Si è rivelata una sentenza boomerang quella subita a suo tempo sul Titano dal caporedattore di questa testata, David Oddone, a parlarne dalle pagine del Corriere della Sera il giornalista Mario Gerevini: “La Corte Europea dei diritti dell’uomo – scrive – ha condannato giovedì scorso San Marino per un procedimento penale privo delle garanzie dell’equo processo. A ricorrere alla Corte era stato David Oddone, oggi giornalista del quotidiano Repubblica.sm, dopo aver subito una condanna definitiva (…) per truffa alle assicurazioni (…). Ma è stata una condanna, secondo la Corte, viziata anche dal fatto che ai legali dell’imputato non è mai stato possibile contro-esaminare i due principali accusatori (e coimputati) sulle cui dichiarazioni, rese durante le indagini, si è basata l’accusa. Insomma, c’è stata la violazione del «Diritto a un equo processo», prevista dall’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. «La sentenza – spiega il fiorentino Stefano Pagliai, avvocato di Oddone – costituisce un vero e proprio terremoto. Nel processo penale sammarinese, infatti, fino ad oggi, vigeva, per quanto possa sembrare arcaico, il principio, assai strumentale, del “libero convincimento del giudice”: qualsiasi prova, anche assunta in dispregio alle più elementari regole di civiltà giuridica, può fondare il convincimento del giudice».Con la sentenza delle Corte europea (che tra l’altro ha riconosciuto 12 mila euro di risarcimento a Oddone) «si sancisce – secondo il legale – che ciò non è ammissibile pena la violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea: un principio che, se esteso, è in grado, potenzialmente, di demolire l’intera procedura penale sammarinese che ancora oggi è costituita da un codice risalente al 1875». Questa la reazione di Oddone: “Una triste vicenda che tuttavia mi ha fatto diventare un uomo e un professionista migliore perché ora comprendo come ci si trova dall’altra parte della barricata. Ora mi approccio in modo diverso alla cronaca giudiziaria e ho maggiore rispetto per gli indagati/imputati. A volte gli errori giudiziari accadono. Io ho sempre pensato che ci fosse chi volesse fermare il mio lavoro di inchiesta Antimafia portato avanti a San Marino. Lavoro che proseguirà con rinnovato vigore”.
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