo importante istituto siano ampiamente condivisi e governati dallo Stato”. Tradotto: via vertici attuali e rimodulazione delle quote societarie.

Inoltre viene segnalata come necessaria la riforma pensioni- stica, “perché le condizioni di 20 anni fa non sono più sostenibili affinché vengano superate le esigenze degli interventi spora- dici. È urgente – riporta ancora la nota – ritrovare un equilibrio nel sistema ISS e decidere politiche per gli anziani chiare e condivi- se”.

E ancora: “È improcrastina- bile attivare politiche di tutela ambientale e per la gestione dei rifiuti in linea con i documenti internazionali sottoscritti dal Paese. Il Psd chiede agli alleati coerenza con il programma di governo condiviso affinché l’in- teresse generale del Paese sia la priorità nell’azione politica”.

Al contrario di Ap, la forza di Marina Lazzarini non fa riferimenti alle prossime alleanze. Assicura soltanto che “il percorso intrapreso per l’aggregazione dell’area riformista” è aperto a “chi condivide progetti e prospettive senza guardare alle sigle, senza accettare preclusioni di alcun tipo, ma confrontandosi sui contenuti e sulla loro realizzazione”.

Dunque come stanno le cose? Di certo c’è che nessuno oggi ha intenzione di staccare la spina, principalmente per due motivi. Innanzitutto per “senso di responsabilità” come viene chiamato, cioè per la convinzione che il paese abbia estremo bisogno di un governo, seppur claudicante come quello attuale. Andare alle urne vuol dire fermare tutti i progetti e la programmazione per almeno sei mesi. Il secondo motivo è perché nessuno oggi ha deciso le prossime alleanze. Psd e Ap in particolare sono alle prese con forti dibattiti interni sulla linea da tenere.

D’altronde le parole di Ap sono chiare: in questi 3 anni di governo si è fatto poco o nulla. Mario Venturini e compagni sono pronti a lanciare l’ennesimo ultimatum: o arrivano al più presto risultati importanti come nuovi posti di lavoro, riforma delle pensioni, questione Carisp oppure tanto vale andare a casa. Se ci si mette dentro pure la questione del metodo si capisce che la situazione è seria.

L’ipotesi più probabile attualmente è quella di elezioni anticipate ma di poco, nella primavera 2017. Si darebbe così il tempo al governo di incidere sui prossimi due bilanci, ad Ap e Psd di sciogliere il nodo alleanze e alla Dc di fare il proprio congresso a novembre 2016 come previsto. Ma la situazione è tutt’altro che stabile, soprattutto con il tribunale che sta ancora scavando nella vita di molti politici, vecchi e non solo.

Davide Giardi, La Tribuna