”Leggo dalle colonne de L’Informazione la preoccupazione per possibili perdite di denaro per lo Stato sammarinese, a seguito di assoluzioni in sede penale e conseguenti restituzioni di somme sequestrate.
La situazione va spiegata, tenterò di farlo.
Lo Stato, quando indaga per un reato come il riciclaggio, spesso per prima cosa blocca i denari sospetti, poi apre un fascicolo penale che può diventare un vero e proprio processo (se non lo diventa i denari vengono sbloccati); alla fine del processo si decide, da un lato, la sorte dell’imputato, dall’altro, quella dei denari che ne sono oggetto.
Tre principali scenari si profilano quindi:
1 – imputato condannato e denari confiscati;
2 – imputato assolto e denari dissequestrati;
3 – imputato assolto e denari confiscati.
Per essere chiari il dissequestro è lo “sblocco” dei soldi in favore di chi ne è proprietario, la confisca è lo sblocco in favore dello Stato poiché quei denari finiscono materialmente nelle casse statali.
Ora, va detto che i processi per riciclaggio portano nelle casse dello Stato di San Marino somme importanti: mentre un paese come l’Italia dalle confische per riciclaggio ritrae un percentuale irrisoria del suo PIL, per San Marino questa percentuale è assolutamente rilevante; per fare un esempio, chi scrive ha difeso qualche giorno fa un caso in cui il giudice, in primo grado, ha disposto la confisca record di 84 milioni di euro, di cui 20 milioni sequestrati già presso una banca sammarinese. Quella somma rappresenta una manovra finanziaria di un anno per San Marino.
Tornando agli scenari, è possibile per legge prosciogliere l’imputato e confiscare allo stesso tempo, ad esempio in caso di prescrizione, ma anche quando i denari sono corpo del reato, illeciti.
Oggi, dinnanzi al Giudice per i Rimedi Straordinari viene portata una richiesta di revisione tesa alla restituzione dei denari confiscati in un caso di assoluzione dell’imputato ed il quotidiano L’Informazione evidenzia che San Marino, quei soldi lì, potrebbe essere costretto a “ridarli”.
Ebbene, si ha l’impressione che il sistema paese sia ormai in uno stato di astinenza tale da non badare ad altro che non sia denaro: è cosa buona confiscare, punto.
Sta passando il concetto per cui l’assoluzione dell’imputato rappresenta un pericolo di perdita patrimoniale e finanziaria per lo Stato, quindi giungiamo a sperare che questo non accada e che l’imputato venga condannato! Che poi sia giusto o ingiusto che una persona subisca anni di carcere è altrettanto irrilevante.
Ebbene, chi pensa di risolvere in questo modo i problemi finanziari dello Stato, di uno Stato che non ha saputo gestire una miniera d’oro a fronte di una popolazione irrisoria, si renderà responsabile di un danno infinitamente più grande e concreto: la distruzione della credibilità del paese, la sua affidabilità agli occhi degli investitori, di interlocutori politici ed economici, nazionali ed internazionali.
I problemi dell’economia si risolvono con misure ed interventi economici, non facendo il tifo per le confische.
Avv. Achille Campagna