Chi sono i 13 indagati, i 13 protagonisti, loro malgrado, dell’indagine in cui si ipotizza la presenza di una vera e propria associazione a delinquere creata attorno alla governance dell’allora Banca CIS, che dal 2016 al 2020 avrebbe favorito lo stesso istituto di credito, sottraendolo ai controlli della vigilanza e penalizzandone la concorrenza?
Alcuni nomi, svelati l’altro ieri dalla Tv di Stato, sono ormai noti. E confermano il coinvolgimento di parte del mondo imprenditoriale, di dirigenti apicali della governance e della vigilanza finanziaria e di almeno un magistrato. Ma chi sono gli altri indagati, gli altri personaggi che avrebbero avuto un ruolo nella presunta associazione a delinquere? Sono emersi, per ora, cinque nomi: ne mancano otto, che quasi certamente verranno svelati nei prossimi giorni.
Ma perchè è così importante sapere chi sono i 13 indagati? Non per morbosità, ovviamente. Ma per capire quale possa essere stato -qualora le ipotesi accusatorie trovassero conferma- l’impatto di questo gruppo di potere sulla democrazia e sulla giustizia sammarinese. Il dubbio che mi affligge è inquietante. E non da oggi, visto che lo scenario che mi si compone “unendo i tanti puntini” mi appare da tempo inquietante. Non a caso, da mesi e mesi, non nascondo che quanto accaduto dall’estate del 2010 -la cacciata di Caringi e le successive dimissioni di Papi e Bossone dai vertici di Banca Centrale e dalla relativa vigilanza- alle pesantissime condanne nel primo grado del processo Mazzini, potrebbe essere stato voluto da un gruppo di potere occulto, con sodali in partiti e in governi, in magistratura e nell’informazione.
I poteri di una democrazia sono tre: il potere esecutivo (il governo); il potere legislativo (il Consiglio Grande e Generale); il potere giudiziario (la magistratura). Ogni democrazia si regge sull’equilibrio fra questi tre poteri. Ma se tutti questi tre poteri fossero asserviti ad interessi privati e non pubblici, esisterebbero ancora la democrazia e il Diritto? No… Sarebbe una dittatura, magari non palese ma sempre dittatura.
E’ successo questo sul Titano dal 2010 al 2019? Secondo me sì… Ma è una mia semplice deduzione, tratta -come ho scritto più volte- “unendo i tanti puntini”, moltissimi dei quali evidenziati nella recente fase dibattimentale del processo Buriani-Celli (leggi qui).
L’indagine giudiziaria svelata nelle scorse ore da RTV ha un peso enorme nell’ottica di questa mia convinzione, perchè significa che anche ai Tavolucci qualcuno sospetta che una “associazione a delinquere” con sodali in poteri chiave della democrazia (i vertici di Banca BCSM sono di nomina politica, non si dimentichi) possa aver influenzato, forse addirittura sospeso per un decennio la millenaria democrazia sammarinese.
Per sostenere ciò, ovviamente, mancano ancora otto tasselli: gli otto nomi degli indagati che non sono stati ancora svelati e che, verosimilmente, potrebbero indicare il coinvolgimento di esponenti in ruoli chiave di altri poteri democratici come, ad esempio, membri di governi passati, vertici di partiti politici, parlamentari e operatori dell’informazione, confermando il radicamento del gruppo in tutti i poteri chiave di uno stato di Diritto e democratico e, conseguentemente, non più tale.
Quando questi emergeranno, se emergeranno e se confermeranno i protagonisti ipotizzati e le ipotesi accusatorie, lo scenario di un piano decennale perpetrato da una “cricca” per sovvertire gli equilibri democratici troverebbe autorevoli conferme concrete. Ma una indagine giudiziaria non basterà, da sola, a riscrivere la storia di un decennio quanto mai cupo dell’attualità sammarinese. Un magistrato e un tribunale individuano reati, non responsabilità politiche che appaiono già evidenti a tanti, specie a chi ha seguito gli ultimi processi che vedono alla sbarra il titolare delle più eclatanti e dirompenti indagini giudiziarie degli anni scorsi e che hanno indirettamente determinato una rivoluzione nell’assetto di potere del Titano, spianando di fatto la strada all’affermazione della presunta “associazione a delinquere”.
Non ci resta, ora, che attendere gli otto nomi ancora misteriosi in questa inquietante indagine… L’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta che possa finalmente far luce anche sulle responsabilità o complicità politiche e governative che avrebbero permesso agli indagati di sovvertire Diritto e democrazia sammarinese per una decennio. E, visti i rituali attacchi mediatici e politici sferrati anche oggi all’indirizzo dei vertici di Bcsm, nonostante tutto il rischio per la democrazia sammarinese non si può ancora dire del tutto scampato.
Enrico Lazzari
