San Marino. Fitch silura quel che resta dell’economia di San Marino

Siamo stati spettatori in questi anni di una monumentale crisi autoinflitta al nostro Paese al quale sono stati inferti colpi che hanno provocato danni irreparabili. Chi in tutto questo tempo ha provato a lanciare l’allarme è stato messo a tacere e isolato come fosse un solone dell’economia che aveva interesse a dipingere il futuro a tinte fosche. Non dà però per niente soddisfazione il responso di Fitch che boccia San Marino senza appello: per il terzo semestre consecutivo al rating BBB- si aggiunge l’outlook negativo. Come del resto non sono assolutamente rassicuranti le parole del Segretario Guidi che si dice soddisfatta di quel giudizio. Il segretario Guidi potrebbe essere benissimo la protagonista di un noto romanzo di Federigo Tozzi “Con gli occhi chiusi”. Nessuna analisi dunque sul costante peggioramento avvenuto in questi anni, non cambiano nemmeno le parole perché ogni volta che Fitch ha certificato il fallimento economico della Repubblica ci si è sempre dichiarati soddisfatti, così faceva anche l’ex segretario Celli. A giugno 2017 – tanto per rinverdire la memoria agli smemorati – il rating per San Marino viene portato da BBB a BBB- con outlook stabile. Il meno sta a dire che la situazione potrebbe peggiorare ma non nel breve termine essendo appunto l’outlook stabile. Lo stesso giudizio viene confermato nel dicembre 2017 mentre è a giugno del 2018 che arriva l’altra tegola per San Marino visto che l’outlook passa da stabile a negativo. Sul giudizio completamente negativo espresso da Fitch pesano tra le altre cose: “una risposta politica molto debole alla crisi bancaria”, una “limitata diversificazione economica” (quante volte le forze di opposizione, le associazioni sindacali e di categoria hanno chiesto al governo che pensa alla blockchain di concentrarsi non solo sulle banche ma anche sull’economia reale?) e udite udite il problema della qualità dei dati. Il che la dice lunga su cosa questo governo autoproclamatosi della trasparenza abbia fatto realmente per andare in quella direzione. Fosse stata disponibile una aqr fatta in un determinato modo in tre mesi il commissario Sido Bonfatti non avrebbe potuto farsi un’idea ben precisa della situazione di banca Cis? “Piani credibili – scrive Fitch – che ripristinino in modo efficiente la redditività delle banche e migliorino la qualità degli attivi, riducendo al minimo il ricorso definitivo ai fondi pubblici, sosterrebbero la fiducia nella risposta politica del settore finanziario per migliorare la capitalizzazione delle banche”. Le previsioni di Fitch sono tutte al ribasso: “si prevede che il debito pubblico salirà al 34,9% del PIL entro la fine del 2019 (2018: 25,3%), al 44,8% entro la fine del 2020 e al 56,0% entro la fine del 2028, superando l’attuale media ‘BBB’ del 37,2%. La maggiore dipendenza dalla banca centrale e dal fondo di previdenza sociale per il finanziamento dell’amministrazione centrale ha fatto sì che questi enti pubblici detengono circa il 9,5% del PIL del debito dell’amministrazione centrale come attività, che non sono compensati dal calcolo del debito pubblico effettuato da Fitch”.
La posizione fiscale sarebbe invece lievemente migliorata grazie ai maggiori introiti legati alla sanatoria ma è evidente che di quelle entrate bisognerà mettere in conto, vista l’approvazione del decreto che introduce una tolleranza, i rimborsi che dovranno essere effettuati e i mancati introiti rispetto a quelli previsti. Inoltre la posizione migliora anche e soprattutto ‘grazie’ alla sospensione dei trasferimenti al fondo pensioni. Non si intravede alcuna luce dunque in fondo al tunnel. Come può chi non ha mai imparato a governare la propria barca, non temere le continue tempeste?

Repubblica Sm