
Con la legislatura che non è ancora entrata nel vivo del programma di riforme del governo, già c’è chi, dall’interno della stessa coalizione che sostiene l’esecutivo, lavora per una nuova coalizione finalizzata a vincere, in una sorta di tutti contro il Pdcs, le prossime elezioni che Repubblica Futura e Libera, “sfacciatamente corteggiate”, rispettivamente, da una parte di Rete e da Motus Liberi, vorrebbero già nella prossima primavera, come conseguenza ad una crisi che si aprirebbe con il naufragio in autunno delle riforme chiave indispensabili per gettare le basi del rilancio economico sammarinese.
La chiave di tutto sarà l’epilogo dello scontro politico -durissimo- interno a Rete, spaccata in due “fazioni”: quella -diciamo- delle origini e quella, progressista e riformista, che vorrebbe trasformare il movimento della liberticida, populista e imbarazzante manifestazione delle arance ai Capuccini in una forza politica non più di protesta ma di proposta.
Il rischio, dopo che già un anno fa il movimento ha perso alcuni consiglieri della prima generazione politica retina, è che il movimento si spezzi in due con, da una parte, i due Segretari di Stato e i loro compagni della prima ora e, dall’altra, la componente di estrazione socialista che rappresenta la seconda e terza generazione politica del partito.
Il partito più attivo, oggi, in questa sorta di “consiglier-mercato”, sembra essere Libera. Dopo il “reclutamento” di Iro Belluzzi e dopo il summit “supersegreto” di Via Giacomini avuto con una delegazione di Motus Liberi, continua la “campagna acquisti” del partito di sinistra che si starebbe preparando ad accogliere anche Area Democratica, movimento identificabile in Enrico Carattoni ed Augusto Michelotti.
Anzi, secondo indiscrezioni raccolte “origliando” i lavori dell’ultima riunione della Commissione Giustizia (dove si sarebbe inscenata una accorata difesa di Carattoni -al centro di una vicenda giudiziaria in cui era codifensore del Prof Giovanni Guzzetta- da parte dei membri di Libera), il “matrimonio” fra Carattoni e Michelotti e l’estrema sinistra biancazzurra sarebbe cosa fatta, con la cerimonia di unione fissata per i lavori congressuali del partito, guidato da un triumvirato dopo le dimissioni di Matteo Ciacci, previsti entro il prossimo autunno.
Non sarebbe cosa fatta, invece, il “patto” elettorale con Motus Liberi, anche se la trattativa appare in stato alquanto avanzato. Resta un non trascurabile ostacolo ideologico da superare… In ogni caso, una delle coalizioni elettorali di eventuali elezioni anticipate al prossimo inverno o primavera sembra pressochè definita: Libera, Iro Belluzzi, Area Democratica e, probabilmente, Motus Liberi.
Più in alto mare, invece, il confronto ancora in fase embrionale fra una parte di Rete e Repubblica Futura. Se i “nipotini” di Alleanza Popolare -nonostante il pericoloso stop che ciò determinerebbe per le riforme e, quindi, per il futuro del Paese- appaiono entusiasti di creare una alternativa che possa spingere verso elezioni anticipate, il movimento simil-grillino è pesantemente diviso al suo interno anche sull’opportunità di far cadere l’esecutivo prima della sua normale scadenza. Anzi, chi “tifa” per il voto anticipato sarebbe una minoranza. Anche se quanto mai combattiva.
Da una parte, quella che si sta sempre più avvicinando a RF, ci sarebbe la cosiddetta “corrente dei fondatori”; dall’altra, quella determinata a far durare l’esecutivo fino alla sua scadenza naturale e a portare a termine le attese riforme ci sarebbe il gruppo che fa riferimento ai retini della seconda ora. In mezzo, smarrito nel dilemma di come evitare l’emorragia di consensi del “suo” movimento, ci sarebbe Gian Matteo Zeppa.
Difficile prevedere già ora come possa andare a finire lo scontro interno a Rete e, quindi, il rapporto “d’amore” con Rf… Potrebbe essere proprio Zeppa l’ago della bilancia interno al movimento, oggi con tutti e contro tutti ma, domani, possibile elemento di mediazione capace di evitare una ennesima spaccatura. La situazione non è certo facile perchè è ormai un dato acquisito che ogni giorno in più passato al governo alimenta l’emorragia di voti verso Libera e verso la stessa Repubblica Futura, forti del ruolo di opposizione e dell’incapacità comunicativa della maggioranza di rammentare il disastro economico e sociale che ha caratterizzato l’azione politica dei governi a guida Ap e, poi, Rf, con Libera.
Qualunque linea prevalga, Rete -se esisterà ancora così come è oggi- alle prossime elezioni -che si tengano nel prossimo inverno o a scadenza naturale della legislatura- subirà un pesantissimo ridimensionamento. Non potrebbe essere altrimenti per una forza populista, giustizialista e di protesta, quale è il movimento simil-grillino biancazurro, reduce dalla strategia comunicativa imposta dal ruolo di governo. Crisi o non crisi, anche in forza delle già registrate fuoriuscite dal gruppo consigliare, Rete uscirà con le ossa rotte, forse dimezzata nei suoi numeri consigliari dalle prossime urne,a tutto vantaggio di Libera e Repubblica Futura.
L’iter delle prossime riforme chiave, dunque, sarà la cartina tornasole del futuro prossimo politico sammarinese che potrebbe vedere -anche se ciò appare oggi più un sogno dei suoi fautori che un progetto razionalmente perseguibile- due “aggregazioni politiche” (Libera, Area Dem e Motus Liberi la prima; Rete e Rf la seconda) unite in una coalizione unica contrapposta nel voto all’isolato Pdcs.
E l’area socialista, quanto mai frammentata ma potenzialmente rilevante se il progetto di riunificazione in corso dovesse andare a buon fine? Gongola… Affacciata al davanzale guarda lo sviluppo degli eventi con grande interesse perchè verrebbe riportata, dall’ingenuità degli avversari e non dall’acume politico dei suoi leader, a ricoprire quel ruolo di centralità, di ago della bilancia, che nei decenni passati la rese molto più “pesante”, molto più forte di quanto i suoi numeri, da soli, avrebbero potuto renderla.
Enrico Lazzari