Mi dicono, ma non so se è vero, che Attilino si lamenta che non ha potuto fare molto per colpa di chi l’ha preceduto. Innanzitutto bando alla falsa modestia: in meno di tre anni ha fatto moltissimo, in compagnia del peggior “sgoverno” degli ultimi cent’anni e del peggior segretario di Stato è riuscito a semidiroccare la più importante istituzione del Paese, fondamentale anche per l’identità sammarinese e con il maggior concentrato di tecnologia e professionalità che consentiva (ora non più) un confronto decoroso con le realtà circumvicine. E’ patetico ma tipico di chi non sa prendersi le proprie responsabilità attribuire i propri errori ad altri o a chi ha operato prima. Ma i cittadini non sono ciechi. Alla fine della gestione Pasini e della gestione Caruso (entrambi danno ad Attilino 10 giri) non mancavano problemi ma le cose andavano nel complesso bene ed in alcuni settori benissimo; ora i problemi si sono ingigantiti e le cose vanno nel complesso male ed in alcuni settori malissimo ma in compenso spendiamo molto di più: che sia tutta colpa della sfiga?!?! Ripartiamo dunque dall’ISS perché è vitale per i cittadini, perché è vitale per il sistema Paese. Finalmente smettiamo di copiare dagli altri, ma adottiamo scelte adatte a noi, alla nostra reale dimensione. E allora: via la politica e la partitica dalle scelte tecniche. Una bella semplificazione organizzativa sia dal punto di vista gestionale, ripristinando un Consiglio di Amministrazione snello e competente ed un Direttore Generale che lo presiede. Una Direzione Sanitaria unica. Valorizzazione di tutte le professioni sanitarie e socio sanitarie richiedenti laurea con una legge ad hoc che riconosca il cambio di paradigma in atto in tutti i sistemi sanitari avanzati e che vede il cittadino sano o ammalato al centro del sistema con le varie professioni sanitarie (medico-infermiere, farmacista, biologo,psicologo, fisioterapista, nutrizionista ecc.) che si coordinano e collaborano sui suoi bisogni. Creazione dei vari ordini professionali che consentano di superare le attuali strozzature e l’isolamento dall’Italia e dall’Europa. Superamento della divisione Ospedale-territorio che nella nostra dimensione crea solo ulteriori compartimenti stagni per addivenire a formazione di aree omogenee uniche (medica, chirurgica, socio-assistenziale ecc.). Ospedale organizzato per intensità di cura. Valorizzazione delle professioni e dei professionisti e loro valutazione sulla base dei risultati ottenuti, evitando il proliferare di unità, sub unità, moduli ecc. che sono solo scatole vuote per premiare i fedeli. le remunerazioni devono corrispondere a competenza, impegno, risultati. Apertura all’esterno e collaborazione non concorrenziale pubblico privato. Rapporti di collaborazione con strutture pubbliche e private italiane ed estere per valorizzare o creare servizi di eccellenza in territorio, con rapporti il più possibile paritetici nel senso di scambiare servizi e non solo comprarli come sta avvenendo con l’Area Vasta Romagnola. Anche con gli attuali 104 posti letto occupati in media a meno del 60 % (vale a dire che ogni giorno più di 40 sono vuoti) potremmo “vendere” migliaia di giornate di degenza per migliorare il bilancio ISS. Ripristino della collaborazione con istituzioni scientifiche, e con le Università a partire da quella di San Marino, per collaborare e sviluppare ricerca, formazione, aggiornamento continuo. Meno burocrazia, più libertà di scelta Si può fare, si deve fare, lo faremo dopo l’8 dicembre se il risultato elettorale darà un chiaro segnale di cambiamento, mandando a casa i partiti del disastro: innanzi tutto Alleanza Popolare- Repubblica Futura, poi i partiti travestiti e/o innestati in primis Libera. Approfitto dello spazio per invitare gli interessati alla serata pubblica sulla sanità della Democrazia Cristiana questa sera alla sala Montelupo di Domagnano. Saranno fra gli altri presenti personalità di rilievo della gestione di varie, importanti strutture sanitarie pubbliche e private italiane. Sarà interessante ascoltarli e porre loro domande!
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