San Marino. Gerardo Giovagnoli alla sinistra: lavoriamo non sui loghi e sulle sigle, ma sulle cose da fare per il Paese … di Angela Venturini

L’emozione è stata la cifra iniziale del congresso PSD, sabato sera 26 novembre, al teatro Titano, con Maria Lea Pedini a dare il via ufficiale, grande personaggio della sinistra e prima donna Capitano Reggente; subito seguita da un trio d’archi, tutto femminile, per l’inno ufficiale della Repubblica, l’inno europeo e quello dell’Internazionale socialista. Musica e parole in una nuvola di fiori rossi. 

Ma è stato Gerardo Giovagnoli, segretario uscente, con un bilancio politico entusiasmante da consegnare al suo successore, a dare il segno tangibile della politica fatta con passione. In platea, tutto lo stato maggiore democristiano (Congressisti e Consiglieri) sicuramente interessato a cosa si sta muovendo non solo perché il PSD è un importante membro della coalizione di maggioranza, ma anche perché non ha mai nascosto la sua intenzione di riportare la sinistra alla grandezza di un tempo. Tutti i partiti dell’arco parlamentare erano rappresentati da nutrite delegazioni, insieme agli emissari dei sindacati e delle associazioni di categoria. Poi gli ospiti illustri, provenienti dal Comune di Rimini, dalla Regione, dal Parlamento, dall’Europa. 

L’immagine del partito offerta da Giovagnoli è stato il riflesso di quel “momento di grazia” che il PSD sta vivendo da dopo le elezioni, il confine che ha segnato il punto di svolta numerico e qualitativo della sua iniziativa politica. “È uno spirito positivo – ha tenuto a sottolineare – che non ha nulla a che fare con la leadership, o coi numeri, ma con un lavoro di squadra e un orizzonte nuovo, entro cui costruire la nostra azione politica.” Le radici sono quelle di 130 anni fa, senza inutili nostalgie ma con un forte attaccamento alle tradizioni; l’orizzonte invece guarda all’Europa con una struttura partitica che oggi contempla tutti, sia i giovani, sia i vecchi militanti. 

Che il PSD, e in particolare Giovagnoli, abbia sempre spinto verso l’Europa, è cosa assai nota. “Non essere nella UE, è stato un grosso freno allo sviluppo” ha rimarcato, ricordando i tempi bui della blacklist, della profonda crisi del sistema bancario, delle continue discriminazioni nei confronti di San Marino. Che però sono state superate con un lungo percorso di adeguamento normativo e relazionale- “Oggi abbiamo una posizione nel mondo – ha chiosato – siamo riconoscibili e più comprensibili. Siamo meno soli!” Ovviamente il salto di qualità potrà avvenire solo con la formalizzazione dell’Accardo di associazione e dobbiamo farci trovare pronti. Intanto, il PSD, in coerenza con le sue posizioni storiche, chiederà l’adesione al Partito Socialista Europeo. 

Non ha detto una parola sul quadro politico attuale, come invece è prassi in tutti i congressi. Ma intenzionalmente ha lanciato un grosso sasso nello stagno della sinistra sammarinese, chiamando all’appello tutte le forze che compongono un panorama sfilacciato dal tempo e dalle continue divisioni. “Abbiamo una sfida a sinistra” ha precisato mettendo l’accento sulla coalizione con Libera e sulla necessità di continuare l’impegno in comune. Giudizio positivo anche per Rete, che ha recentemente dichiarato la sua scelta liberal socialista. Giovagnoli non ha messo steccati, né ha posto condizioni. Semplicemente, ha tracciato un percorso: “Lavoriamo non sulle sigle o sulle architetture, ma sulle cose da fare per il Paese.”

Il suo, è stato un discorso concettoso, propositivo, dinamico, come dovrà essere il partito, che dovrà essere portatore di valori e capace di tonare a quella grandezza che l’aveva contraddistinto in passato. Alla fine, commosso lui stesso per i tanti applausi a scena aperta, l’ormai ex segretario ha concluso: “In politica sono importanti tutte le cose, ma la passione non deve mancare mai.” Il pubblico, in piedi, ha assentito con un’ovazione scrosciante.  

Angela Venturini