San Marino. I giornalisti saranno sostituiti da un algoritmo

Microsoft non rinnoverà i contratti a circa 50 giornalisti impegnati sul suo portale Msn e prevede di utilizzare l’intelligenza artificiale per svolgere le loro mansioni. Lo riferisce il Seattle Times. “Questa decisione non è il risultato dell’attuale pandemia”, ha sottolineato un portavoce di Microsoft in una nota. Alcuni dipendenti, parlando sotto anonimato, hanno affermato che il loro lavoro sarà sostituito dall’uso di algoritmi per identificare le notizie di tendenza tra quelle di decine di partner editoriali e per ottimizzare il contenuto riscrivendo i titoli, aggiungendo fotografie o slide show. Non sarà colpa del Covid, come affermano dalla multinazionale, ma di certo c’è chi col Covid ci ha marciato, eccome. Forti della pandemia vi è chi ha cercato di imporre condizioni sfavorevoli nel mondo del lavoro, prendendo letteralmente per il collo chi godeva di meno tutele. I più forti si sono ribellati, e c’è da credere che qualcuno avrà di che pentirsi dei propri comportamenti. Altri invece sono stati costretti loro malgrado a piegarsi. La notizia che i giornalisti verranno sostituiti da computer è drammatica da un lato, ma fa anche sorridere. Drammatico è pensare che ancora una volta la libertà collettiva venga messa a dura prova. I computer fanno quello che gli si ordina, scrivono le notizie che più aggradano ai potentati e agli editori. Non si ammalano, non scioperano, non fanno rivendicazioni, non danno fastidio, non pensano con la propria testa, non criticano, non chiedono aumenti, non fanno inchieste scomode. Per qualcuno insomma sarebbe un mondo assolutamente ideale. Questa impostazione dicevamo qualche riga sopra fa però anche parecchio sorridere. Al netto del fatto che alcuni colleghi abbiano perso il lavoro, siamo assolutamente certi tale “genialata” avrà vita breve, anzi brevissima. Perché la gente ha sempre più sete di qualità e di informazioni vere. Informazioni molto diverse da quelle che spesso e volentieri vuole propalarci l’establishment. Lo abbiamo visto in maniera chiara col coronavirus. Prima tutti a fare i selfie con i cinesi. Poi a dire che i cinesi erano pericolosi. Poi si è passati alla fase dove si chiedeva di non chiudere tutto. Poi quella di chiudere al più presto. E via con l’invocazione delle riaperture. Nel frattempo si guardava male chi metteva la mascherina, ora se non la metti ti prendono come appestato. In questo mare magnum di informazioni spesso contraddittorie, c’è chi comunque ha sempre cercato di proporre fatti e notizie vere e verificate. Che, non sempre, ma in parecchi casi sono quelle non ufficiali. E’ lo zelo del giornalista scomodo a tirare fuori le più grosse verità. Colui che in prima battuta viene additato, deriso e pure attaccato dai soloni del politically correct. Ebbene ve lo immaginate un mondo dove a dare le informazioni siano quelli Microsoft attraverso i loro algoritmi? O dove le uniche notizie pubblicabili siano quelle fornite da enti “ufficiali”? Ci troveremmo tutti col pensiero unico, sul modello di “1984”. Personalmente una società del genere mi disgusta e mi angoscia. Proprio per questo bisogna combattere con le unghie e con i denti chi mette a repentaglio la nostra libertà di parola e di pensiero, libertà di cui i giornalisti sono o dovrebbero essere i paladini. Ai colleghi che hanno perso il lavoro va la nostra solidarietà e vicinanza. Nella speranza che questa e altre decisioni analoghe rappresentino un boomerang per chi le architetta.
David Oddone