Per il consigliere di Civico 10 Jader Tosi non va censurato Celli per l’attacco alle istituzioni ma vanno censurati quei consiglieri
che andarono al meeting a manifestare contro Confuorti. Alessandro Mancini (PS): “E’ dunque logico che l’esecutivo attacchi il terzo potere dello Stato”?
Nel mare magno e tempestoso delle chiacchiere e delle immagini si sente un gran bisogno di ricercare quella verità che l’ordinanza del giudice Morsiani ha mostrato come invece sia stata taciuta, anzi nascosta come un segreto di Stato. Chi invece ha provato a farla emergere in tutte le sedi possibili è ancora oggi accusato di aver commesso il peccato più grave. A ribadirlo pubblicamente è stato giovedì sera il consigliere di Civico10 Jader Tosi che intervenuto nella cornice della trasmissione di Rtv Palazzo Pubblico e dovendo rispondere alla domanda se Celli avesse o meno attaccato le istituzioni, ha detto: “Celli non ha attaccato ma la politica ha superato un limite visto che ci sono consiglieri che sono andati al meeting di Rimini, dunque fuori territorio, con tanto di cartelli e che così facendo non hanno avuto alcun rispetto per il ruolo istituzionale che ricoprono”.
Il riferimento, poi, confermato da Tosi era al giorno in cui consiglieri di Rete si presentarono al meeting di Rimini per manifestare contro Confuorti. Dichiarazioni che hanno subito scatenato la reazione dei consiglieri di minoranza presenti in studio.
“E’ più grave – gli ha domandato il capogruppo del Pdcs Alessandro Cardelli – chi manifesta contro Confuorti o chi con il proprio voto lo ha sostenuto”? In effetti ascoltare ancora dichiarazioni simili dopo tutto ciò che si è letto nell’ordinanza del giudice Morsiani dà la misura di quanto siano pesanti le responsabilità e di come piuttosto che assumerle sulle proprie spalle sapendo di correre il rischio di finire schiacciati, si preferisca continuare a spostare l’attenzione su altro, come fanno i bambini che nel farlo nutrono sempre la speranza che non vi sia alcuna conseguenza per le proprie azioni.
E così il consigliere del Ps Alessandro Mancini non si è tenuto dal dirgli “E’ dunque logico che l’esecutivo attacchi il terzo potere dello Stato”? Ma è noto che chi veda la pagliuzza nell’occhio dell’altro più spesso non sappia neppure intravedere la trave conficcata nel proprio.
E che la volontà di prendere atto degli errori compiuti non sta passando nemmeno nell’anticamera del cervello di questa maggioranza è stata l’analisi proposta dal consigliere del Pdcs Alessandro Cardelli che ha detto: “lo scontro lo alimenta chi non ascolta. Ora si dice che il Ccr non può essere sempre aperto mentre in campagna elettorale si era fatta questa promessa. In scelte cruciali come il commissariamento di Asset e il bilancio di Cassa in Ccr l’opposizione non è mai entrata. E’ tipico di questa maggioranza, quando conviene apre, quando non conviene chiude i cassetti. L’eventuale cessione dei crediti Delta doveva essere condivisa con l’opposizione perché tale scelta comporterà sacrifici per i prossimi vent’anni. Noi avevamo fatto proposte ma è ovvio che se l’interlocutore non ti ascolta i toni si alzano per forza. Ben venga l’occasione dell’apertura del Ccr ma poi si è visto come fosse un’occasione farlocca perché alla fine i crediti Delta sono stati ceduti, qualsiasi operazione premeditata è stata portata avanti e le dimissioni di Celli non sono servite a niente perché il progetto non è stato messo in discussione. Se si vuol far saltare un capro espiatorio ma il progetto è quello noi non possiamo che prendere le distanze perché le conseguenze le pagheranno i cittadini”.
Dello stesso avviso il capogruppo di Rete Matteo Zeppa che ha usato toni ancor più duri: “Con il Ccr aperto alle opposizioni è stato fatto un gran maquillage di qualcosa che era stato deciso. E’ servito a qualcuno della maggioranza per riacquistare la propria centralità parlando di apertura e cambio di passo. Il tutto strumentale alla vendita. Io non credo che lo scontro potrà lenirsi perché gli ordini di dire certe cose nei luoghi ufficiali vanno mantenuti e in questo caso le ordinanze di Morisani parlano chiaro”.
Poi è partito l’affondo su Bcsm che il consigliere di Repubblica futura Margherita Amici ha ribadito come debba essere ripensata e ricalibrata sulle esigenze dei sammarinesi. Questa invece la lettura di Zeppa: “Ad alcuni membri della maggioranza ha dato molto fastidio che Banca Centrale abbia detto ‘noi prendiamo le decisioni all’unanimità’, e le pressioni che poi hanno fatto su quel cda lo sanno solo loro. Così ora il piano sta riuscendo, tutto quello che ave- va prospettato Celli sta andando avanti. A questo governo chiunque ponga delle critiche o porti risultati dà fastidio”.
E sarebbe questo il motivo per cui a detta del consigliere indipendente Giovanna Cecchetti: “questo governo è agli sgoccioli, non può essere diversamente, il fatto che si pensi di mettere una pezza a tutto quel che è scritto sulle ordinanze cambiando Celli fa capire come sia arrivato alla fine”.
La RepubblicaSM