Al centro della prima udienza del Caso chat dei dipendenti spiate (Data Breach aziendale), un presunto accesso abusivo ai dispositivi aziendali da parte di tre ex colleghi dell’attore di causa, Massimo Meca, parte civile e denunciante. L’udienza si è tenuta nella mattinata del 9 aprile davanti al Commissario della Legge Adriano Saldarelli.

Assenti gli imputati – Francesco Comito, Francesco Mancinelli e Daniele Micale – ma tutti rappresentati dai rispettivi legali, che hanno formalizzato il rigetto totale degli addebiti. Il giudice ha dichiarato la loro contumacia e, preso atto della regolarità delle notifiche, ha invitato le parti ad avviare un’eventuale composizione bonaria in sede civile. Un’ipotesi che però le difese hanno subito escluso, confermando che i loro assistiti contestano in toto le accuse.
Il procedimento, come detto, trae origine da una denuncia presentata da Meca il 1° dicembre 2020, nella quale riferiva di accessi abusivi al suo computer personale tramite il programma TeamViewer. In tale contesto, sarebbero state lette conversazioni private su WhatsApp e Telegram con una collega, Mary Anna Bollini contenenti anche messaggi critici verso il management aziendale.
Secondo il decreto di citazione a giudizio, i tre avrebbero, il condizionale è d’obbligo, agito in concorso, entrando più volte nel computer di Meca “senza autorizzazione”, con l’intento di reperire e, in alcuni casi, cancellare contenuti riservati.
Durante l’udienza, l’avv. Cecilia Cardogna, legale di parte civile Meca, ha presentato una corposa istanza istruttoria ex art. 264 c.p.p., chiedendo che la Polizia Giudiziaria o il Gruppo Interforze procedano a un’indagine tecnica forense, anche tramite il recupero del codice MAC ID del dispositivo compromesso, l’escussione dei testimoni già indicati nel rinvio a giudizio, la possibilità di valutare una perizia informatica, per accertare accessi e cancellazioni. Secondo l’avvocato Cardogna, le indagini svolte finora non sarebbero state sufficienti, anche a causa della secretazione dell’intero fascicolo fino al 2022, che avrebbe ostacolato la difesa e la visibilità dei reati contestati.
Le difese hanno contestato fermamente la fondatezza delle richieste della parte civile. Avv. Cherubini (difesa Comito) ha sostenuto che la stessa TeamViewer, all’interno del fascicolo (aff. 141), ha dichiarato di non aver mai avuto un profilo riferibile a Massimo Meca, rendendo quindi irrilevante qualsiasi ulteriore accertamento. l’Avv. Lara Conti (difesa Micale) ha aggiunto che, se il giudice dovesse accogliere l’istanza di rogatoria o perizia informatica, il processo dovrebbe tornare in fase istruttoria, con conseguente rallentamento del procedimento. Entrambi hanno però acconsentito all’audizione dei testimoni già indicati, pur riservandosi la nomina di periti di parte in caso di ammissione della consulenza tecnica. Anche l’avv. Spagni Reffi, difensore di Francesco Mancinelli, si è associato alle opposizioni sollevate dai colleghi, sottolineando che “Le medesime argomentazioni possono specularmente applicarsi anche al mio assistito. Mancinelli ha avuto difficoltà a presenziare per ragioni logistiche e, da un punto di vista formale, è stato informato solo poco tempo fa dell’udienza odierna.” Ha inoltre ricordato che Mancinelli è già stato sentito in fase istruttoria e ha manifestato la disponibilità a un eventuale confronto dibattimentale, pur ribadendo la contrarietà a riaprire il processo in fase istruttoria, come ipotizzato dalla parte civile.
L’avvocato Manuela Albani, Procuratore del Fisco, ha espresso perplessità sull’attendibilità del materiale raccolto, in particolare riguardo all’audio allegato e al presunto uso di TeamViewer, affermando: “Ammetto la mia ignoranza, non sapevo nemmeno che esistesse un programma chiamato TeamViewer… È necessario un tecnico per chiarire.” Anche la Albani ha aperto alla possibilità di una perizia informatica, purché limitata e utile a stabilire con certezza da quale terminale si sia verificato l’accesso, e se ci sia stata effettivamente cancellazione di dati.
Il Commissario della Legge Saldarelli, al termine dell’udienza, ha disposto l’ammissione delle prove testimoniali richieste dalle parti, la riserva sulla perizia informatica e sulle ulteriori richieste istruttorie e il rinvio del procedimento al 24 settembre 2025, ore 9:30, per l’escussione dei testimoni: Bollini, Marini, Giannelli, Barulli, Costa e Baquero, oltre allo stesso Massimo Meca.