La presunta auto, immatricolata sul Titano, è stata venduta ad una società di leasing sammarinese e noleggiata poi a uno dei membri della cricca.
In tempi di crisi anche gli autonoleggi di lusso piangono: le vendite calano e, come se non bastasse, ci si mettono pure gli esperti della truffa. Due uomini e una donna facenti parte di una banda già nota in Italia per lo stesso tipo di reato, sono stati condannati ieri dal Commissario della legge Gilberto Felici per aver truffato un autonolo.
Porsche, Ferrari, Bentley, questo il tipo di auto che la società noleggiava a terzi in cambio di un canone mensile, per conto dei proprietari reali delle auto.
Business che da un anno a questa parte, secondo l’amministratore ieri in aula, sarebbe in lieve calo rispetto alle 5 o 6 auto all’anno solitamente affittate. In questo caso, si è trattato di una Ferrari 599 che C.T., imputata per aver seguito la truffa dall’inizio, avrebbe venduto a una società sammarinese di leasing nell’agosto del 2009, auto poi affidata all’autonoleggio e data a E.F., unico imputato non contumace difeso ieri dall’avvocato Federico Fabbri Ercolani.(…)
Non chiaro invece il ruolo preciso avuto dal terzo uomo, A.B., in tutta la vicenda, coinvolto principalmente perché visto in compagnia di C.T. e facente parte della banda con sue mansioni specifiche. Cricca che presso il tribunale di Treviso sarebbe stata accusata di associazione a delinquere, falso in atto pubblico, truffa e frode assicurativa. Ma quel che più colpisce è che la Ferrari noleggiata non sarebbe mai esistita.
Ebbene, la truffa si sarebbe compiuta solo attraverso la falsificazione dei documenti del mezzo, a partire dall’immatricolazione effettuata sul Titano, compiuta grazie all’abilità di coloro che hanno realizzato il raggiro.
A denunciare il disegno criminoso sarebbe stato poi il titolare dell’autonoleggio, a cui non sarebbero più pervenute le rate dell’auto. Pertanto i tre sono stati condannati a diversi mesi di prigionia, ritenuti colpevoli di concorso in truffa. La Tribuna