Il 25 maggio scorso sono state pubblicate le graduatorie per l’assegnazione degli incarichi per i Centri Estivi 2016. Noi, 30 studentesse dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, Educatore per i servizi dell’infanzia e Scienze dell’Educazione siamo state amaramente sorprese dal fatto che, a differenza degli scorsi anni, non sono stati considerati il nostro percorso di studi e la nostra specificità professionale come criteri prioritari per l’assegnazione del punteggio della graduatoria. Se infatti negli scorsi anni ci sarebbe stata riconosciuta una priorità rispetto agli altri iscritti (diplomati o studenti di altre facoltà non affini alla professione di insegnante), quest’anno, per motivi ancora a noi non chiari, siamo state parificate a chi si è iscritto nonostante frequenti percorsi universitari o lavorativi non inerenti all’ambito in cui si andrà a lavorare.
La graduatoria è stata calcolata sulla base di un accordo sottoscritto dalla Segreteria di Stato all’Istruzione, l’Ufficio del Lavoro i sindacati (CSdL, CDLS, USL). Tale accordo, siglato il 4 febbraio, è stato divulgato a tutti il 20 maggio, a seguito della ratifica del CGeG, a soli 5 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie.
Siamo rimaste deluse ma soprattutto perplesse. Perché, al contrario degli anni precedenti, non si è tenuto conto delle prassi e non sono stati considerati i nostri indirizzi di studio ma ci è stato dato un punteggio in base al reddito di famiglia e al voto di maturità? Perché l’accordo prevede priorità in favore dei laureati e di coloro che hanno già esperienza frequentanti le nostre medesime facoltà ma non applica lo stesso criterio per le studentesse senza esperienza? Perché un voto di maturità e il reddito familiare sono stati considerati criteri più importanti rispetto ad un percorso formativo?
Nella speranza di avere risposte abbiamo incontrato, lunedì 30 maggio, tutti i firmatari dell’accordo, ovvero la Segreteria di Stato all’Istruzione insieme alla coordinatrice dei Centri Estivi e i tre sindacati, rivolgendoci direttamente alle stesse persone che avevano sottoscritto l’accordo. Sorprendentemente, tutti i nostri interlocutori hanno accolto le nostre perplessità e le nostre critiche rispetto all’accordo. Addirittura c’è chi ha parlato di una “svista”.
In effetti si deve proprio trattare di una svista, perchè per come è stato stipulato l’accordo, in graduatoria anche un perito meccanico potrebbe essere prima di una futura maestra e ricevere l’incarico, detto con tutto il rispetto per gli altri indirizzi di studio. Per non considerare che l’accordo prevede (giustamente) la priorità di chi ha già maturato esperienza per almeno due anni consecutivi ai Centri Estivi, escludendo però, potenzialmente per sempre, coloro che non hanno esperienza ma che tra pochi anni saranno chiamate a ricoprire il ruolo di maestre nelle nostre Scuole.
Quindi, avendo trovato tutti i firmatari d’accordo con noi, ci è stato suggerito di presentare un ricorso in opposizione, che abbiamo presentato martedì 31 maggio alla commissione. Fiduciose abbiamo atteso fino a questa mattina quando abbiamo ricevuto notizia che la commissione ha respinto il nostro ricorso in tutte le sue parti, decidendo di mantenere invariata la situazione IGNORANDO TOTALMENTE IL NOSTRO CORSO DI STUDI E UN ANNO DI ESPERIENZA LAVORATIVA PER ALCUNE DI NOI.
A questo punto delle domande ci sorgono spontanee: perché è stato variato l’accordo proprio quest’anno? Perché nessuno ha “difeso” il contenuto dell’accordo ma tutti si sono dimostrati d’accordo con noi per poi riconfermare la loro scelta? È giusto che non venga riconosciuta la specificità del corso di studi degli studenti con meno di due anni di esperienza? E infine, a cosa servono i percorsi formativi universitari? D’altra parte è naturale che un avvocato preferisca investire su uno studente in Giurisprudenza, un commercialista su uno in Economia, un ospedale su uno in Medicina, e un Centro Estivo?
Considerando l’intento di migliorare la qualità dei Centri Estivi Pubblici (che raccolgono sempre meno adesioni), riteniamo la scelta di escluderci dall’ottenere un incarico la più sbagliata. Lavorare con i bambini non è un lavoro qualunque: significa prendersi a cuore la loro educazione, la loro crescita, il loro futuro. Non è un lavoro che si sceglie per una dignitosa retribuzione bensì lo si sceglie per passione… o per lo meno nella nostra opinione.
Vorremmo che queste parole fossero un invito a riflettere.
Giovani future maestre ed educatrici