San Marino. Fiorenzo Stolfi sempre più solo. Anche i suoi socialisti lo scaricano

Stolfi Le vicende della “tangentopoli sammarinese” riguardano un singolo individuo, anche se influente, ma non l’intero partito. La direzione del Partito dei socialisti e democratici scarica l’ex segretario di Stato Fiorenzo Stolfi, finito in carcere nell’ambito della maxi inchiesta nata dal cosiddetto ‘Conto Mazzini’. Stolfi, fino a poche settimane fa, era uno degli uomini forti del partito, ma dopo il suo arresto e le accuse di riciclaggio, la direzione non guarda in faccia ad alcuno, non attende nemmeno che la giustizia faccia il suo corso, ma si lancia in una presa di distanze assoluta “da quel modo di fare politica”. Una nota del partito, illustrando gli esiti della riunione avvenuta la scorsa settimana, descrive un vero e proprio taglio netto voluto dal partito nei confronti del suo ex leader. “Quelle situazioni non sono il Psd – si sottolinea e non hanno diritto di cittadinanza nel Psd”. La direzione ha quindi ripercorso le tappe che hanno visto in prima linea il Partito dei socialisti e democratici lungo il percorso volto “alla trasparenza, alla legalità ed alla costruzione di uno Stato di Diritto”: dal 2006 in avanti “tutte le leggi che hanno portato San Marino in questa direzione sono state ispirate ed approvate con il contributo determinante del Psd”; grazie anche alle quali oggi la magistratura ha gli strumenti giusti per portare avanti le difficili e complicate indagini che sta conducendo e che deve portare autonomamente fino in fondo”. La direzione ribadisce fortemente il senso della cultura del merito, dell’etica, del rispetto delle regole comuni e Impegna il partito “per il superamento del residuo potere concessorio del governo e discrezionale di alcuni ambiti dell’amministrazione pubblica”, attraverso la promozione e l’adozione di “tutte le misure che possano contrastare con decisione il fenomeno della corruzione”, La verità che sta emergendo dalla maxi inchiesta in capo al Tribunale di San Marino invece è quella di un sistema che vede coinvolti politici, imprenditori e figure chiave dell’apparato istituzionale sammarinese. Al momento l’indagine coordinata dal commissario della legge, Alberto Buriani, ha portato in carcere quattro persone, fra cui l’ex segretario di Stato, Claudio Podeschi, della Democrazia cristiana. Ma non sono mancate audizioni importanti come quella dei vertici di Banca Centrale. II presidente Renato Clarizia e il direttore generale Mario Giannini sono stati chiamati in veste di testimoni per spiegare il ruolo dell’autorità di vigilanza bancaria (nelle carte si parla di “abboccamenti, scambi epistolari e incontri”) nelle recente trattativa per la vendita di licenze bancarie a un investitore russo. Trattativa che sarebbe stata portata avanti dai due ex segretari, ma che avrebbe visto al tavolo anche attuali esponenti del governo e politici.
La Voce