SAN MARINO. Giornata Mondiale del donatore di sangue: sempre alta la risposta dei donatori sammarinesi

Dal 2004 il 14 giugno viene festeggiata la Giornata mondiale del donatore di sangue proclamata
dalla Organizzazione mondiale della sanità. La Repubblica di San Marino aderisce da tempo a
questa iniziativa: i donatori di sangue ad oggi attivi sono 1.222 e sono raggruppati nell’AVSSO –
l’Associazione volontari sammarinesi sangue e organi.
I dati relativi all’attività del centro trasfusionale di San Marino mostrano un numero di donazioni in
grado di garantire ampiamente il fabbisogno sammarinese di globuli rossi, plasma e piastrine e
l’autosufficienza delle nostre strutture sanitarie per quanto concerne gli emocomponenti di primo
livello.
La donazione di sangue risulta ad oggi una terapia fondamentale in numerosi interventi chirurgici,
ma anche in caso di incidenti stradali e nella cura di diverse patologie, soprattutto ematologiche e
onco-ematologiche. La donazione di sangue si fonda sul “principio etico della donazione
volontaria, periodica, responsabile e non remunerata” garantendo livelli elevatissimi di qualità e
sicurezza del sangue umano e degli emocomponenti e delle prestazioni trasfusionali. Solo una
donazione effettuata da donatori volontari e periodici può dirsi, infatti, sicura, grazie ai controlli
costanti sul donatore e su ogni singola donazione, ma soprattutto grazie anche agli adeguati stili di
vita seguiti dai donatori di sangue.
La pandemia di Covid-19 ha avuto ripercussioni anche sulle attività del Centro Trasfusionale: negli
scorsi mesi, nelle fasi iniziali dell’epidemia si è provveduto a incrementare le scorte di unità
ematiche, come suggerito anche dal Centro Nazionale Sangue, a scopo prudenziale, per poter fare
fronte ad una possibile emergenza sanitaria. Questo ha comportato un maggior numero di
convocazioni, rispetto alla normale attività, spesso effettuate con brevissimo preavviso. I donatori
hanno risposto con la consueta disponibilità, garantendo il necessario apporto di emocomponenti.
Nei tre mesi dell’emergenza, per evitare l’affollamento nei limitati spazi del Centro Trasfusionale,
sono state sospese le visite di controllo di idoneità alla donazione, che sono riprese solo da poco
tempo. Attualmente durante le visite oltre che al momento della donazione, si chiedere al
donatore il consenso all’esecuzione dell’esame sierologico per la ricerca di anticorpi anti SARS-
Cov2 che, se positivo, dimostra, anche in assenza di precedenti manifestazioni cliniche, un
contatto con il virus.
Questa indagine, che permette di effettuare uno screening epidemiologico sulla incidenza del
Covid nei donatori, consente di individuare i cosiddetti “soggetti iperimmuni”, donatori, cioè, che hanno superato la malattia e che posseggono gli anticorpi contro il Coronavirus che sono in grado
di contrastarlo, se trasfusi, a pazienti in fase acuta.
Tutto questo in quanto presso il nostro Ospedale è in fase di attivazione un protocollo clinico volto
a valutare l’utilizzo a fini terapeutici del plasma di soggetti guariti da Covid-19.
Lo studio prevede l’arruolamento esclusivo di donatori abituali “iperimmuni”.
Risulta pertanto estremamente importante che tutti i donatori di sangue che intendano prendere
parte a questo protocollo, indipendentemente dal loro gruppo sanguigno, in special modo se sono
stati ammalati o ne hanno il sospetto, contattino il Centro Trasfusionale per valutare la possibilità
di un loro arruolamento.
Si ricorda che per diventare donatori di sangue bisogna essere maggiorenni e in buona salute (è
necessario un peso superiore ai 50 chilogrammi e seguire corretti stili di vita).