Mai come in questi ultimi giorni si fanno più ricorrenti le voci di una fine prematura dell’esecutivo. Se siano fondate o meno ce lo diranno gli eventi: da cronisti non possiamo che riportare le ricostruzioni politiche che arrivano da più parti e le voci di corridoio che vanno tuttavia analizzate per carpire quanto di buono e veritiero possa esserci. Alleanza Popolare starebbe infatti per mettere a segno l’ennesimo colpo di teatro e staccare la spina a una maggioranza ormai moribonda e azzoppata dagli zero risultati ottenuti, dalle contraddizioni e dai disastri combinati in questi 2 anni e mezzo di legislatura, che passerà se non alla storia, certamente alla cronaca. Ap vorrebbe in questa maniera anticipare il voto referendario e andare così alle politiche con la vecchia legge elettorale. Una possibilità questa che avrebbe un senso sia numerico, che politico. Innanzitutto con la vecchia legge Ap eviterebbe che al governo vadano tutti tranne lei, portando magari Rete contro la Dc in un ipotetico ballottaggio. In questo scenario infatti una parte di Civico 10 e una parte di Ssd si accoderebbero ad Ap e Repubblica Futura. L’altra parte di Civico andrebbe insieme a Rete, mentre Ssd potrebbe rinforzare la schiera dei socialisti a fianco della Dc. Chiunque vincesse lo farebbe probabilmente per un soffio, portando nell’idea di qualcuno ad una legislatura breve e nella quale potersi insinuare in caso di frizioni e mancati risultati. Con la nuova legge elettorale invece, per evitare il ballottaggio e soprattutto mettere mano ai danni fatti, potrebbe esserci dopo il primo turno una sorta di governo di larghissime intese nel quale non troverebbe chiaramente posto Alleanza Popolare. Al di là dei numeri ad Ap non andrebbe giù di essere vista come la causa di tutti i mali e le sventure di San Marino. A cominciare dal fatto che la delega con maggiori problemi e l’unica colpita da rimpasto è quella delle finanze, in capo a Ssd. Inoltre non è che le deleghe in mano agli alleati abbiano brillato in questi anni, per usare un eufemismo. Al contempo Ap vorrebbe evitare che dopo il referendum siano gli alleati a guidare i giochi e staccare la spina dopo avere raggiunto gli accordi di cui sopra. Fanta politica? Per i soliti bene informati tutt’altro, tanto che gli incontri ufficiosi in bar e ristoranti fra i vari protagonisti e “capi corrente” sarebbero piuttosto frequenti (su questo abbiamo numerose conferme). Aggiungiamo che in parecchi sarebbero stati colti dalla “sindrome” di Tony Margiotta – che ci scuserà per la battuta – e stanno cominciando ad aprire gli occhi e non tollerare più alcune scelte in ambito giudiziario ed economico, anche perché dopo gli ultimi articoli della stampa italiana diventa difficile andare dalla gente a dire che certe cose o non si conoscevano o non erano vere, cioè quanto dato a bere sino ad oggi agli elettori per giustificare l’alleanza e non fare cadere il governo. Eppure ancora una volta Ap potrebbe mettere nel sacco tutti quanti e dopo avere di fatto comandato questo esecutivo sin dalla sua nascita potrebbe persino riuscire a scaricare ogni colpa sugli altri. Chapeau.
