San Marino. Il “flash-mob” nella cerimonia di insediamento dei Reggenti sarebbe la tomba della dignità di una Repubblica e di ogni sammarinese. Oltre che dell’autorevolezza dell’organizzazione … di Enrico Lazzari

La tentazione di strumentalizzare politicamente una vicenda che di politico, in fondo, anche se fondata non avrebbe nulla è alta. Specie in chi, dall’estrema sinistra parlamentare ed extraparlamentare, si sente oggi ai margini della vita politica sammarinese.
Così, rimbalza da un angolo all’altro del Titano la possibilità -spero remota o infondata, ma al centro di pressanti “voci”- di una eclatante manifestazione che sotto l’insegna dell’Unione Donne Sammarinesi (UDS) andrebbe a mettere in forte imbarazzo l’intera Repubblica sammarinese, la sua gente e le sue Istituzioni in occasione della cerimonia di insediamento della Reggenza prevista per domani.
Non credo che l’UDS possa davvero essere così ingenua da prestare la sua “insegna” ad una simile strumentalizzazione prettamente politica e di strumentalizzazione del presunto dramma di una donna. Ma l’occasione appare “ghiotta” per qualcuno, magari anche all’interno di UDS…
Il “flash-mob” così come si sentiva ieri, sarebbe un errore madornale, a prescindere da chi lo potrebbe organizzare e pianificare… Imperdonabile. E non solo per il prestigio di San Marino, che verrebbe messo in imbarazzo di fronte ad ospiti illustri e nel momento in cui è al centro dell’attenzione dell’intera Penisola. La prima a soccombere, infatti, di fronte ad una simile manifestazione, sarebbe proprio l’Unione Donne Sammarinesi che, nonostante la forte caratterizzazione politica di estrema sinistra determinata dalla composizione del suo Comitato Esecutivo (Vanessa Muratori, già consigliere dai tempi di Rifondazione Comunista;, Karen Pruccoli, attivamente impegnata in Civico 10 oggi confluito in Libera; ecc…), ha saputo ritagliarsi una certa autorevolezza e ciò le ha permesso di trasformarsi in un importante organismo di rappresentanza delle istanze e della tutela dei diritti di una ampia fetta di popolazione, quella delle donne appunto. E soccomberebbe anche se, con l’organizzazione del flash-mob, non c’entrasse nulla.
Se UDS si facesse promotrice, anche informalmente -o se se solo dopo le pressanti voci delle ore scorse la gente credesse ciò-, di una iniziativa che inevitabilmente andrebbe a mettere in imbarazzo una intera Repubblica, nessuno sul Titano potrebbe perdonarglielo. Certo, la tentazione -per certa sinistra chiusa fuori dalla stanza dei bottoni dopo la fallimentare esperienza del governo AdessoSm- di sfruttare un evento -o meglio presunto tale- risonante come l’abuso sessuale di un capo di Stato verso una segretaria per mettere in imbarazzo l’attuale governo è alta. Ma vale il sacrificio di una “istituzione” di riferimento quale è diventata oggi l’Unione Donne Sammarinesi? Assolutamente no. Soprattutto perchè, alla fine, in imbarazzo non finirebbe il governo o componenti della sua maggioranza, ma il Paese intero, oltre che i prestigiosi ospiti stranieri della Cerimonia, il Ministro italiano Marta Cartabia, notoriamente impegnata da sempre nella difesa dei diritti delle donne.

Se questo “flash-mob” ci sarà davvero, l’UDS ne verrebbe travolta. Anche se non c’entrasse assolutamente nulla. E’ indispensabile, quindi, per sopravvivenza della stessa rappresentativa associazione una presa di posizione ufficiale preventiva, da diffondere già oggi in cui condanna, “senza se e senza ma”, ogni simile strumentalizzazione. Auspico arrivi…

Perchè la vicenda -e mi rivolgo direttamente ai vertici di UDS, sia se consapevoli sia se inconsapevoli del “piano”- non ha nulla di politico. E’ una vicenda, ormai, dopo l’avventata diffusione giornalistica dei presunti fatti, prettamente giudiziaria. Una vicenda che sarà la Magistratura a definire in ogni sua più oscura e imbarazzante sfaccettatura. E una vicenda che, ad oggi, non sembra destinata ad arricchirsi di certezze.
Il capo di Stato Giacomo Simoncini -presumo e attendo con impazienza una sua presa di posizione immediatamente successiva al termine del suo, in tal senso, vincolante mandato istituzionale- con tutta probabilità smentirà che quei fatti siano accaduti; dall’altra parte la presunta vittima -è sempre la mia previsione, visto il clamore che si è suscitato sul Titano- confermerà di essere vittima di un abuso sessuale concretizzato con una forma di becero esibizionismo e, tramite il suo legale, presenterà apposita denuncia alle Autorità che, però, in seguito agli articoli pubblicati in merito, avrà già aperto un fascicolo e avviato gli accertamenti del caso.
Testimoni diretti che avrebbero assistito al fatto? Prove definibili tali anche alla fine delle indagini? Al momento, per quanto è dato a sapere, nessuna… Certo, di testimonianze indirette ne emergeranno. Ma cosa potranno confermare se non una ricostruzione per “deduzione” o la conferma di aver ricevuto, da una delle due parti in causa, una “racconto” dei fatti?
So che è cinica questa considerazione. Ma l’unica verità a cui si può far riferimento in vicende delicate come questa è quella giuridica che, purtroppo, non sempre collima con quella oggettiva, spesso indimostrabile. Perchè i muri di una stanza chiusa, come noto, non possono testimoniare nell’aula di un Tribunale…
E’ facile dedurre, alla luce degli elementi trapelati fino ad oggi, che il capo di Stato -colpevole o innocente che in realtà sia- non arrivi neppure all’esame di un processo se non in seguito ad una sua improbabile “confessione”. Per la giustizia -unico riferimento possibile, come detto- quel fatto non sarà mai accaduto. Può non piacere, ma -sulla base di quanto oggi noto- sono pronto a scommettere che finirà così… In tal caso, ovvero in assenza di una conferma data da una sentenza definitiva, dobbiamo tutti chiederci: quel vergognoso fatto è accaduto realmente o, invece, non si è mai verificato? Chi dei due protagonisti, se le versioni saranno diametralmente opposte, avrà mentito? Chi, di noi semplici cittadini, di destra o di sinistra, filogovernativi o schierati con l’opposizione, potrà mai saperlo con certezza?
Giovanni Falcone, anni fa, sostenne che “bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale” perchè così facendo la “pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba”. San Marino sembra esserci già cascato una volta, con il celebre Processo Mazzini. Si vuole ricascarci un’altra volta?
Tengano, quindi, a mente i vertici UDS -e chiunque pensi al flash-mob che pare in fase di organizzazione- queste sagge parole. Rigettino ogni tentazione di sacrificare l’organismo che guidano in una strumentalizzazione politica che distruggerebbe in un istante, oltre al prestigio di una Antica Terra e all’autorevolezza dell’associazione che guidano, la dignità di ogni sammarinese!
Enrico Lazzari