San Marino. Guterres (Onu): “Agire per il clima, per le persone e il pianeta: il momento è adesso” – Rubrica internazionale a cura di David Oddone

di Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite (in esclusiva per San Marino*)

 

AGIRE PER IL CLIMA, PER LE PERSONE E IL PIANETA: IL MOMENTO E’ ADESSO

 

In quest’anno decisivo per l’umanita’, e’ adesso il momento per una coraggiosa azione sul clima..

 

La scienza concorda globalmente e in maniera irrefutabile: se vogliamo impedire che la crisi climatica diventi una catastrofe permanente, dobbiamo limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius.

 

Per fare questo, occorre raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di gas ad effetto serra entro la meta’ del secolo.  Stati che rappresentano circa i due terzi dell’economia globale si sono impegnati al riguardo, e cio’ e’ incoraggiante. E’ tuttavia necessario che ogni Paese, citta’, attivita’ imprenditoriale e istituzione finanziaria aderisca al piu’ presto a questa coalizione e adotti piani concreti per la transizione verso zero emissioni.

 

E’ ancora piu’ urgente che questa ambizione di lungo periodo dei governi si rifletta in azioni concrete adesso, mentre migliaia di miliardi di dollari sono stanziati per superare l’emergenza pandemica. Rivitalizzare le economie rappresenta la nostra possibilita’ di riprogrammare il nostro futuro.

 

Il mondo dispone di un solido quadro di riferimento per agire: gli Accordi di Parigi,nei quali tutti I Paesi si sono impegnati a definire i propri piani climatici nazionali e a rafforzarli ogni cinque anni. Piu’ di cinque anni dopo, e con la prova che se non agiamo distruggeremo il nostro pianeta, e’ il momento di un’azione decisiva ed efficace alla vigilia della COP 26 di Glasgow, alla quale le Nazioni Unite convocheranno tutti gli Stati nel mese di novembre..

 

In base ai nuovi piani nazionali occorre tagliare le emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 45 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010.  Molti ne sono gia’ stati presentati, delineando politiche piu’ chiare per l’adattamento all’impatto del cambiamento climatico e per stimolare l’accesso alle energie rinnovabili.

 

Finora, pero’, questi piani rappresentano meno dell’uno per cento dei tagli alle emissioni. Si tratta dunque di un vero e proprio allarme rosso per il pianeta e la sua popolazione.

 

Nei prossimi mesi, a partire dal prossimo Vertice dei leader ospitato dagli Stati Uniti, i governi dovranno acrcrescere in modo cruciale le proprie ambizioni, in particolare quei Paesi tra i maggiori produttori di gas, che sono alle radici di questa crisi.

 

L’abbandono graduale del carbone da parte del settore elettrico e’ il passo piu’ importante per allinearsi all’obiettivo di 1,5 gradi.  Un’azione immediata per rimuovere il combustibile fossile piu’ sporco e inquinante del settore energetico offre al nostro mondo una seria possibilita’ di combattere il cambiamento.

 

L’utilizzo globale del carbone per generare elettricita’ deve scendere entro il 2030 dell’80 per cento rispetto ai livelli del 2010.  Cio’ implica che le economie sviluppate si impegnino a dismettere gradualmente il carbone entro il 2030, mentre altri Paesi dovranno farlo entro il 2040.  Non c’e’ semplicemente alcuna ragione per la quale si debbano costruire nuovi impianti a carbone nel mondo. I costi operativi di appena un terzo dell’insieme globale delle strutture a carbone sono gia’ superiori ai costi di costruzione di nuovi impianti basati sullle eenrgie rinnovabili e di stoccaggio.  COP26 dovra’ segnare la fine del carbone.

 

Mentre il mondo avanza verso un futuro di aria pulita e energie rinnovabili, occorre garantire una transizione giusta. I lavoratori dei settori che ne sono toccati e quelli del settore informale vanno sostenuti nel trasferimento ad altre attivita’ o nella formazione di nuove capacita’. Bisogna inoltra attingere al vasto potenziale che donne e ragazze rappresentano nel processo di trasformazione, compreso il loro ruolo paritario nella governance e nei processi decisionali.

 

I Paesi che hanno meno contribuito al cambiamento cliamtico sono quelli che ne scontano le conseguenze piu’ dannose.  Molti piccolo stati insulari cesseranno semplicemente di esistere se non incrementiamo la qualita’ della nostra risposta alla crisi.  I Paesi industrializzati devono dare seguito ai propri impegni a stanziare 100 miliardi di dollari ogni anno:

  • raddoppiando gli attuali livelli di finaziamento legato al clima;
  • destinandone la meta’ all’adattamento;
  • ponendo un termoine al finanziamento internazionale del carbone;
  • spostando i sussidi dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.

 

Il G7 di giugno offre l’opportunita’ agli Stati piu’ ricchi del mondo di incrementare i necessari impegni finanziari che garantiranno il successo dellaf COP26.

 

Se I governi devono guidare il processo, i legislatori in tutto il mondo hanno un ruolo vitale da svolgere.

 

Chiedo a tutte le banche di sviluppo multilaterali e nazionali di adottare entro la COP26 delle politiche chiare per finanziare la ripresa dal COVID e la transizione a economie resilienti nei Paesi in via di sviluppo, che tengano in considerazione livelli insostenibili di debito ed enormi pressioni sui bilanci nazionali.

 

Molti governi locali e attivita’ imprenditoriali private si sono impegnate in favore di zero emissioni entro il 2050, intraprendendo riforme significative dei loro modelli. Estendo a tutti l’invito a sviluppare obiettivi e politiche ambiziose.

 

Voglio inoltre incoraggioare i giovani in tutto il mondo a continuare a fare sentire le proprie voci per agire contro il cambiamento climatico, tutelare la biodiversita’, fermare la guerra che il genere umano combatte contro la natura e accelerare gli sforzi per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

 

Il tempo sta scadendo, e c’e’ molto duro lavoro da fare; ma non e’ il momento di alzare bandiera bianca. Le Nazioni Unite continueranno a far sventolare la propria bandiera blu di solidarieta’ e speranza.  In questa Giornata della Terra, ma anche nei cruciali mesi a venire, chiedo a tutte le nazioni e i popoli di essere all’altezza di questo momento.

Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite

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*Rubrica internazionale a cura del giornalista David Oddone, referente Onu per San Marino

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