Ho partecipato all’assemblea dei soci di Banca di San Marino per esplicitare la mia presa di posizione nettamente contraria alla svendita del 51%.
Dopo l’ottimo intervento di Alessandra Mularoni teso al mantenimento della proprietà della banca da parte degli attuali soci, sono intervenuto evitando la polemica aperta da Marco Beccari su un mio articolo in quanto le sue parole in difesa della svendita erano già state smentite clamorosamente dalla proposta di abolire il contesto dell’art. 6 dello Statuto che vieta la cessione del 51% presentata dopo aver irregolarmente stipulato la “segreta” promessa di vendita!!!
Ho affermato: I dati che ci avete comunicato mettono in evidenza un risultato positivo che penso derivi dall’impegno e dalla professionalità di tutta la struttura della banca. Esprimo dunque un plauso, ma anche un invito a non riposarsi sugli allori perché il mondo sta cambiando rapidamente ed è necessario stare al passo con i tempi. Ritengo che sia importante porre molta attenzione all’avvento della IA rapportandola con le persone ed evitando la spersonalizzazione dei servizi.

La tecnologia non deve diventare una rinuncia alle competenze e alle relazioni umane.
Occorre senz’altro limitare i costi, ma bisogna anche migliorare gradualmente la qualità dei servizi offerti e della consulenza che è sempre più importante. E’ perciò necessaria una analisi continuativa per semplificare i processi, per rendere più fluida la consulenza e sempre più personalizzati i servizi. Bisogna trasmettere semplicità, chiarezza e fiducia. Sono convinto che si deve innovare, ma anche rimanere fedeli a se stessi, riaffermando i valori mutualistici della banca senza pensare a svendite inopportune, dannose e rischiose.
E’ fondamentale il dialogo con i risparmiatori e il confronto con gli azionisti nei confronti dei quali chiedo più attenzione e più riguardo. La sfida del cambiamento è molto delicata e va intrapresa con intelligenza, con buon senso e con coerenza.
Questa è una banca che non viene dalle tangenti.
E’ una banca mutualistica che viene da una grande idea ispirata all’umanesimo, al lavoro e alla cooperazione. Viene dal sacrificio e dall’opera di gente laboriosa e onesta, da nostri antenati che ce l’hanno lasciata in eredità per conservarla sana ed efficiente al servizio dei cittadini e dell’economia della nostra Repubblica.
Non voglio passare e non passerò alla storia come uno di quelli che ha venduto la tradizione, la memoria, il lavoro e la passione per quattro soldi e con molti rischi per gli azionisti e per il Paese.
La svendita è un tradimento degli azionisti, di un glorioso passato mutualistico e di quell’anima della banca di cui ha giustamente parlato il Presidente.
Emilio Della Balda