Pollice verso sulle ultime decisioni del Comitato amministratore di Fondiss. I segretari di Cdls e Csdl, Gianluca Montanari e Giuliano Tamagnini, mettono nero su bianco le proprie perplessità in una lettera inviata ai membri del Congresso di Stato, a presidente e direttore generale di Banca Centrale.
In particolare, stigmatizzano le scelte relative agli oltre 60 milioni di euro di risparmi previdenziali di Fondiss, al centro della nota vicenda ‘Titoli’, in quanto non seguirebbero «i più elementari criteri di prudenza ed attenzione al rischio della controparte».
In vista del rientro a fine mese dei fondi di Fondiss in Bcsm, spiegano dalla Csu, è stata votata a maggioranza una modifica delle modalità di assegnazione degli investimenti alle banche sammarinesi.
Il 25 giugno prossimo inoltre verranno aperte le buste con le offerte e definite le assegnazioni dei fondi precedentemente integralmente investiti in Banca Centrale.
«Riteniamo inaccettabile – si legge nella lettera di Montanari e Tamagnini – che siano state deliberate modalità di assegnazione che tengano conto unicamente della migliore offerta in termini di tasso applicato, senza considerare, come giustamente fatto in passato, le schede tecniche di valutazione delle singole banche, i relativi coefficienti di solvibilità e gli indicatori di affidabilità e solidità di bilancio».
LA CSU propone diversamente «l’introduzione di un correttivo che in fase di assegnazione penalizzi le banche che non sono in regola con il versamento dei contributi previdenziali o delle imposte di qualsivoglia tipo e natura». Ma la proposta, fanno sapere i sindacalisti, in sede di votazione, è stata bocciata dai rappresentanti politici e imprenditoriali presenti nel Comitato amministratore». Nella lettera infine i segretari Csu incalzano il governo a intervenire per evitare ulteriori criticità sui Fondi previdenziali del secondo pilastro.
«Riteniamo non condivisibile il fatto che a fronte della ‘garanzia dello Stato’ sui fondi previdenziali, si possa derogare, come è stato fatto con le deliberazioni a maggioranza assunte dal Comitato amministratore – mandano a dire – ai più elementari criteri di prudenza ed attenzione, affidando larga parte dei fondi ad un’unica controparte bancaria, solo perché la stessa offre un tasso più elevato degli altri». Anche se potrebbe collocarsi «al di fuori di qualsiasi criterio di mercato e di sostenibilità». Il Resto del Carlino