San Marino. Già possibili intercettazioni telefoniche. ???La legge è molto stringente e tutela da un lato le indagini, dall’altro la privacy. Arma in più contro il malaffare

intercettazioniDa circa un mese a San Marino sono possibili le intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche. Non è chiaramente noto al momento se qualche telefono o personaggio sia “ascoltato” dalla magistratura sammarinese, certo è che finalmente lo strumento principe per investigare in reati complessi quali corruzione, riciclaggio o mafia è a disposizione, internamente, dei nostri inquirenti. Si tratta di un passaggio epocale, di un ulteriore tassello che va a completare un percorso, quello verso la trasparenza, che il Paese ha imboccato senza sé e senza ma.In un momento in cui la classe politica è vituperata e sotto scacco, va fatto un grosso plauso a tutto il Consiglio Grande e Generale e a questo governo, Giancarlo Venturini in primis, perché ha recepito la spinta positiva e propositiva del nostro Tribunale e della sua dirigente. D’altra parte gli stessi togati avevano nei confronti dei propri colleghi italiani un grosso handicap: nonostante non potessero utilizzare lo strumento delle intercettazioni, hanno condotto e stanno conducendo in porto diverse delicate indagini, spesso molto tecniche.

I dettagli

Al fine di consentire la ricezione del traffico telefonico e del traffico dati riguardante le attività di intercettazione, gli operatori telefonici hanno predisposto infrastrutture tecnologiche che recepiscano le principali raccomandazioni ETSI riguardanti le modalità di comunicazione tra gli apparati degli operatori stessi e quelli installati presso gli appositi locali allestiti all’interno dell’immobile sede del Tribunale. Le operazioni di intercettazione si intendono naturalmente obbligatorie, pertanto, gli operatori sono obbligati all’espletamento di tale servizio. La tipologia dell’intercettazione richiesta varia da telefonica, telematica e ambientale. Per quanto riguarda i costi rimandiamo alla apposita tabella qui a fianco. Il regolamento apposito è stato formato a giugno di quest’anno.

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L’archivio delle intercettazioni

Per garantire da un lato il buon andamento delle indagini, dall’altro la privacy degli indagati/ imputati, la legge che regola le modalità di intercettazione è molto stringente. Di fatto è il giudice il responsabile di tutto, con possibilità quasi nulle di delega. Dovrebbero dunque essere scongiurate fughe di notizie: nel caso sarebbe molto semplice risalire al“colpevole”. Fatto sta che l’archivio riservato delle intercettazioni è collocato in una stanza apposita presso il Tribunale Unico, chiusa con una serratura di sicurezza e con la possibilità di blocco dall’interno. Le chiavi dell’archivio delle intercettazioni sono consegnate esclusivamente ai Giudici Inquirenti ed al Cancelliere preposto alla Cancelleria penale.

Quest’ultimo può accedere all’archivio solo su autorizzazione scritta del Giudice Inquirente, del Giudice delle Intercettazioni o del Giudice competente avanti al quale è trattato il procedimento nelle singole fasi. All’interno del locale sono collocati tre armadi blindati nei quali è riposto il materiale afferente alle intercettazioni disposte da ciascun Giudice Inquirente: a quanto si apprende questi armadietti sarebbero arrivati fisicamente in Tribunale a fine settembre, dunque da quel momento è stato possibile partire con le intercettazioni. Le chiavi dell’armadio blindato sono custodite dal Giudice Inquirente al quale è assegnato l’armadio, o, sotto la sua responsabilità, da personale munito di delega scritta. Le chiavi possono essere consegnate al Cancelliere solo dal Giudice Inquirente interessato, per necessità del suo ufficio o per l’accesso dei soggetti ai quali è consentito dalla legge.

La permanenza all’interno dell’archivio dei soggetti autorizzati deve avvenire alla presenza costante del Cancelliere oppure di personale idoneo delegato dal Giudice Inquirente sotto la sua responsabilità. La consultazione dei materiali custoditi nell’archivio può avvenire solo all’interno del locale, salvo che il Giudice non disponga altrimenti con apposito provvedimento. Infine i materiali ed i documenti per i quali la legge stabilisce il deposito nell’archivio riservato sono conservati negli armadi blindati. Come detto insomma norme molto severe.

Le indagini per mafia

Si diceva dell’importanza in ambito di mafia e reati gravi quali la corruzione per procedere con le intercettazioni. Per capire come ci si regolerà sul “campo”, giova ricordare che il Titano, ad integrazione di quanto previsto dal Codice di Procedura Penale ha già stabilito che, in un procedimento regolarmente iscritto nei registri della Cancelleria ed in fase istruttoria per reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, il Giudice inquirente può emettere e iscrivere negli atti del processo decreto motivato col quale autorizza ufficiali o agenti di polizia giudiziaria al possesso e impiego di strumenti tecnici di controllo, captazione e registrazione di fatti probanti, indicando i tempi e le modalità delle operazioni e del successivo rapporto. Diventa dunque di fondamentale importanza l’incontro tenutosi martedì a Roma da parte della delegazione di magistrati sammarinese, presso il ministero italiano di Grazia e Giustizia. Finalmente Titano e Italia parlano la stessa lingua e dispongono delle medesime armi contro il malaffare.

David Oddone