La Giunta dell’Emilia Romagna si impegni con il governo italiano per trovare con la Repubblica di San Marino un accordo che tuteli i lavoratori frontalieri. Lo chiede una risoluzione presentata in aula dalla prima firmataria Nadia Rossi, consigliere Pd. “Sono circa un migliaio i lavoratori transfrontalieri che, con la crisi economica, hanno perso il lavoro nella Repubblica di San Marino“, motiva Rossi. A colpire la forza lavoro italiana sul Titano è “da un lato- prosegue- la normativa sammarinese che prevede nelle crisi aziendali la salvaguardia delle maestranze residenti nel territorio”. Dall’altra, “il fatto che i lavoratori frontalieri hanno una tipologia di assunzione che non prevede alcun tipo di stabilizzazione”. Di fatto, dal 2011 non esiste più nessun accordo tra gli Stati, osserva Rossi, e i lavoratori transfrontalieri non stabilizzati, ovvero la maggior parte, avranno “scarsissime possibilità di ricollocazione nelle imprese sammarinesi” visto che “molti di loro perdono il posto di lavoro a fronte del non rinnovo del permesso di soggiorno”. Rossi ricorda anche come la normativa Ue vieti qualsiasi tipo di diversificazione nel riconoscimento dei diritti sulla base della residenza anagrafica (non sapendo o non volendo sapere che San Marino non fa parte della Ue). Nel dibattito in Consiglio regionale interviene anche Piergiovanni Alleva di Altra ER, ponendo l’accento sulla precarietà dei contratti a tempo determinato, mentre Andrea Liverani di Lega Nord esprime il voto favorevole della Lega a sostegno della risoluzione. Oltre a stabilire un nuovo accordo tra gli Stati, la risoluzione chiede anche di chiarire la problematica fiscale e il riconoscimento dell’invalidita’ del figlio nella contrattualistica.
